ospedale vecchio malasanita malasanita' malasanitÀ

SE VI AMMALATE IN ITALIA FATEVI IL SEGNO DELLA CROCE – L’89% DELLE STRUTTURE SANITARIE DEL NOSTRO PAESE UTILIZZA MACCHINARI OBSOLETI CHE RENDONO IMPOSSIBILE IL LAVORO DEI MEDICI – IL 71% DEI MAMMOGRAFI HA SUPERATO I 10 ANNI DI VITA (DOVREBBERO ESSERE GETTATI DOPO 6). VANNO ANCORA PEGGIO I MACCHINARI PER LE “TAC”: IL 74% È DA MANDARE IN PENSIONE MA CONTINUA A ESSERE USATO – LA SITUAZIONE DA INCUBO PER LE CURE DOMICILIARI

Paolo Russo per “la Stampa”

 

mammografia

Se le liste d'attesa si allungano, se aumentano le diagnosi tardive di tumore, se sempre più giovani medici fuggono all'estero e l'assistenza domiciliare resta un miraggio per la quasi totalità dei nostri anziani di deve anche al Jurassic park tecnologico della nostra sanità, dove l'89% delle strutture utilizza macchinari obsoleti.

 

Quelli che andando più facilmente fuori uso fanno allungare i tempi per eseguire una tac o una risonanza, che spingono i camici bianchi in carriera verso Paesi dove la tecnologia è più avanzata, che non fanno individuare un cancro allo stato iniziale o che non permettono il monitoraggio da casa di un anziano cronico.

 

Come stanno le cose ce lo rivela l'Osservatorio parco installato di Confindustria dispositivi medici, l'associazione che rappresenta le imprese del settore. Il 71% dei mammografi convenzionali ha superato i 10 anni di età, il 69% delle Pet ha più di 5 anni e il 54% delle risonanze magnetiche chiuse hanno oltre 10 anni.

mammografia

 

Partiamo dai mammografi. L'età media di quelli convenzionali è di 13,4 anni, quando non dovrebbero superare i sei, secondo gli standard di sicurezza e adeguamento tecnologico. Ma solo il 9% ha meno di 5 anni e l'84% supera comunque il limite anagrafico che darebbe diritto al pensionamento. Va un po' meglio per gli angiografi, le apparecchiature che servono a valutare lo stato dei nostri vasi sanguigni e delle coronarie. Insomma un esame importante, che nel 61% dei casi affidiamo a una strumentazione ormai obsoleta.

 

La risonanza magnetica sappiamo tutti a cosa serve e quanto sia importante per diagnosticare in alcuni casi malattie, come quelle oncologiche, che prese per tempo possono ancora essere sconfitte. Peccato che ben il 74% di queste apparecchiature abbia superato il limite di età che le rende non più al passo con i tempi.

mammografia 4

 

Anche perché parliamo di risonanze magnetiche con minor livello di precisione, secondo l'unità di misura "Tesla", che in questo caso è pari a 1, mentre quelle tecnologicamente più avanzate arrivano anche oltre il valore di 3. Qui la percentuale di obsolescenza scende al 41%. Ma le risonanze 4.0 sono una rarità degli ospedali italiani.

 

Le tomografie assiali computerizzate, le tac tanto per capirci, sono troppo in là negli anni in un caso su due (il 51% per l'esattezza). Anche in questo caso la percentuale si abbassa quando si va a contare l'età delle apparecchiature multistrato, capaci di vedere più in profondità dentro ossa e organi.

 

ANGIOGRAFIA DEL TORACE UMANO

Ma anche qui le Tac più avanzate sono quelle meno diffuse. A volte per fare una diagnosi corretta basta una semplice radiografia. Peccato che se parliamo degli apparecchi radiografici tradizionali l'81% abbia superato il limite dei 10 anni di anzianità, oltre i quali si farebbe bene a sostituirli, mentre obsoleto è il 48% di quelli digitali, che sono ancora una rarità nei nostri centri diagnostici.

