chiara gualzetti

"LE HO DATO UN CALCIO IN TESTA COSÌ FORTE CHE MI SONO ROTTO UN PIEDE" - IL 16ENNE CHE HA AMMAZZATO LA COETANEA CHIARA GUALZETTI IN PROVINCIA DI BOLOGNA HA RACCONTATO SENZA SCRUPOLI A UN'AMICA QUELLO CHE AVEVA APPENA FATTO: "QUESTA È DEPRESSA... MI URTAVA I NERVI. HO FATTO DELLE FOTO" - I PM HANNO CONFERMATO PER LUI IL CARCERE, I "DEMONI" E LE VOCI CHE LO AVREBBERO SPINTO A UCCIDERE SARANNO TEMA DI UNA PERIZIA PSICHIATRICA...

1 - «HO COLPITO CHIARA IN TESTA E MI SONO ROTTO UN PIEDE» IL GIP: KILLER SENZA SCRUPOLI

Valentina Errante e Claudia Guasco per “Il Messaggero

 

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«Ho ucciso Chiara. Le ho dato un calcio in testa così forte che mi sono rotto un piede». Monteveglio, domenica mattina. A. ha appena compiuto la missione che progettava da tempo: eliminare l'amica che aveva una cotta per lui, un amore adolescenziale che, ha raccontato il sedicenne nei due interrogatori, «mi infastidiva».

 

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E mentre con una mano si preoccupava di cancellare le tracce, con l'altra manda alla migliore amica della vittima il messaggio con cui firma la sua prima confessione. Ribadita poi davanti al gip Luigi Martello che nell'ordinanza convalida il fermo.

 

IMPULSI EMOTIVI

«Esiste l'esigenza cautelare di evitare la commissione di reati della stessa indole», considerata «la mancanza di scrupoli, di freni inibitori, di motivazioni e di segnali di resipiscenza che emergono dal tenore dei messaggi vocali inviati a un'amica subito dopo i fatti».

 

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Nel provvedimento il giudice indica anche il pericolo di fuga, «non solo per l'assoluta gravità del reato di omicidio, ma soprattutto per l'iniziale negazione di ogni responsabilità».

 

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A. ha inventato che Chiara «aveva un successivo appuntamento con un altro giovane, ha occultato i vestiti, lavato le scarpe e il coltello, distrutto il cellulare della vittima, cancellato immagini e messaggi dal proprio telefono». Solo di fronte a elementi di accusa «di eccezionale rilevanza ha ammesso di aver ucciso l'amica».

 

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La personalità di A. «appare incline a seguire i propri impulsi emotivi» e il gip elenca i «gravi indizi di colpevolezza» nei suoi confronti: le immagini della telecamera di sorveglianza in cui i due si abbracciano e «si allontanano insieme», il coltello trovato in cucina e i vestiti ancora sporchi di sangue, «il recupero della cover del cellulare della vittima, il tenore inequivoco dei messaggi vocali inviati in cui raccontava quello che aveva commesso».

 

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Per il giudice il ragazzo «al momento appare capace di intendere e di volere», consapevolezza che emerge dalle dichiarazioni degli amici e dai «lucidi e freddi tentativi di nascondere le tracce del delitto e di negare le proprie responsabilità».

 

INCAPACITA' DI AUTOCONTROLLO

I «demoni» e le voci che lo avrebbero spinto a uccidere saranno tema di una perizia psichiatrica, ora per lui, secondo il gip, «l'unica misura idonea» è il carcere, alla luce della «inconsistenza delle motivazioni» che hanno innescato l'omicidio e «comunque l'assenza di ragioni di contrasto con la vittima».

 

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Ma anche per «l'estrema violenza e la determinazione dimostrate durante tutto il corso dell'aggressione, che ha avuto una durata significativa e ha visto il giovane colpire ripetutamente con coltellate al collo, al petto e alla gola la vittima e infine colpirla anche con calci». È soprattutto «l'incapacità di autocontrollo del ragazzo che rende particolarmente elevata la pericolosità attinente al rischio di reiterazione del reato».

 

2 - CHIARA GUALZETTI, DOPO L'OMICIDIO I MESSAGGI DEL 16ENNE REO CONFESSO A UN'AMICA: "L'HO FATTO, LEI MI URTAVA I NERVI"

Da www.tgcom24.mediaset.it

 

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"Io mi affido alla giustizia, ho fede nella giustizia e la voglio per mia figlia". Sono le parole pronunciate da Giusi, la madre della 16enne Chiara Gualzetti, alle centinaia di persone commosse che hanno partecipato alla fiaccolata a Monteveglio, nel Bolognese, in ricordo della figlia uccisa.

 

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"Questa è depressa... L'ho fatto. Me l'ha detto lui. Lei mi urtava i nervi". Il 16enne reo confesso dell'omicidio di Chiara Gualzetti aveva mandato alcuni messaggi a un'amica, pochi minuti dopo il delitto. "L'ho presa a calci in testa, mi sa che mi sono rotto un piede. Ho fatto delle foto", diceva ancora negli audio inviati mentre era ancora nel parco dell'Abbazia di Monteveglio, domenica mattina.

 

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La ragazza che ha ricevuto quei testi, scrive la "Repubblica", inizialmente resta sconcertata, non capisce di cosa stia parlando. Solo dopo la scomparsa di Chiara avrebbe raccontato di quegli audio ai genitori, per poi andare dai carabinieri.

 

Quei vocali sono stati mandati poco dopo le 10 di domenica mattina e si vanno ad aggiungere agli altri messaggi, di cui già gli inquirenti hanno dato notizia, quelli in cui il ragazzo scrive: "Domenica farò fuori una ragazza, già stavo per perdere il controllo, allora ho dovuto fare un patto con lui (il demonio ndr) e almeno ho un po' colmato la sua sete".

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