nicola diomede - gianfranco micciche - giovanni pitruzzella - francesco scoma

IN SICILIA SCOPPIA LO SCANDALO "GIRGENTI ACQUE": 84 INDAGATI, CI SONO ANCHE IL PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA REGIONALE, GIANFRANCO MICCICHÉ, E L'EX PRESIDENTE DELL'ANTITRUST, PITRUZZELLA - PER GLI INQUIRENTI ATTORNO AL GESTORE DEL SERVIZIO IDRICO DELLA PROVINCIA ESISTEVA UN GIRO DIFFUSO DI CORRUTTELA PER ELUDERE I CONTROLLI - SECONDO LA PROCURA, "L’OMISSIONE DELLA DOVUTA ATTIVITÀ DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE, HA CREATO UN DANNO AMBIENTALE DA QUANTIFICARE" - L’INCHIESTA E' DURATA 4 ANNI: "ABBIAMO DOVUTO COSTITUIRE UNA SQUADRA FIDATA…"

Salvo Toscano per www.corriere.it

 

Otto fermi e altri 84 indagati nella maxi-inchiesta della procura di Agrigento che ruota attorno a Girgenti Acque. La procura guidata da Luigi Patronaggio ha disposto il fermo di otto componenti del disciolto consiglio di amministrazione e dirigenti della società per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione l’ambiente, la fede pubblica e il patrimonio.

 

LUIGI PATRONAGGIO

Il blitz

Risultano indagati colletti bianchi e politici. Agli altri indagati sono contestate a vario titolo diverse ipotesi di corruzione, abuso in atti di ufficio, falso in bilancio, inquinamento ambientale, truffa e altri reati. Le indagini sono durate quasi quattro anni e sono state svolte dai carabinieri di Agrigento, dal Noe di Palermo, dalla Dia e dalla Guardia di finanza. Gli inquirenti ritengono di avere scoperto «una potente azione di lobbying e la creazione di un vasto sistema di corruttele volto ad eludere i controlli degli enti preposti».

 

Le accuse

Secondo la procura, «l’omissione della dovuta attività di depurazione delle acque, ha creato un danno ambientale da quantificare». Per 50 degli 84 indagati a piede libero la Procura si appresta a notificare avviso di conclusione delle indagini preliminari. Girgenti Acque è stata la società gestore unico del servizio idrico integrato della provincia di Agrigento, destinataria di certificazione interdittiva antimafia nel novembre del 2018.

Gianfranco Micciche Grande Sud

 

Al centro dell’inchiesta c’è Marco Campione, uno degli otto fermati, ex presidente del Cda di Girgenti Acque. I magistrati hanno delineato anche un quadro a tinte fosche. Per Patronaggio «una parte della stampa agrigentina, in cambio di favori, era asservita a Campione e Girgenti Acque» mentre il suo aggiunto Vella ha spiegato come l’indagine sia stata rallentata e «resa complicata dalle connivenze di esponenti delle forze dell’ordine, pronti a fare da scudo a Campione.

 

Non c’era partito di destra o sinistra che non fosse asservito, almeno in parte, al suo sistema. Abbiamo dovuto creare una squadra fidata, facendo attenzione a quei componenti delle forze dell’ordine asserviti al gruppo Campione in cambio di posti di lavoro per familiari e amici. È stata un’indagine estremamente complessa».

 

Gli indagati

giovanni pitruzzella

Un’inchiesta molto lunga durata quattro anni. «Il fascicolo pendeva davanti la direzione distrettuale antimafia perché inizialmente l’ipotesi di reato era quella di concorso esterno in associazione mafiosa — spiega il procuratore capo Luigi Patronaggio —ma la procura distrettuale di Palermo ha poi ritenuto, all’esito di 2 anni di indagine, di riqualificare i fatti in una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, contro l’ambiente, la fede pubblica e il patrimonio e gli atti ci sono stati trasmessi. L’indagine parte dalla creazione di Girgenti Acque e da una analisi delle società facenti capo a Marco Campione, già presidente del consiglio di amministrazione di Girgenti Acque. Già la Dia aveva segnalato, nel lontano 2015, dubbi sulla formazione e provenienza del capitale delle imprese di Marco Campione».

