cena 2010 giuliano poletti franco panzironi umberto marroni daniele ozzimo angelo marroni salvatore buzzi gianni alemanno

MAGNI? PAGA. NON MAGNI? PAGA LO STESSO - L'ULTIMA TROVATA DEI RISTORATORI AMERICANI E’ FAR PAGARE LA PENALE A CHI PRENOTA E POI NON SI PRESENTA - E ALCUNI ORA USANO “TOCK”, UN SISTEMA DI PRENOTAZIONE CON PRE-PAGAMENTO

Gianluca Montinaro per “il Giornale”

 

È il vero incubo del ristoratore. Forse il peggiore. Il cliente che, dopo aver prenotato il tavolo (con tanto di precisa indicazione del numero di commensali e dell'ora di arrivo), non si presenta, ovviamente senza avvisare. Un'incognita che tutti i giorni flagella l'alta come la bassa ristorazione. Una pratica, indice di scarso rispetto per l'altrui lavoro, che è stata battezzata, ricorrendo al solito anglismo, «no-show».

 

ristoranteristorante

Mille domande nella testa del ristoratore sul perché del «buco». Il mancato cliente avrà letto commenti negativi su tripadvisor? O, dietro un nome di fantasia, si celava in realtà un concorrente che ha agito così di proposito? Oppure è davvero occorso qualcosa che ha impedito all'ospite non solo di arrivare ma anche di avvisare?

 

Nel frattempo ci si trova a dover gestire un vuoto in sala e un surplus di spesa effettuata per la cucina. Con innegabile danno economico. Forse minore per un locale con vasto numero di coperti. Di certo maggiore per un ristorante con pochi posti e cucina di ricerca, che non trova facilmente gourmet di scorta.

 

Stanchi di subire spiacevoli «bidoni» alcuni locali statunitensi (fra cui The French Laundry, per anni ritenuto il miglior ristorante del Paese) si sono tutelati adottando Tock: un sistema di prenotazione legato al prepagamento contestuale del pasto. A crearlo è stato, ovvio, un ristoratore: Nick Kokonas, uno dei soci di Alinea, super blasonato locale di Chicago. Il cliente accede alla pagina web del ristorante, fissa il giorno, paga con carta di credito. La prenotazione è quindi automaticamente confermata.

ristoranteristorante

 

Si trovano invece nel Regno Unito i primi esercizi europei che hanno annunciato il prossimo utilizzo di Tock, seppure con sfumature differenti. La diversa mentalità fa percepire come punitivo il pagamento anticipato. E difatti Richard Turner, chef dell'omonimo stellato locale di Birmingham, accompagna il prepagato a uno sconto del 20 per cento.

 

Con il duplice fine di limitare il no-show e attirare una più vasta clientela. Pensare all'introduzione in Italia di un sistema analogo a Tock? Difficile, anche per la fascia alta della ristorazione. Troppo distante dalle normali abitudini: raramente si pianifica con anticipo di andare a cena fuori e offensiva potrebbe esser percepita la richiesta di prepagamento.

 

Ristorante del circolo Aniene Ristorante del circolo Aniene

«Questa pratica è possibile nei locali che servono solo menu degustazione a prezzo fisso - puntualizza un buon conoscitore della ristorazione americana come Roberto Franceschini (del premiato Romano di Viareggio) - Sapendo da subito l'importo, si può imporre il prepagamento. Improponibile in Italia, dove la maggior parte dei clienti mangia alla carta». La legislazione in più non aiuta.

 

«Non siamo per niente tutelati. Già sarebbe un risultato - dice Alessandro Pipero, patròn del pluri-riconosciuto Pipero al Rex di Roma e sommelier di fama - se ci fosse consentita l'introduzione di una penality per chi prenota e poi non si presenta». Ma neppure quest'ultima può esser applicata, se non a fronte di un scambio scritto, come avviene nel caso delle riservazioni alberghiere.

 

RISTORANTE GIANNINO RISTORANTE GIANNINO

«L'assurdità è che una stanza è ferma lì, “non mangia e non beve” - ricorda Angelo Valazza, del bistellato Al Sorriso di Soriso -. Per allestire una cena, invece, la mattina devo fare necessariamente la spesa. Con l'incognita che si possa verificare un no-show». Un primo passo verso una maggiore responsabilizzazione del cliente, nota Claudio Sadler, dell'omonimo ristorante milanese, «potrebbe essere un accordo fra la nostra associazione di categoria, la Fipe, e le istituzioni bancarie, grazie al quale il ristoratore possa verificare la solvibilità della carta di credito data a garanzia, e nel caso di un no-show applicare una penality a costi ridotti».

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?