medici

“NON ABBRACCIO MIO FIGLIO PER NON CONTAGIARLO, COSA PENSERÀ DI ME?” – I RACCONTI DI MEDICI E INFERMIERI AGLI PSICOLOGI TRA PAURE E PREOCCUPAZIONI – NON SOLO TURNI MASSACRANTI E SOVRACCARICO DI LAVORO, MA ANCHE LE NUOVE PROCEDURE, COME QUELLA DELLA VESTIZIONE: RICHIEDE TEMPO (CHE NON C’È) E PRECISIONE. TUTTI SONO TERRORIZZATI DI NON FARE ABBASTANZA ATTENZIONE…

Elisa Cornegliani per www.ilfattoquotidiano.it

 

medici

“Ho l’angoscia di diventare io l’untore dei miei cari”. “Non abbraccio mio figlio da settimane, cosa penserà di me?”. “Dieci ore dentro a un’armatura. Io non ce la faccio”. Gli operatori sanitari hanno paura: essere contagiati, contagiare la propria famiglia, non riuscire a reggere i ritmi, non essere in grado di sopportare guanti, maschere e tute. La maggior parte si auto-isola per ridurre i rischi, molti non riescono a scindere le ore di lavoro da quelle – poche – di vita privata.

 

Gabriella Biffa, direttrice dell’Unità operativa di psicologia clinica e psicoterapia dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, raccoglie i loro racconti da una settimana. Tanto è passato da quando lei e i suoi colleghi hanno avviato il progetto di supporto psicologico destinato al personale sanitario delle unità operative maggiormente coinvolte nell’emergenza: “Abbiamo lavorato con tale intensità che sembra trascorso un mese”, dice al Ilfattoquotidiano.it

 

 

medici

Dottoressa Biffa, come funziona il vostro programma?

Operiamo attraverso videochiamate su Whatsapp: così rispettiamo le misure di sicurezza e gli stessi operatori sanitari, per primi, si sentono più sicuri. Abbiamo diffuso un numero da contattare per fissare gli appuntamenti. Quando è scoppiata l’emergenza abbiamo voluto metterci a disposizione per dare il nostro supporto, dove possibile. Una situazione mai vista prima: alcuni miei colleghi mi stanno chiamando da altre parti d’Italia per chiedermi come stiamo procedendo, cosa intendiamo fare per aiutare il personale coinvolto in prima linea contro il Coronavirus. Siamo tutti spiazzati.

 

Quali sono le principali difficoltà che vengono raccontate?

Ci riportano la fatica fisica. Non solo turni massacranti e sovraccarico di lavoro, la maggior parte di loro ha dovuto anche apprendere in fretta nuove procedure, come quella della vestizione: richiede tempo – che non c’è – e precisione. Tutti sono terrorizzati dall’idea di sbagliare qualche passaggio, di non fare abbastanza attenzione. Maschere e tute – che comunque i pazienti sembrano considerare strumenti di protezione e di cura, e non barriere comunicative – rendono i movimenti più goffi, abbassano la qualità dell’ossigenazione.

medici

 

Temono di non saper reggere un turno intero avvolti in quelle armature. E naturalmente, c’è la paura che la disponibilità di questi presidi possa esaurirsi. Poi, c’è la fatica psichica: soprattutto sono atterriti dal fatto che questa emergenza sembra avere confini temporali incerti. Mi dicono: “Se sapessimo fino a che punto spingere le nostre fatiche, avremmo più forza. Ma questo punto non si raggiunge mai”. Il livello massimo di impegno viene sempre spostato più in alto, e hanno paura di non poter reggere. I giovani specializzandi hanno il terrore di non essere preparati a sufficienza.

 

medici

Una delle principali difficoltà, molto condivisa, è spiegare ai famigliari dei ricoverati che non possono avvicinarsi, neanche quando stanno per morire. Tutti convivono con un forte senso di impotenza e di angoscia, perché ormai sono abituati a vedere la morte con cadenza pressoché quotidiana e di riflesso temono per la propria vita e soprattutto per quella dei loro cari. Ecco: un operatore mi ha detto “ho paura di essere io l’untore della mia famiglia”.

