monte dei paschi di siena mps montepaschi giorgia meloni

MPS HA BISOGNO DI DANE': TANTI, MALEDETTI E SUBITO – PER GARANTIRSI UN FUTURO, MONTEPASCHI HA BISOGNO DI RACCOGLIERE DALLA NUOVA RICAPITALIZZAZIONE 2,5 MILIARDI, DI CUI UNA FETTA IMPORTANTE DAL MERCATO – SENZA QUEI SOLDI L'ISTITUTO RISCHIA IL DISSESTO E L’AZZERAMENTO DI AZIONI E BOND – SOLO DA FINE NOVEMBRE SI POTRÀ DISCUTERE DELLA VENDITA DELLA BANCA, PREVISTA DAGLI IMPEGNI RINNOVATI TRA TESORO E UE - MA A METTERE BOCCA SU MPS SARÀ IL NUOVO GOVERNO...

Andrea Greco per “Affari & Finanza - la Repubblica”

 

LUIGI LOVAGLIO

La settima ricapitalizzazione Mps prende forma. Come un calabrone, un dejà vu, come una frustrazione. Altri 2,5 miliardi chiesti a soci che in 15 anni ne persero 22; e altri 1,6 miliardi a carico del contribuente, il cui conto è sulla decina. Ma la banca più antica del mondo è ormai in ballo: senza i nuovi miliardi, e senza raccoglierne una fetta rilevante sul mercato, si rischiano pesanti effetti, tra cui il Burden sharing per azzerare azioni e bond.

 

monte dei paschi di siena

Solo da fine novembre, e solo se l'ad Luigi Lovaglio uscirà incolume dallo spiraglio, si potrà parlare del futuro. E dell'anno e mezzo successivo, in cui - secondo impegni appena rinnovati tra Tesoro e Antitrust Ue - bisognerà rivendere l'istituto, da vedere se via aggregazioni.

 

Qui tornerà in campo il nuovo governo italiano, che proprio a novembre si forma e dove probabilmente Fratelli d'Italia avrà una voce forte: sia nella scelta dei manager in primavera sia nell'incentivare un "terzo polo bancario italiano", se non a controllo pubblico quantomeno gestito da soci e dirigenti nostrani.

 

luigi lovaglio 1

Nella settimana post elezioni del 25 settembre la banca intende depositare il prospetto in Consob, e in ottobre Lovaglio intende partire a Piazza Affari, per chiudere entro i primi di novembre. Tanta fretta è stata spiegata all'assemblea che giovedì ha approvato l'aumento (ma c'era quasi solo il Tesoro, più un nugolo di piccoli soci).

 

«L'operazione è da fare subito - ha detto Lovaglio a chi chiedeva di rinviarla per evitare "un massacro dei piccoli azionisti" -. Più di un terzo dell'aumento, circa 800 milioni, serve a finanziare le uscite volontarie a fronte di una legge che scade il 30 novembre». Dopo quella data non sarà più possibile dotare di scivolo settennale i dipendenti Mps, stimati fino a 3.500, che potrebbero cogliere gli incentivi all'addio e partire «dal 1° gennaio con 270 milioni di euro di costi in meno, dotando definitivamente Mps di un risultato operativo confortevole e al livello delle rivali», ha aggiunto l'ad.

 

GIORGIA MELONI - CONFCOMMERCIO

La seconda ragione per correre verso un aumento tanto ampio che somiglia a un'Ipo (si chiedono ai soci denari per sette volte la capitalizzazione) è l'affacciarsi dei primi due sponsor "privati". Sono Axa e Anima Sgr, che dietro le quinte paiono intenzionate a sottoscrivere il 10-15% dei nuovi titoli. Per farlo potrebbero chiedere la revisione dei loro accordi: il primo è un'esclusiva sulle polizze vendute sulla rete Mps, che scade nel 2027 e fruttò 115 milioni ad Axa nel 2021; l'altro è un accordo preferenziale sul risparmio gestito per i clienti Mps, scade nel 2030 e l'anno scorso portò ad Anima 85 milioni.

 

luigi lovaglio 1

«Guardiamo con interesse le opzioni di ingresso di investitori istituzionali, ivi inclusi i nostri partner industriali strategici », ha detto in assemblea il capoazienda, che sarebbe ben lieto di incassare 300 milioni da due grandi gruppi nemmeno soci, e rendere più facile la raccolta del restante mezzo miliardo sul mercato.

 

Se negoziato ci sarà, con i due partner, dovrà per forza svolgersi entro settembre. E dovrà pure risolvere due problemi, sollevati dal socio critico e patron di Bluebell, Giuseppe Bivona. Il primo è il rischio di violare le norme sulla financial assistance, che impediscono accordi paralleli e condizioni preferenziali a fronte di sottoscrizioni di titoli. Il secondo è la possibile emersione di due nuove parti correlate, disposte a pagare oggi per ottenere parte degli utili di domani, quindi minando la stabilità futura del Monte.

 

monte dei paschi di siena

Un terzo motivo della fretta, non esplicitato ma chiaro al management, è la positiva fase di mercato cominciata giovedì 8 dopo che la Bce ha alzato di 75 punti base i tassi. Una manna per le banche europee, che ha favorito il ritorno degli acquisti sul comparto. Barclays ha stimato un incremento dei margini d'interesse medio del 10% nel 2023, con Mps nella media. L'indice Euro Stoxx bancario è salito circa del 10% da allora, e l'azione senese, caduta al minimo di 28 centesimi in vista dell'aumento, è risalita in una settimana a 35 centesimi.

 

MONTE DEI PASCHI

Senza l'aiuto degli investitori di mercato, comunque, l'operazione salta, e lo si intuisce anche dall'intreccio, un po' opaco, delle autorizzazioni. L'Antitrust Ue, difatti, parrebbe avere concesso l'ok, il 2 agosto, solo al rinnovo degli impegni del governo su Mps e a una generica ricapitalizzazione "inscindibile", che garantiva la raccolta di tutti i 2,5 miliardi, con il Tesoro limitato alla quota parte di 1,6 miliardi. Ma poi i manager e le banche garanti hanno preferito rendere l'aumento "scindibile", per potersi accontentare di importi parziali. Bruxelles tuttavia non accetterebbe un'operazione limitata ai fondi statali, dato che la banca dal 2017 è sotto aiuto di Stato.

 

La montagna da scalare è alta, come si vede. Ma gli indizi positivi delle ultime due settimane inducono anche Fratelli d'Italia a una fiducia cauta in Lovaglio e nel suo aumento "bruciante". «Dopo le rassicurazioni date dall'ad di Mps in assemblea, e data la sua esperienza, confidiamo che riesca a concludere l'operazione con successo, senza creare problemi alla finanza pubblica», dice Maurizio Leo, responsabile economico del partito. Un intuitu personae, insomma, che se tutto va liscio potrebbe valere a Lovaglio il rinnovo tra sette mesi: tra l'altro giovedì la banca ha eliminato dallo statuto i limiti di età che avrebbero impedito al nuovo capo di candidarsi.

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

 

Il cda 2023-25, salvo colpi di scena ancora scelto dall'azionista Tesoro dovrà anche indirizzare, e "dotare", l'aggregazione promessa all'Antitrust Ue: «Vedremmo con grande favore la formazione di un polo bancario che, conservando l'italianità, sappia assicurare livelli occupazionali, servizi di credito e profitti agli azionisti», aggiunge Leo.

luigi lovaglioGIORGIA MELONI - CONFCOMMERCIO 2luigi lovaglio 2

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....