raffaello bucci juventus marotta

CHI SONO I DUE DIPENDENTI DELLA JUVE SENTITI IN PROCURA SULL’INCHIESTA CHE COINVOLGE ULTRÀ E ‘NDRANGHETA? - DI CHI E’ IL TELEFONO INTERCETTATO DA DUE ANNI? - I PM HANNO RINTRACCIATO DINO MOCCIOLA, IL TIFOSO CONSIDERATO UN TESTIMONE CHIAVE - QUANDO MAROTTA PROVO’ A ORGANIZZARE IL PROVINO DEL FIGLIO DI UN BOSS

1 - ULTRÀ JUVE RINTRACCIATO IL TESTE CHIAVE DELL' INDAGINE

Dal “Corriere della Sera”

 

Ieri in procura sono sfilati, con discrezione, ma senza passare inosservati, due dipendenti della Juventus. Sarebbero stati ascoltati come testimoni nell' ambito dell' inchiesta che vede coinvolti gruppi ultrà bianconeri e alcuni esponenti della 'ndrangheta. Entrambi avrebbero risposto alle domande poste dal sostituto procuratore Paolo Toso. Sulla vicenda c' è il massimo riserbo.

RAFFAELLO BUCCI RAFFAELLO BUCCI

 

Ieri è intervenuto il procuratore capo Armando Spataro per evitare fughe di notizie in un momento decisivo dell' indagine. Intanto Gerardo «Dino» Mocciola, l' ultrà irreperibile da alcune settimane, non avrebbe mai lasciato Torino e sarebbe stato riconosciuto dai carabinieri proprio nei pressi della sua abitazione di Mirafiori. L'uomo, che non è ricercato, sarebbe stato notato all' interno di un garage.

RAFFAELLO BUCCI  RAFFAELLO BUCCI

 

Mocciola viene considerato un testimone chiave, così come lo sarebbe stato Raffaello Bucci, detto Ciccio, 41 anni, che si è tolto la vita giovedì scorso lanciandosi da un cavalcavia nei pressi di Fossano (Cuneo). Il gesto estremo proprio il giorno dopo aver deposto in procura come persona informata sui fatti.

 

Intanto si è appreso che il telefono cellulare di uno dei dipendenti bianconeri chiamati in causa nell' inchiesta, sarebbe stato intercettato dalla squadra mobile per quasi due anni. Nel rispetto del lavoro degli inquirenti, la società bianconera continua a mantenere il più stretto riserbo, anche se come ha confermato uno degli investigatori, in questa vicenda la società bianconera si considera parte lesa.

 

CURVA DELLA JUVENTUSCURVA DELLA JUVENTUS

2 - “CAPI ULTRÀ JUVENTINI COMPLICI DEI CLAN” DIRIGENTI DELLA SOCIETÀ ASCOLTATI IN PROCURA

Ottavia Giustetti e Jacopo Ricca per “la Repubblica”

 

marottamarotta

Sfilata di dirigenti della Juventus in procura nell’ambito dell’inchiesta che intreccia ultras e malavita organizzata. Ancora ieri, ne sono ascoltati due in veste di testimoni per spiegare relazioni e interessi comuni ai due mondi, e che sono al centro dell’ultima operazione antimafia della Dda piemontese. Uno «scenario preoccupante» è quello che emerge dalle carte dell’indagine.

 

«Alti esponenti di una importantissima società calcistica (la Juventus, ndr) consentono, di fatto, un bagarinaggio abituale e diffuso come forma di compromesso con alcuni esponenti del tifo ultras»: scriveva il gip Stefano Vitelli nell’ordinanza di custodia cautelare che la scorsa settimana ha portato all’arresto di 18 persone indagate in prevalenza per associazione mafiosa. Nessuno di questi è un dipendente bianconero.

ANDREA AGNELLIANDREA AGNELLI

 

Il gruppo della curva Scirea finito al centro dell’inchiesta dei pm Paolo Toso e Monica Abbatecola è quello dei “Gobbi”, nato nel 2013 quando Rocco e Saverio Dominello, referenti piemontesi del clan Pesce Belloccodi Rosarno, decidono di entrare nelbusiness del bagarinaggio. «Io voglio che voi state tranquilli e noi siamo tranquilli» dice Alessandro d’Angelo, il security manager della Juventus a Dominello il 21 febbraio 2014.

 

Riassumendo in poche parole il «compromesso » accettato di buon grado dalla società per tenere a bada gli ultras. Ma nel caso dei “Gobbi” i proventi della rivendita dei biglietti, a prezzi anche triplicati, non finiscono nelle tasche dei tifosi. Secondo l’ipotesi d’accusa vanno direttamente nelle casse della ’ndrangheta.

 

MAROTTAMAROTTA

Il capo designato per i nuovi ultras, Fabio Farina, è intercettato proprio in quei giorni, e gli inquirenti registrano il suo palese disinteresse per la squadra quando parla al telefono con l’amico Giuseppe Selvidio, anche lui indagato. «Noi siamo dentro lo stadio dal 21, contro il Milan» annuncia Farina, mentre sono in corso le trattative per saldare i rapporti tra malavita e tifo. «Ma che fai vieni in curva tu il 21?» gli chiede Selvidio. «Eh se devo venire — risponde Farina — se prendiamo soldi sì, che cazzo me ne frega a me».

 

«Conversazioni che dimostrano come il principale interesse — scrive il gip — non sia sportivo ma economico, e cioè quello di ottenere una quota dei biglietti delle partite più importanti e rivenderli a prezzi maggiorati». Compito della procura, adesso, è chiarire se i vertici della squadra sapessero con chi stavano trattando. Infatti nell’ordinanza si raccontano episodi che coinvolgono la società anche ad altissimi livelli. Come Giuseppe Marotta, l’amministratore delegato della Juve, che incontrò Rocco Dominello per organizzare il provino del figlio di un altro boss.

allegri scudetto juventusallegri scudetto juventus

 

O fece avere una busta di biglietti a Fabio Germani, il tifoso finito in carcere per aver introdotto i Dominello nel mondo Juve. Un testimone chiave su cui la procura contava per ricostruire i legami tra società, tifoseria e boss era Raffaello Bucci, il trait-d’union tra ultras e dirigenti, morto suicida il 7 luglio dopo essere stato ascoltato dai pm. Sulla sua misteriosa morte indagano le procure di Cuneo e Torino.

 

Ma ieri l’autopsia non ha dato elementi nuovi utili per ricostruire le sue ultime ore. L’ex moglie ha raccontato agli investigatori che Bucci era finito nel mirino dei suoi ex compagni di stadio, i Drughi, dopo che la Juve lo aveva scelto come referente. Anche per raccontare la sua versione di questa vicenda sarà sentito il leader storico della curva bianconera, Dino Mocciola, che compare nelle carte dell’indagine come arbitro delle controversie tra gruppi.

JUVENTUSJUVENTUS

 

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…