 

Quando pensiamo a una sala operatoria ci vengono in mente bisturi e chirurgo ma non immaginiamo quanta tecnologia ci sia. Ad esempio per monitorare i nostri parametri vitali con quei grandi macchinari, definiti in termini tecnici "sistemi mobili ad arco", obsoleti nel 57% dei casi. «Per capire come l'obsolescenza tecnologica finisca per influire sul nostro lavoro e sulla sicurezza dei pazienti basti pensare alla chirurgia mininvasiva laparoscopica. È chiaro che se abbiamo telecamere di ultima generazione aumenta la definizione delle immagini e questo ci permette di operare con più precisione» spiega Il professor Marco Scatizzi, presidente dell'Acoi, la società scientifica dei chirurghi ospedalieri.

MACCHINARIO PER LA TAC 3

 

Che poi aggiunge: «Purtroppo oggi con le imprese stritolate dal cosiddetto Pay back, che le impone di rimborsare 2,2 miliardi per il ripiano dello sfondamento di un tetto di spesa sottostimato, oggi abbiamo carenza anche di cose come bisturi elettrici e suturatrici meccaniche», denuncia. Lamentando poi il fatto che «il Pnrr investe circa 4 miliardi per l'ammodernamento tecnologico della sanità, ma nulla per quello delle sale operatorie».

Ma se negli ospedali la tecnologia appartiene in media all'era giurassica, nel territorio spesso manca proprio.

 

In Italia ci sono oltre 200 mila pazienti con supporto ventilatorio domiciliare, 100 mila in ossigenoterapia, 30 mia nutriti artificialmente per via enterale o parenterale. In moltissimi casi i pazienti domiciliari necessitano di più terapie contemporaneamente, si pensi ad esempio agli oltre 6 mila pazienti affetti da Sla, che nelle fasi più avanzate della patologia hanno bisogno di supporto respiratorio continuo, di essere nutriti tramite Peg, di assistenza sanitaria e riabilitativa, di ausili per la comunicazione oculare.

MACCHINARIO PER LA TAC 2

 

Secondo distributori e produttori di dispositivi medici però oggi la fornitura di queste terapie domiciliari complesse va spesso a singhiozzo, ed è disomogenea da Asl a Asl, nonostante siano prestazioni a pieno titolo garantite dai Lea, i livelli essenziali di assistenza che garantiscono la mutuabilità delle cure.

 

E questo finisce per pesare anche economicamente sui pazienti e badanti o familiari che li assistono in casa. Ma anche dove le apparecchiature ci sono mancano poi personale formato a leggere i dati prodotti e reti digitali in grado di connettere tra loro strutture sanitarie e professionisti. «Tutto il flusso di dati che arrivano dal monitoraggio dei pazienti a domicilio devono essere strutturati e gestiti da un collettore di informazioni, che le veicoli poi in modo strutturato giorno per giorno ai medici curanti e alle strutture sanitarie che hanno in carico il paziente.

MACCHINARIO PER LA TAC 1

 

Per questo occorre formare chi va a domicilio del paziente come avviene per le strutture ospedaliere. E per questo servirebbe un sistema di accreditamento anche per i servizi di assistenza a domicilio, che preveda l'uso delle tecnologie rispetto alla tradizionale presa in carico del paziente e l'integrazione tra medical device, telemedicina e professionisti della sanità».

 

sala operatoria

Mentre oggi larga parte dell'assistenza domiciliare è delegata a cooperative e associazioni private, che hanno poco interesse a pagare di tasca propria la formazione digitale dei propri dipendenti. E così tra apparecchiature ospedaliere simili a vecchie 500 che arrancano nei nostri ospedali e Ferrari tecnologiche parcheggiate nei garage dell'assistenza territoriale la sanità 4.0 resta per ora un sogno.

sala operatoriaSALA OPERATORIA

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...