
MEGLIO LA CICCIA - IL MINISTRO DELLA SALUTE LORENZIN FIRMA IL DECRETO CHE VIETA ALCUNE MEDICINE DIMAGRANTI - NEL MIRINO LE “PREPARAZIONI MAGISTRALI” DI SETTE PRINCIPI ATTIVI CHE COMBINATI TRA LORO AVREBBERO PROVOCATO 4 DECESSI E LA PARALISI DI ALCUNI PAZIENTI
1 - STOP ALLE MEDICINE DIMAGRANTI FAI DA TE IL MINISTERO: SONO MISCELE PERICOLOSE
Paolo Russo per “la Stampa”
Basta farmacisti stregoni e medici senza scrupoli, disposti a miscelare e a prescrivere preparati dimagranti, già accusati in passato di essere veri farmaci killer. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha firmato ieri il decreto che «vieta le preparazioni magistrali», ossia quelle composte nei laboratori delle farmacie, di sette principi attivi che, spesso combinati tra loro, sono indiziati di aver provocato dal 2004 ad oggi la morte di almeno quattro persone e la paralisi da ictus di un' altra. Il provvedimento segue quelli di maggio e del mese scorso che avevano bandito altre due sostanze impropriamente utilizzate come dimagranti.
Danni al sistema nervoso Per i sette principi attivi, il divieto non scatta se venduti sotto forma di pillole prodotte industrialmente e regolarmente autorizzate per curare cose come ansia, depressione, diabete, ipertensione ed epilessia.
«Ma le stesse sostanze diventano pericolose per la salute, con effetti su sistema nervoso centrale e cardiovascolare, se utilizzate in associazione tra loro e dispensate a scopo dimagrante», mette in chiaro Luca Pani, direttore generale dell' Aifa, l' Agenzia italiana del farmaco, che ha spinto la Lorenzin a prendere provvedimenti. Anche perché negli ultimi tempi, informa una nota del ministero della Salute, alla rete nazionale di farmacovigilanza sono giunte diverse segnalazioni di reazione avversa, soprattutto ai cocktail preparati nei retrobottega delle farmacie con le sostanze ora vietate.
BEATRICE LORENZIN FOTO LAPRESSE
I «PRINCÌPI» SOTTO ACCUSA
I principi attivi che non si potranno più preparare e prescrivere per perdere peso sono: il triac e la metformina, anti-diabetici che aiutano a dimagrire; il clorazepato e la fluoxetina, entrambi antidepressivi che inibiscono lo stimolo della fame ma che possono generare collassi da ipotensione; il diuretico furosemide; il bupropione, un antidepressivo utilizzato anche per smettere di fumare e che tra gli effetti collaterali ha quello di provocare vomito; il topiramato, anti-epilettico utilizzato anche per alcune forme di emicrania, che però fa perdere peso ed appetito, con i non trascurabili effetti collaterali di provocare istinti suicidi, lapsus della memoria e difetti della nascita in caso di donne in dolce attesa.
Tutti rischi per la salute che passano in secondo piano rispetto ai benefici quando si tratta di curare la malattie e per i quali sono stati autorizzati al commercio. Mentre il rapporto «rischio-beneficio» diventa «estremamente sfavorevole», informa il Ministero, quando al farmaco si chiede di buttar giù chili. Soprattutto se ci si avventura in strane miscele.
Anche perché «tali combinazioni non sono mai state studiate secondo sperimentazioni cliniche regolari e risultano sprovviste di foglietto illustrativo e scheda tecnica a cui il paziente possa fare riferimento per informarsi sulle caratteristiche del prodotto», chiarisce sempre la nota ministeriale. E poi le reazioni avverse da preparazioni magistrali, fatte «in casa» dal farmacista, «sono meno segnalate di quelle dei farmaci». Come dire che i danni sin qui denunciati sarebbero pure sottostimati.
Anche per questo stavolta per le sette sostanze sotto accusa il divieto è assoluto. Non solo medici e farmacisti non potranno rispettivamente prescriverle e prepararle a scopo dimagrante, ma rischiano di essere sanzionati anche se lo fanno miscelandole per altri scopi terapeutici. E nemmeno si potranno consegnare, contestualmente, allo stesso paziente preparazioni contenenti ciascuna uno dei principi attivi vietati.
Questo per impedire, a chi è alla ricerca di pericolose scorciatoie per perdere peso, di prepararsi da sè il cocktail nocivo a cuore e cervello.
2 - "MIO FIGLIO LUIGI, UCCISO DA QUEL COCKTAIL LETALE"
Paolo Russo per “la Stampa”
Perdere la vita a 37 anni per un cocktail di farmaci spacciato per dimagrante. Sostanze già allora vietate, se prescritte come scorciatoia alla dieta. Un destino che Michele, papà di Luigi Marzulli, non riesce ad accettare dall' 8 febbraio 2009. Da quando suo figlio non c' è più.
Come inizia questa storia? «A maggio del 2008, quando Luigi decide di farsi visitare da un noto endocrinologo romano. Va allo studio e un assistente gli misura peso e altezza: un metro e 68 per 86,7 chili, mentre l' altezza reale, desunta anche dall' autopsia, dice che mio figlio era alto 175 centimetri. Insomma si fa in modo che risulti più in sovrappeso allo scopo di prescrivergli farmaci che risulteranno poi letali».
Cosa gli venne prescritto?
«La fendimetrazina, una sostanza simile alle anfetamine che porta all' anoressia, associata ad altre medicine, come l' eutirox usata per curare disturbi della tiroide e la metformina, che è un anti-diabetico».
Sa che quest' ultima proprio ieri è stata vietata dalla Lorenzin?
«Questa come le altre sostanze che hanno ucciso mio figlio erano già state proibite a scopo dimagrante da due decreti, uno dell' '87, l' altro del '93».
Come sarebbe a dire?
«Sarebbe a dire che bene ha fatto il ministro a ribadire la pericolosità di queste sostanze, ma i divieti non servono a niente se poi non si fanno i controlli e non c' è chi li fa rispettare».
Cosa succede a Luigi dopo aver iniziato la terapia?
«In soli tre mesi perde 11 chili ma dopo 60 giorni le analisi del sangue rilevano scompensi a tiroide e cuore. E poi Luigi avverte una forte tachicardia».
E non lo dice al medico?
«Sì e il dottore prima gli cambia la cura aggiungendo un altro farmaco per la tiroide, poi sospende la terapia per riprenderla a novembre, aumentando il dosaggio della fendimetrazina. La notte tra il 7 e l' 8 febbraio, pochi giorni dopo essersi fatto visitare dall' endocrinologo, Luigi muore per aritmia legata ai quei maledetti farmaci, come stabilirà l' autopsia».
Qualcuno ha pagato?
«A settembre il Gip dovrà decidere sul rinvio a giudizio del medico, di un ex capitano dei Nas che non avrebbe fatto i controlli e di alcuni funzionari ministeriali ai quali è contestata la mancata disposizione dei regolamenti necessari ad attuare i divieti. Spero che la giustizia impedisca il ripetersi di fatti simili».