 

GIRGENTI ACQUE

Oltre a Campione, i fermati sono Pietro Arnone, 58 anni, amministratore unico di Hydortecne; Calogero Patti, 53 anni; dipendente di Girgenti Acque; Angelo Piero Cutaia, 51anni, direttore amministrativo di Girgenti Acque; Gian Domenico Ponzo, 54 anni, direttore generale Girgenti Acque; Francesco Barrovecchio, 61 anni, responsabile tecnico Hydortecne; Calogero Sala, 61 anni, direttore tecnico e progettazione Girgenti Acque; Igino Della Volpe, 63 anni, membro del consiglio di amministrazione di Girgenti Acque. Risultano indagati in tutto 84 persone fra cui il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Micciché e il parlamentare di Italia viva Francesco Scoma.

 

NICOLA DIOMEDE

L’accusa è quella violazione della legge sul finanziamento ai partiti. Tra i politici indagati figura anche l’ex presidente della Provincia Eugenio D’Orsi. All’ex prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, viene contestato l’abuso in atti d’ufficio e il concorso esterno in associazione a delinquere mentre per l’ex presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, è ipotizzato lo svolgimento di attività di consulenza che secondo gli inquirenti non gli sarebbe stata permessa dall’incarico.

 

Le difese

In particolare, il leader dei berlusconiani in Sicilia, per le accuse, è accusato di aver ricevuto per la campagna per le Regionali del 2017 dal numero uno di Girgenti Acque Marco Campione, «contributi elettorali, spese di viaggi e soggiorni in violazione a quanto previsto dall’art. 7 comma 2 Legge n. 195/1974, ovvero senza che fosse intervenuta la deliberazione dell’organo societario della Girgenti Acque S.P.A. e senza che i contributi fossero stati regolarmente iscritti nel bilancio della medesima società».

 

FRANCESCO SCOMA

Accuse respinte al mittente. «Non ho nulla da nascondere poiché tutto ciò che ho ricevuto da Girgenti Acque, è stato puntualmente dichiarato — si difende Gianfranco Micciché —. Bastava chiamarmi ed avrei fornito tutte le spiegazioni e la documentazione in mio possesso. Tutti i contributi che ho ricevuto per la mia campagna elettorale, non solo quelli di Girgenti Acque, li ho puntualmente dichiarati. Ho anche la delibera del consiglio di amministrazione che ha deciso il contributo».

 

Anche per Scoma, segretario della Camera dei deputati, l’accusa sarebbe quella di aver ricevuto contributi irregolarmente. «Apprendo dopo 4 anni di indagine di essere indagato per non avere commesso nulla — replica il deputato — . La documentazione contestata era disponibile già da 4 anni presso l’Assemblea Regionale Siciliana, presentata come previsto dai regolamenti.

 

Presente nella documentazione la dichiarazione congiunta e il verbale del Consiglio d’amministrazione che approvava la concessione del contributo all’onorevole Micciché. Bastava che in questi 4 anni qualcuno mi chiedesse di produrre le copie». . «Confido nella magistratura e nel suo operato, ma non posso andare nel tritacarne mediatico non avendo nessuna responsabilità - aggiunge Scoma -. Pretendo pertanto che possa essere fatta chiarezza nel più breve tempo possibile. Nel mio interesse, per quello della magistratura e della gente».

musumeci

 

Le reazioni

Il presidente della regione, Nello Musumeci, ha commentato: «Non innamoriamoci degli avvisi di garanzia perché mi sembra un giustizialismo al quale io non intendo appartenere. Per me, sino a quando non si conclude il processo di ogni persona interessata a qualunque tipo di vicenda, rimango rispettoso delle scelte della magistratura. Sono convinto che il presidente Miccichè saprà far valere le proprie ragioni e quindi la sua assoluta estraneità ai fatti». Poi ha aggiunto: «Che Agrigento sia stata la culla del malaffare sul fronte delle acque in Sicilia lo sapevano tutti, però sono mancati interventi energici, speriamo che da questo momento, grazie all’intervento della magistratura, si possa fare luce».

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…