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L’ASSOLUZIONE DI SELVAGGIA LUCARELLI, GIANLUCA NERI E GUIA SONCINI METTE CONTRO “IL GIORNALE” E “IL FATTO” - LUCA FAZZO: “LA SENTENZA SI FONDA SU UN DIFETTO PROCEDURALE E DICE CHE QUALCOSA DI ILLECITO AVVENNE…” - TRAVAGLIO: “IL TRIBUNALE HA RASO AL SUOLO LE ACCUSE PIÙ GRAVI, E CIOÈ LA VIOLAZIONE DELLA PRIVACY E IL TENTATIVO DI VENDERE LE FOTO, CON LA FORMULA PIÙ AMPIA POSSIBILE”

1 - LE FOTO TRAFUGATE AI VIP È ASSOLTA LA LUCARELLI

Luca Fazzo per “il Giornale”

 

selvaggia lucarelliselvaggia lucarelli

Una firma mancante, uno di quelli che si potrebbero definire cavilli, ma che sono invece la sostanza della giustizia. É su un difetto procedurale che si fonda la sentenza che ieri manda assolti gli imputati del primo processo celebrato a Milano sul fronte delicato dell' informazione e della pirateria informatica.

 

Selvaggia Lucarelli, volto ipermediatico dell' opinionismo tv-quotidan-internettiano, il blogger Luca Neri e la giornalista Guia Soncini vengono assolti con formula piena dal giudice Stefano Corbetta, chiamato a districarsi nel pasticcio delle mail (ma anche di altri dettagli delicati, carte di credito comprese) di una lunga serie di vip. E in parte approdate sulla scrivania di Antonio Signorini, direttore di Chi: che, quando si rese conto della provenienza illecita, le rispedì al mittente.

GIANLUCA NERI    GIANLUCA NERI

 

Al termine di un processo durato due anni, e durante il quale aveva tentato invano di convincere imputati e vittime a mettersi d' accordo risarcendo e ritirando la querela, il giudice Corbetta stabilisce che il reato commesso da Lucarelli, Neri e Soncini non è quello di «accesso abusivo a sistema informatico» contestato dalla Procura ma di «rivelazione del contenuto di corrispondenza», che colpisce chi «essendo abusivamente venuto a cognizione del contenuto di una corrispondenza a lui non diretta, che doveva rimanere segreta, senza giusta causa lo rivela».

 

Ma per questo reato serve la querela. E il problema è che la vittima, la showgirl Federica Fontana, dalla cui casella furono sottratti i file, non ha sporto querela. Lo ha fatto suo marito, l'imprenditore Felice Rusconi. Ma per la legge non basta, perché la casella era della bella Federica.

 

GUIA SONCINI SELFIE GUIA SONCINI SELFIE

Non ci sarà un appello, perché ormai la prescrizione incombe. Fine della faccenda, insomma. Conclusione che lascia l'amaro in bocca alla Procura e alle presunte vittime, la Fontana e sopratutto Elisabetta Canalis. Erano dell'ex Velina, e della sua festa di compleanno nella casa sul Verbano di George Clooney, le 191 foto che la Lucarelli - secondo quanto raccontato in aula da un testimone - affidò a un intermediario per venderle a Chi. «Mi hanno spiata, per mesi sentivo di non potermi fidare più di nessuno», dichiarò la Canalis quando l'hackeraggio venne alla luce.

 

ELISABETTA CANALISELISABETTA CANALIS

La Lucarelli si è sempre proclamata estranea sia al trafugamento che alla trattativa, e Neri ha sostenuto che tutto il materiale scottante lo avrebbe scaricato da Internet: «Non c'era alcuna finalità, se non quella di spettegolare tra me e Selvaggia - disse - e le foto del compleanno della Canalis le ho trovate su una bacheca di contenuti già hackerati».

 

Ora la sentenza - le cui motivazioni si conosceranno tra novanta giorni - dice che qualcosa di illecito avvenne, ma dà una lettura dei fatti che consente agli imputati di uscire indenni dal processo. Fuori dal capo di imputazione, ma utili secondo l'accusa a capire quanto davvero avvenne, sono restate le intercettazioni colorite tra la Lucarelli e Neri, in cui la brillante corsivista incita il maghetto del computer a frugare nella privacy di questo o quel vip. «Vojo tutti i suoi scheletri», esulta la Lucarelli quando apprende che Neri è finalmente riuscito a entrare nella casella di posta elettronica di Mara Venier, colpevole di essere entrata in collisione con lei. Ma tutto questo, dice la sentenza di ieri, non è sufficiente a condannare i tre.