 

 

Quale effetto sta avendo l’emergenza coronavirus sulle famiglie degli operatori sanitari?

Molti di loro si auto isolano per evitare il contagio, e non vedono i propri figli da settimane. Tutti quelli che si trovano in questa situazione hanno paura di non essere dei bravi genitori, soprattutto se i bambini sono piccoli, temono che non possano capire cosa sta succedendo. Li lasciano ai nonni, che a loro volta sono l’anello debole di questa pandemia, e il senso di colpa aumenta.

 

Spesso non riescono a scindere vita privata e vita lavorativa. In questo caso si parla di Sindrome da corridoio, introdotta nel decreto legislativo 81 del 2008 riguardante la sicurezza sul posto di lavoro: le due sfere, professionale e personale, sono unite da una sorta di corridoio immaginario. L’operatore, quindi, non stacca mai. Anche a casa continua a pensare alla realtà lavorativa che ha lasciato, in stato di emergenza e con colleghi stanchi quanto lui.

medici

 

Come intervenite? Ci sono problematiche su cui è possibile agire subito e altre per le quali invece è necessario un periodo più lungo?

Entrambe le cose. Quando abbiamo avviato questo servizio abbiamo voluto dedicarci a una risposta di tipo immediato, che prevenga uno stato di stress cronicizzato, un rebound che rischia di essere violento. Con questo termine intendiamo il contraccolpo psicologico ed emotivo che può insorgere negli operatori nelle fasi successive al trauma (fino a generare e strutturare un disturbo post traumatico da stress). Al tempo stesso abbiamo capito subito che la gran parte del lavoro dovrà essere fatto dopo, quando l’emergenza sarà conclusa. È stato così anche con il Ponte Morandi.

 

Per il momento, ci stiamo concentrando sulla valorizzazione della dimensione privata: li invitiamo a coltivare piccole sfere di quotidianità che abbiano scopo e potere ricreativo, a pensare a loro stessi anche per pochi minuti al giorno. Inoltre, vogliamo creare una sorta di bibliografia virtuale di riferimento da caricare sul nostro sito aziendale, con testi vagliati dalla nostra equipe o scritti da noi sulla base di fonti scientifiche, che supportino il personale sanitario.

 

coronavirus medici 1

Sul lungo periodo, invece, bisognerà concentrarsi sull’elaborazione del vissuto e sui segni che avrà lasciato negli operatori. Il vantaggio sarà che potremo recuperare la dimensione del gruppo, che adesso è fuori discussione. Sarà possibile fare sedute collettive aiutandoci con le tecniche del defusing (distanziarsi da quanto avvenuto e parlarne insieme) e dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing: un approccio terapeutico specifico per il trattamento dello stress post traumatico, ndr). Ovviamente, poi, andremo avanti con colloqui individuali per chiunque lo vorrà.

 

 

Ha citato il Ponte Morandi. In quel caso, la sua equipe ha accompagnato i famigliari delle 43 vittime a riconoscere i corpi dei loro cari. Ha riscontrato differenze nel modo di affrontare queste due emergenze?

le foto di medici e infermieri che lottano con il coronavirus

In quel caso sia gli operatori sanitari che noi del servizio di psicologia ci sentivamo più forti. Non eravamo in pericolo da un punto di vista fisico, la nostra vulnerabilità era di carattere emotivo. Certo, inutile dire quanto sia stato difficile e pesante su quel piano, ma almeno potevamo essere presenti anche con tutte le nostre energie. In questo caso, no. Siamo tutti – tutti – a rischio contagio e la nostra fragilità è raddoppiata, è sia fisica che psicologica.

 

E chi supporta voi psicologi, impegnati a gestire la sofferenza di chi cura malati in condizioni così difficili?

le foto di medici e infermieri che lottano con il coronavirus 2

Faremo qualcosa anche in questa direzione, come abbiamo fatto in seguito al Ponte Morandi. Ma adesso è ancora presto: ce ne occuperemo a emergenza conclusa.

le foto di medici e infermieri che lottano con il coronavirus 3giovani medicicoronavirus medici le foto di medici e infermieri che lottano con il coronavirus 1

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....