gabriele dannunzio

LE PAROLE D’AMORE E DI ARDORE DEL VATE - L’IMPRENDITORE MARTINO ZANETTI DONA AL VITTORIALE 460 LETTERE INEDITE DI D’ANNUNZIO - GUERRI: ANDRANNO RIVISTI MOLTI ASPETTI DELLA SUA BIOGRAFIA. IL POETA NON E’ PER NULLA INTIMIDITO DALLA MONDANITÀ DELLA CAPITALE, ANZI

GABRIELE D ANNUNZIOGABRIELE D ANNUNZIO

Il numero in edicola della rivista «Arbiter» contiene un' intervista a Martino Zanetti, imprenditore e titolare di 460 lettere inedite di D' Annunzio donate ora al «Vittoriale». Per gentile concessione dell' editore ne pubblichiamo l' articolo.

 

Mattia Schieppati per “Libero quotidiano”

 

Due grandi storie d' amore, focose e tormentate, che ruotano intorno alla vita di Gabriele D' Annunzio. Anzi, tre storie. La prima ha come protagonista la diciassettenne Giselda Zucconi, all' epoca in cui Gabriele è Gabriele e basta: non è ancora il Vate, né tantomeno il Comandante.

 

LETTERA DI GABRIELE DANNUNZIOLETTERA DI GABRIELE DANNUNZIO

Ha 18 anni ed è un collegiale appena arrivato a Roma da Pescara, passando per il prestigioso liceo Cignonini di Prato: uno sconosciuto con grandissime ambizioni appena sbarcato nel grande gioco della vita.

 

Giselda, Elda nelle lettere, è la figlia di Tito, suo docente di lingue al collegio, e ha «occhioni erranti, misteriosi e fondi come il mare». La seconda storia porta sulla ribalta, mezzo secolo più tardi, la malinconica e tragica passione della trentenne contessa Evelina Scarpinelli Morasso per un D' Annunzio ormai crepuscolare, furiosamente rassegnato, a 75 anni, ad arrendersi a un fisico che non regge più alle sfrenate fantasie che la sua mente continua a produrre, più vivide che mai, pur consapevole del fatto che «la vecchiaia rende melenso e vile anche un eroe».

LA RIVISTA ARBITERLA RIVISTA ARBITER

 

La terza storia d' amore è invece tutta maschile. E racconta dell' innamoramento adolescenziale, diventata poi passione colta e matura, che ha indissolubilmente legato al Comandante l' imprenditore veneto Martino Zanetti, discendente di una «stirpe di mercanti», così lui stesso la definisce, che affonda le sue radici nella Venezia del XVII secolo, che oggi lega il proprio cognome a un impero del caffè:

 

Martino guida la Hausbrandt, mentre il fratello Massimo è a capo della Segafredo. Ma la sua storia proibita Martino l' ha conservata «nel cassetto della mia scrivania», racconta, «per trent' anni»: 232 lettere scritte dal giovane D' Annunzio a Giselda, e un plico di altre 228 epistole vergate con la grafia grossa della vecchiaia per Evelina, che nel delirio erotico-letterario diventa Manah, o Maya, o Titti.

 

gabriele dannunzio 1gabriele dannunzio 1

In totale 3mila fogli inediti, un enorme patrimonio di cultura e di storia di cui gli storici avevano perso le tracce trent' anni fa, quando un ignoto acquistò l' epistolario dal collezionista Mario Guabello, trascinandolo nell' oblio. «Fu allora per me una conquista, un modo per essere più vicino che mai all' uomo che mi aveva in qualche modo e per sempre cambiato la mia vita», racconta Martino. Una consonanza di spirito quella che si è sviluppata tra l' imprenditore e il Vate.

 

MARTINO ZANETTIMARTINO ZANETTI

Martino, nonostante guidi un' azienda che distribuisce caffè in 70 Paesi nel mondo (oltre a essere proprietario della birra Theresianer e produrre nella Marca Trevigiana raffinati vini con l' etichettaTenuta Col Sandago - Case Bianche) ha un approccio alla vita da artista rinascimentale: cultore delle lettere e del teatro (Shakespeare, su tutti),suona il pianoforte, dipinge.