 

2 - SELVAGGIA LUCARELLI ASSOLTA

federica  fontana  federica fontana

Marco Travaglio per “il Fatto Quotidiano”

 

Molto rumore per nulla. Ieri il giudice Stefano Corbetta, della XI sezione del Tribunale di Milano, ha assolto i blogger Gianluca Neri (fondatore di Macchianera), Selvaggia Lucarelli (firma del Fatto quotidiano) e Guia Soncini (di Repubblica), imputati accusati di aver "rubato" foto ed e-mail alle showgirl Elisabetta Canalis, Mara Venier, Federica Fontana e al marito di quest' ultima, Felice Rusconi, con presunti hackeraggi nella loro posta elettronica.

 

L'inchiesta era partita 7 anni fa dalla denuncia di Rusconi sulla circolazione di 191 foto da lui scattate nel 2010 nella villa comasca "Oleandra" di George Clooney nel 32° compleanno della sua fidanzata, la Canalis, e poi inviate dal "fotografo" via mail ad alcune partecipanti alla festa. Foto di persone in abito da sera, nulla di pruriginoso. Ma scattate in una residenza privata e protette dalla privacy.

 

alfonso signorine e gabriele parpigliaalfonso signorine e gabriele parpiglia

Qualcuno - non si sa come - vi era entrato in possesso; Neri le trovò e le passò alla Lucarelli, che le mostrò al giornalista di Chi Gabriele Parpiglia e al direttore della rivista con cui aveva collaborato, Alfonso Signorini. Il quale, prima ingolosito dallo scoop sulla segretissima dimora di Clooney, rinunciò poi a pubblicarlo per questioni di privacy.

 

Fontana e Canalis si erano costituite parte civile, ma non avevano sporto querela in aggiunta a quella di Rusconi (che però non aveva subito danni). La Procura di Milano si era convinta che l'hacker fosse Neri; che Lucarelli e Soncini sapessero che i suoi materiali provenivano da spionaggi informatici; e che Selvaggia avesse tentato di vendere le foto a Chi.

 

Poi, al processo, Signorini dichiarò che non gli aveva chiesto un euro e si scoprì che Parpiglia possedeva già le foto prima che lei gliele mostrasse. Ora il Tribunale rade al suolo le accuse più gravi, e cioè la violazione della privacy e il tentativo di vendere le foto, con la formula più ampia possibile: "il fatto non sussiste e comma 1 dell' art. 530 Cpp, che esclude anche l' insufficienza di prove.

 

selvaggia lucarelliselvaggia lucarelli

Quanto all'accusa di hackeraggio dell' account di Fontana & C., il giudice non si pronuncia perché nessuna delle parti interessate hanno sporto querela: per questa imputazione il processo non doveva neppure cominciare. Sulla ricostruzione dei fatti, si saprà di più dalle motivazioni. Ma già il dispositivo qualcosa dice.

 

1) Non fu Neri ad hackerare le e-mail della Canalis: il giudice ha derubricato il reato di accesso abusivo a sistema informatico in rivelazione di corrispondenza segreta abusivamente posseduta. E anche qui ha assolto, forse perché il possesso non era abusivo o perché la corrispondenza non era segreta. Probabile che Neri si approvvigionasse di materiali top secret da siti internazionali di hacker, simili alla galassia Wikileaks. Ma, mancando la querela delle vittime, né le indagini né la sentenza potranno dire chi abbia "succhiato" foto e messaggi dalle caselle di posta.

GUIA SONCINI  GUIA SONCINI

 

2) La Lucarelli disse la verità, quando raccontò di aver ricevuto lecitamente da Neri le foto della festa (e mai una sola e-mail) e le mostrò a Parpiglia e Signorini, senz'alcun fine di lucro. Infatti non violò né il segreto sulla corrispondenza altrui ("il fatto non sussiste": forse perché ormai le foto scaricate da altri non erano più segrete); né la privacy delle persone immortalate nelle foto ("il fatto non sussiste": forse perché i protagonisti delle foto, mai pubblicate, non subirono alcun danno).

 

Se qualcuno - com'è evidente - si è introdotto nella corrispondenza privata di Canalis, Fontana & C., è rimasto fuori dal processo, che ha portato alla sbarra gli imputati sbagliati. Resta la curiosità dei tre per quelle foto del tutto innocue, ma non è reato. "Dopo 7 anni di processo e articoli infamanti (fino a ieri), sono stata assolta perché il fatto non sussiste", ha commentato la Lucarelli, linciata per quel processetto da tv e giornali berlusconiani e non solo, soprattutto dopo il suo arrivo al Fatto: "sono felice e ringrazio i miei avvocati Isabella Corlaita e Caterina Malavenda". E il linciaggio continua.

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