charles bukowski

“NON RIESCO A CAPIRE NESSUNO SCRITTORE CHE SMETTE DI SCRIVERE. È COME SE TI STRAPPASSI IL CUORE PER SCARICARLO NEL CESSO CON GLI STRONZI” - LE LETTERE DI CHARLES BUKOWSKI A EDITORI, POETI, DIRETTORI E AMICI – “SONO UN UOMO PERICOLOSO QUANDO SONO LASCIATO LIBERO ALLA MACCHINA PER SCRIVERE. SCRIVERÒ FINO AL MIO ULTIMO DANNATO RESPIRO..."

Luigi Mascheroni per il Giornale

 

Prima confessione: «Non sono neppure un vero artista - sappi che sono una sorta di impostore - della specie che scrive dai visceri del disgusto, quasi sempre», lo scrive nel dicembre 1954 a Caresse Crosby, editrice, attivista e Signora dell'«arte erotica femminile».

CHARLES BUKOWSKI

 

Seconda confessione: «Sono un uomo pericoloso quando sono lasciato libero alla macchina per scrivere» (che sarebbe un bel titolo per un libro...), e la frase è in una lettera indirizzata nel 1960 a W.L. Garner e Lloyd Alpaugh, editori di una piccola rivista letteraria.

 

Terza confessione: «Quando tutto funziona a meraviglia non è perché tu hai scelto di scrivere ma perché la scrittura ha scelto te. È quando impazzisci per scrivere, è quando ti riempie le orecchie, le narici, e te la ritrovi sotto le unghie. È quando non c'è speranza se non la scrittura», e il destinatario della lettera, datata l'antivigilia di Natale del 1990, è William Packard, poeta, drammaturgo e fondatore del New York Quarterly.

CHARLES BUKOWSKI cover

 

E si potrebbe andare avanti parecchio, confessione dopo confessione, spulciando fra la sterminata corrispondenza di Charles «Hank» Bukowski (Andernach, 1920 - Los Angeles, 1994), oltre duemila pagine - a volte scarabocchiate con schizzi e disegni - fra le quali l'editor Abel Debritto ha selezionato un gruppo di testi, fino ad allora inediti, pubblicandoli nel libro On Writing, uscito qualche anno fa negli Stati Uniti e ora, nel centenario della nascita dello scrittore americano, in Italia: Charles Bukowski, Sulla scrittura (Guanda).

 

bukowski

In realtà, a dispetto del titolo, non si tratta di una manuale di scrittura o di consigli su come scrivere, tipo - chessò - il celebre On Writing di Stephen King. E in effetti il titolo giusto - grammaticalmente scorretto però - sarebbe «In» Writing, perché la scelta delle lettere prova a entrare dentro la scrittura di Bukowski, a farci capire cosa significasse per lui mettersi alla macchina per scrivere, cosa provasse a picchiare sui tasti, bevendo e fumando, per tirarci fuori un racconto o una poesia che se andava bene finivano su una rivista, magari neppure così famosa, se no Amen, si ritentava infilando un altro foglio bianco nel rullo...

 

charles bukowski 1

«Non riesco a capire nessuno scrittore che smette di scrivere. È come se ti strappassi il cuore dal petto per scaricarlo nel cesso con gli stronzi. Scriverò fino al mio ultimo dannato respiro, fregandomene se qualcuno pensa che sia bello o brutto. La fine come il principio. Era scritto che fosse così. È semplice e profondo. Adesso la smetto di scrivere di questo, così posso scrivere di altro», confessa in una lettera del 12 luglio 1991 a John Martin, il leggendario editore che fondò la Black Sparrow Press soltanto per pubblicare i racconti del poeta-postino che gli capitava di leggere sulle riviste underground di cui era ghiotto.

 

Comunque, Sulla scrittura è imperdibile, anche per i non bukowskiani. Raccoglie lettere del vecchio «Hank» a editori, redattori e direttori delle centinaia di riviste a cui mandava racconti e poesie, e a molti colleghi scrittori (Henry Miller, Lawrence Ferlinghetti, Whit Burnett e il suo eroe letterario John Fante sono solo alcuni dei destinatari, ma a un certo punto appare anche una lettera del 1969 a Paloma Picasso, la quale rifiutò la pubblicazione sulla sua rivista di alcune poesie che Bukowski le aveva mandato), ma non solo.

 

Oltre all'epistolario c'è una colorita quarta di copertina scritta di suo pugno per il volume Storie di ordinaria follia, un'introduzione inedita per il suo primo libro tradotto in olandese, e una parodia (incompiuta) sulle riviste letterarie intitolata La rivista della carta igienica... Il tutto sparso in un arco cronologico che va dalla fine della Seconda guerra mondiale, quando Bukowski era un signor nessuno, al 1993, l'anno prima della morte, quando era ormai celebre oltre ogni immaginazione.

bukowski

 

charles bukowski 17

La verità è che Charles Bukowski scrisse per più di cinquant'anni, tutti i giorni, di tutto («Forse scrivo troppo. Ma per me non sarà mai troppo. Sono proprio fissato», da una lettera a John Martin del '91), e sempre rimanendo uguale a se stesso. Scriveva perché si divertiva a farlo, scriveva perché non poteva farne a meno, e scriveva per non restare solo. «Ogni passo che compio è un passo attraverso l'inferno. Penso che i giorni siano brutti e poi arriva la notte. La notte arriva e le belle donne dormono con gli altri uomini - uomini con musi di ratto, con musi di rospo. Fisso in alto il soffitto e ascolto la pioggia o il suono del nulla e attendo la morte. Queste poesie sono uscite da tutto questo. Non sarò mai completamente solo se anche soltanto una persona al mondo le capirà», confessa all'amico Gerard Belart, nel gennaio 1970.

 

charles bukowski 7

Bukowski qui racconta quello che fa durante il giorno, le persone che incontra, i suoi progetti, cosa sta scrivendo, i suoi successi (quando una rivista accetta un suo testo!), i tanti fallimenti (quanti rifiuti...), le critiche alla sua scrittura «sgrammaticata» e senza stile (e invece, uno stile lo aveva, eccome quel vecchio ubriacone), e il senso che aveva per lui scrivere («Sento che la scrittura è sempre lì, sento le parole azzannare la carta, e ne ho bisogno come non mai...», lettera dell'ottobre 1992 a Jack Grapes, fondatore del «Los Angeles Poets & Writers Collective».

 

Sulla scrittura è un libro magnifico, non tanto per chi ama Bukowski, quanto per chi ama scrivere. Un libro che insegna almeno tre cose. La prima: quale incredibile mistero sia l'atto di inventare storie. La seconda: come un uomo che ha passato la vita tra corse di cavalli, donne e birra sia potuto diventare un'icona delle letteratura americana. La terza: che non è vero che scrivere salva la vita o le dia un senso. Ma la riempie, e non è poco.

charles bukowski 16charles bukowski 14charles bukowski 10charles bukowski 11charles bukowski 15charles bukowski storie di ordinaria follia

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…