giovanni castellucci gianni mion gilberto benetton crollo ponte morandi genova

L’AUDIZIONE BOMBA DI GIANNI MION, L’EX BRACCIO AMBIDESTRO DEI MAGLIARI VENETI (“NEL 2010 SAPEMMO CHE IL PONTE MORANDI ERA A RISCHIO CROLLO''), TIRA IN BALLO TUTTI: LA FAMIGLIA BENETTON, IN PRIMIS (“GILBERTO ERA PRESENTE”), E IL MANAGEMENT DEL GRUPPO – “EMERSE LA SPECIFICITÀ DEL PROGETTO DI MORANDI. IO CHIESI: C’È UNA CERTIFICAZIONE? LA RISPOSTA FU ‘CE LO AUTOCERTIFICHIAMO’. IO NON REPLICAI, ERO PREOCCUPATO. FORSE TEMEVO PER IL POSTO DI LAVORO” – LE BORDATE ALL’EX AD DI ASPI, CASTELLUCCI, E LA POSSIBILE ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI (CHE RENDEREBBE NULLA LA DEPOSIZIONE)

 

 

 

 

1. PONTE MORANDI: "NOI SAPEVAMO"

Estratto dell’articolo di Marco Fagandini e Matteo Indice per “La Stampa”

 

GIANNI MION

Il momento più drammatico si materializza dopo mezz'ora di audizione. «In una riunione fra manager e dirigenti emersero dubbi sul fatto che il Ponte Morandi potesse rimanere in piedi, a causa d'un grave difetto di progettazione. Io chiesi se c'era un ente terzo che certificasse la stabilità del viadotto, mi dissero che lo autocertificavamo. Quella risposta mi terrorizzò, ma non dissi e feci nulla. Tenevo al posto di lavoro. Castellucci (Giovanni, ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, ndr) era presente e pure lui non aggiunse niente».

 

gilberto benetton

Gianni Mion, ex capo di Edizione ovvero la cassaforte della famiglia Benetton che controllava la holding Atlantia e a cascata Autostrade per l'Italia (Aspi), parla per mezza giornata, in qualità di testimone, al processo sulla strage del 14 agosto 2018 (43 vittime).

 

Mion, in relazione a quella riunione, dice di non ricordarne con precisione la data, ma da accertamenti incrociati risulterebbe verosimile che si riferisca a un summit del 2010, otto anni prima del crollo. Molti passaggi della sua deposizione rappresentano il j'accuse più duro sentito finora, in materia di mancate manutenzioni.

 

crollo ponte morandi 2

E uno dei legali del pool difensivo di Autostrade chiede di verificare se non sia a sua volta da iscrivere sul registro degli indagati, avendo palesato inerzia a valle di timori. Una mossa che, se accolta dal tribunale, renderebbe di fatto nulla sia la deposizione sia il verbale, altrettanto incisivo, che Mion aveva reso agli inquirenti sempre in qualità di teste nel corso dell'indagine (una specie di analogia con il caso Ruby Ter, sui pagamenti di Silvio Berlusconi alle Olgettine, finito in un nulla di fatto perché la Corte ha ritenuto che le ragazze andassero sentite da inquisite e non come semplici testi). E però il presidente dei giudici Paolo Lepri, ancorché precisi di volersi riservare sul punto, pare piuttosto tiepido.

 

crollo ponte morandi genova 34

«Entrai in Edizione nel 1986 - precisa quindi Mion - e l'ho guidata per quasi trent'anni». Descrive poi l'Opa su Autostrade per privatizzarla (fine Anni 90) e la nascita di Atlantia, che controllava proprio il concessionario.

 

«Era Gilberto Benetton (poi deceduto, ndr) a occuparsi specificamente del settore autostradale per la famiglia. Inizialmente ero io il tramite esclusivo tra loro, Vito Gamberale e Giovanni Castellucci (rispettivamente primo amministratore delegato e direttore generale quando Aspi fu privatizzata, poi Castellucci divenne ad, ndr). Con il passare del tempo il mio ruolo si affievolì, entrambi volevano avere un rapporto più diretto con la proprietà».

gianni mion

 

[…] «Si facevano periodiche riunioni, cosiddette di "induction", con i management delle varie società controllate. Erano importantissime». «In una si parlò del Morandi, me lo ricordo benissimo. E a quell'incontro parteciparono tra gli altri Castellucci e l'allora direttore generale Mollo di Aspi (Riccardo, imputato, ndr). Emerse la specificità del progetto di Riccardo Morandi. Io, che pure non sono tecnico, chiesi: c'è una certificazione di un agente esterno sulla percorribilità del Ponte?».

