
LA MORTE BEFFARDA DELL’UOMO SUPERSONICO – LO SKYDIVER AUSTRIACO FELIX BAUMGARTNER, CHE NELLA SUA CARRIERA HA AFFRONTATO PERSINO UN LANCIO DA UN’ALTITUDINE DI QUASI 40MILA METRI, E' MORTO IERI, A CAUSA DI UN MALORE, DURANTE UN VOLO, CASCANDO IN UNA PISCINA DI UN CAMPEGGIO DI PORTO SANT'ELPIDIO, IN PROVINCIA DI FERMO - UNA FINE INGLORIOSA PER IL 56ENNE CHE E' STATO IL PRIMO UOMO A INFRANGERE IL MURO DEL SUONO SENZA BISOGNO DI UN VELIVOLO, RAGGIUNGENDO UNA VELOCITÀ DI 1.342,6 KM/H - IL RICORDO DI QUELL'IMPRESA: “QUELLO CHE TEMEVO ERA L'EBOLLIZIONE DEL SANGUE” – DOPO L’ATTERRAGGIO NEL DESERTO DEL NEW MEXICO, INVECE DI FESTEGGIARE, ANDÒ A… - VIDEO
Estratto dell’articolo di Emanuela Audisio per "la Repubblica”
https://www.repubblica.it/cronaca/2025/07/18/news/felix_baumgartner_tuffo_terra_spazio-424737998/
Diceva che non si può sempre saltare giù. Lui l'aveva fatto dallo spazio, anzi dalla stratosfera. Buttandosi con i piedi, in verticale. Il suo trampolino era stato a 38.969 metri di altitudine. […]
Raccontava che quel tuffo restava la sua firma sul mondo, un capolavoro di questo secolo, ma che lui cercava altri modi di vivere. […]
Felix Baumgartner, skydiver e paracadutista austriaco, è morto a 56 anni. Era in vacanza nelle Marche, gli è stato fatale un lancio effettuato a Porto Sant'Elpidio, vicino a Fermo. L'atleta si è lanciato con il parapendio ma durante il volo è stato colto da un malore, ha perso il controllo, è precipitato su una struttura dove in piscina c'erano molti bambini. […] Su una cabina di legno le cui schegge hanno ferito una ragazza che non è in gravi condizioni. […]
Felix in una domenica di ottobre del 2012 decise di uscire da una capsula portata a un'altitudine di quasi 40 chilometri per iniziare una caduta libera verso la Terra che gli permise di diventare il primo uomo al mondo a infrangere il muro del suono senza bisogno di un velivolo. A 1.342,8 chilometri orari. Un proiettile umano, supersonico per 30 secondi. Il bang si sentì benissimo nel deserto del New Mexico dove lui atterrò con il paracadute, ma anche nella diretta streaming dove c'erano 8 milioni di persone collegate (non proprio live, una differita di 20" garantiva l'esclusione di un'eventuale morte in diretta).
[…] L'uomo che cadde sulla Terra, titolò qualcuno. L'impresa sponsorizzata dalla Red Bull che realizzò anche un documentario (Space Jump) aveva avuto bisogno di due anni di preparazione. Con un problema che sembrava insormontabile: la claustrofobia di Felix che un anno prima era fuggito in lacrime dall'allenamento. «Per scendere, bisogna salire. E tre ore nella navicella, imprigionato nello scafandro da astronauta, mi mandavano in crisi. Dovetti andare in terapia da uno psichiatra che mi ha aiutò a superare l'ansia. Lo dico a tutti: non vergognatevi delle paure, fatevi aiutare, non sempre ce la facciamo da soli».
Baumgartner aveva 43 anni allora, faceva lo stuntman e il paracadutista estremo, […] aveva apprezzato la domanda di una giornalista: non si è vergognato a far soffrire così tanto sua madre che era lì a guardarla? Ammetteva di non averci pensato e si era scusato con queste parole: «Se non avessi provato quella caduta libera, sarei rimasto infelice per tutta la vita. A cinque anni ho fatto un disegno: io nel cielo che volo da una navicella. Era il mio sogno da sempre». […]
Tante cose erano andate storte quel giorno: la sua visiera si appannò e a un certo punto diventò un puntino impazzito che roteava. «Riuscii a uscire da quel vortice allargando lentamente il braccio, ero un paracadutista acrobatico, ma quello che temevamo era l'ebollizione del sangue».
[…] Felix […] rifiutò il piedistallo. Scappò dalla base, vide l'alba nel deserto e se ne andò tutto solo a bere un caffè in un bar di Albuquerque. Diceva che nel mondo c'era troppa negatività. «Bisogna incoraggiare chi sogna, chi ha energie, e soprattutto chi le allena. Perché senza disciplina non vai da nessuna parte. Noi abbiamo offerto a chi non era ancora nato nel 1969 la possibilità di assistere dal vivo ad un altro tipo di allunaggio. In modo da regalare alle nuove generazioni la loro impresa».
Baumgartner si era messo la gloria alle spalle e subito dopo si era ritirato dalle sfide estreme (anche se gli piaceva ancora guidare l'elicottero in modo poco convenzionale). Aveva guardato il nostro mondo da lassù e aveva capito: «A volte devi andare in alto per vedere meglio quello che c'è in basso. La terra e tutto il suo blu mi è parsa minuscola, mi sono reso conto che viviamo in una pianeta delicato, che va protetto e non distrutto, perché è l'unico che abbiamo». È l'ultima cosa che ha visto.
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FELIX BAUMGARTNER NELLO SPOT SONY
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