 

«Nel genio multiforme di D' Annunzio ho trovato uno specchio di quella che io considero la completezza dell' uomo. Fremo quando sento dire che D' Annunzio era un poeta, o uno scrittore, o un politico... Lui era tutto questo insieme, e molto di più. È con Dante, Petrarca, Boccaccio e Leopardi uno dei cinque grandi assoluti del genio italico, anche se un certo modo di trasmettere la cultura, dal Dopoguerra a oggi, ha messo in atto una riuscitissima damnatio memoriae. D' Annunzio uguale fascismo, e quindi doveva sparire dalla cultura ufficiale. Eppure trovatemi oggi un artista e un pensatore più contemporaneo di lui...».

giordano bruno guerrigiordano bruno guerri

 

Martino, dopo aver compulsato per decenni queste lettere rivelatrici, può dire di conoscerlo nel modo più intimo. «Quelle lettere le tenevo sempre vicino a me, le ho lette, rilette, studiate, fatte mie. Poi, ho sentito che era arrivato il momento per farle tornare a casa».

 

Decisivo nel portare a questo passo un altro colpo di fulmine, pure questo al maschile: l' immediata sintonia di pensiero scattata tra Zanetti e Giordano Bruno Guerri, il più accanito biografo di d' Annunzio e, dal 2008, presidente della Fondazione del Vittoriale. «Questa donazione, la più importante di tutta la storia del Vittoriale, nasce da una semplice mail di nemmeno tre righe: "Buongiorno, sono Martino Zanetti, avrei piacere di poterla incontrare", e poche altre parole».

 

dannunzio fazzoletto con il seme dello scrittoredannunzio fazzoletto con il seme dello scrittore

Nulla che desse il minimo indizio non solo sulla meraviglia di questi manoscritti (oltre ai due epistolari, la donazione comprende anche la stesura originale del Cola di Rienzo, «un manoscritto interessantissimo, pieno di cancellature e riscritture, che darà lavoro ai filologi per anni», dice Guerri), ma soprattutto «sulla splendida personalità e grande cultura di Martino Zanetti, con il quale è nato un rapporto di amicizia». Dallo studio delle epistole «andranno rivisti molti aspetti della biografia di D' Annunzio», conferma Guerri.

 

Soprattutto dei suoi esordi giovanili sulla scena romana. «Altro che giovanotto intimidito dalla mondanità della Capitale: il Comandante aveva già ben chiaro in mente il suo percorso, la potenza delle sue qualità e gli obiettivi che voleva raggiungere. Questo, dalle lettere alla Zucconi, esce in maniera netta».

 

GABRIELE D ANNUNZIO GABRIELE D ANNUNZIO

È il 20 marzo 1882, e D' Annunzio scrive all' amata: «È fatale che io debba vivere così, sempre in agitazione, in un' irrequietezza indescrivibile, assetato di desiderio, di mille desideri l' uno più strano ed alto dell' altro, dilaniato dall' amore, torturato dall' arte, pazzo sognatore che reco il cuore palpitante tra la folla impassibile,

 

e cerco come per fatalità, in nuove cose tormenti nuovi, e vivo nel disordine, e lavoro con la stessa foga con cui tiro di spada, o poltrisco in torpori lunghi e spossanti, e languo nelle penombre lente dei salotti, e bevo avido l' aria vasta e la fulgida luce, prodigo, scialacquatore, temerario, generoso, affettuoso, innamorato di te, triste, gaio, da un' ora all' altra, indomabile e indomato».

dannunzio olga levidannunzio olga levidannunzio al maredannunzio al maredannunzio d annunzio olga levi brunnerdannunzio d annunzio olga levi brunnerdannunzio dannunzio dannunzio al mare dannunzio al mare

 

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...