 

Il pm lo contesta: «Lei alla Finanza, in un precedente interrogatorio, disse: "I tecnici rivelarono dubbi sul fatto che quel ponte potesse stare su e la rassicurazione fu "ce lo autocertifichiamo"». Mion conferma e il giudice Lepri chiede: «Chi rassicurò?». Mion: «L'ingegner Mollo. Io purtroppo non replicai, ma ero preoccupato. L'autocertificazione è una contraddizione in termini. Non condividevo, ma non dissi niente, è un mio rammarico».

sabrina e gilberto benetton

 

È qui che interviene Giorgio Perroni, uno dei difensori, e chiede che Mion sia a sua volta accusato. Il manager poi riprende: «Visto il tipo di opera, o la verifica un terzo o chiudi il Ponte. Ma l'autocertificazione sembrava assurda soltanto a me, nessun altro aveva dubbi, erano tutti d'accordo. C'era anche Gilberto Benetton».

 

Gli chiedono di spiegare il significato d'una telefonata del 26 gennaio 2021 a Bertazzo (Carlo, allora amministratore delegato di Atlantia, non imputato): «Se sapevi che aveva difetto di progettazione - diceva Mion al cellulare - perché non ci hai pensato prima? Si sapeva da sempre che il Ponte aveva un problema di progettazione. Abbiamo comprato Aspi, la nostra responsabilità era dire "sì ragazzi bisogna rifare 'sto ponte"». In aula si limita a puntualizzare: «Non ho capito perché non l'abbiamo fatto».

GIANNI MION

 

[…] Il contro-esame dei difensori serve a ricordare che Mion rientrò poi in Edizione, ma soprattutto che ai primi del 2020 incontrò informalmente l'ex procuratore capo Francesco Cozzi: «Gli chiesi io di vederci nel suo ufficio. Parlammo del Morandi e lui mi disse "non avete messo i sensori, quindi non avete fatto tutto quello che si doveva fare". Eravamo soli, io e lui, e in generale focalizzammo il collasso del sistema di controllo: noi pensavamo che anche Anas e Ministero, a un certo punto, verificassero qualcosa. Affrontammo poi altri temi fra i quali il mantenimento della concessione e i test alle gallerie, ne era appena crollata una sull'A26. Non fu fatto alcun verbale».

 

 

2. PONTE MORANDI, LA TESTIMONIANZA CHOC DELL'EX AD DI EDIZIONE MION: HO SAPUTO NEL 2010 CHE ERA A RISCHIO CROLLO, MA NON DISSI NULLA

Estratto dell’articolo di Matteo Indice e Marco Fagandini per www.lastampa.it

 

[…] "Castellucci si occupava di tutto"

 

giovanni castellucci

Le domande della Procura vertono poi sulla figura di Castellucci, presente in aula, che a sua volta scuote la testa. "Lo feci assumere io, lo conoscevo come persona validissima. Lo proposi prima come dg Aspi, poi quale amministratore delegato dopo la mancata fusione con Abertis". Pm: "Come operava Castellucci?". "Approfondiva tutto, andava nei dettagli, era un accentratore forsennato".

 

Pm: "Perché disse alla Finanza 'hanno fatto i furbi per far assolvere Castellucci nel processo sulla strage di Avellino? (Un pullman precipitò da un viadotto Aspi anche per le imperfette condizioni del new-jersey, ndr)'?". Mion: "Non era pensabile non sapesse, impensabile che non fosse informato. Basti ricordare che per l'aeroporto di Roma (a un certo punto passato sotto il controllo di Atlantia, ndr) fece pure il protocollo sulla pulitura finestre".

 

"Spea banda di scellerati"

 

crollo ponte morandi genova 31

Gli ricordano altre telefonate nelle quali diceva: "Se siamo colpevoli è perché abbiamo lasciato troppo spazio a Castellucci... avevano messo tutti pupazzi, gente che volevano manovrare". Mion spiega: "Dopo il crollo, dalle intercettazioni pubblicate dalla stampa erano emerse cose incredibili su Spea Engineering (società del Gruppo Atlantia un tempo delegata ai monitoraggi, ndr), che prima non sapevo". Sempre al telefono diceva: "Hanno messo scellerati a fare controlli, difendiamo l'indifendibile, mi avevano detto 'sono una banda di lazzaroni, un'associazione a delinquere’". E poi allunga altre ombre sulla medesima Spea.

GIANNI MION

crollo ponte morandi genova 32

 

giovanni castellucci

GIANNI MION 1crollo ponte morandi genova 33GIANNI MION gilberto benettonpietro lunardi, gian maria gros pietro, silvio berlusconi, gilberto benetton e vito gamberalecrollo ponte morandi genova 28crollo ponte morandi genova 29crollo ponte morandi genova 30gilberto benettonGIANNI MION

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…