
“NON ERA UN PRETE GRINGO. È SEMPRE STATO UNO DI NOI” - GUILLERMO INCA PEREDA, SEGRETARIO GENERALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE PERUVIANA CHE HA LAVORATO PER NOVE ANNI CON ROBERT FRANCIS PREVOST, FA UN RITRATTO DEL NUOVO PAPA CHE VA VISSUTO IN PERÙ PER OLTRE 20 ANNI: “NON SI SENTIVA DIVERSO. FORSE ANCHE PERCHÉ DOMINA BENE LA LINGUA. QUI È STATO UN UOMO DI COMUNIONE. HA SEMPRE COSTRUITO PONTI. IN COSA SARÀ DIVERSO DA BERGOGLIO? SARÀ MENO IMPULSIVO NELLA COMUNICAZIONE, PER IL RESTO ENTRAMBI HANNO UN’ANIMA LATINOAMERICANA” – LA FESTA DIOCESI DI CHICLAYO, UN TEMPO GUIDATA DA PAPA LEONE XIV: “È UN PAPA PERUVIANO…”
1. IL PERÙ LA SECONDA PATRIA DEL VESCOVO A CAVALLO “IL SUO CUORE RESTA QUI”
Estratto dell’articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”
robert francis prevost a cavallo
«Lo abbiamo visto apparire su quel balcone in tv. E con gli altri sacerdoti ci siamo abbracciati commossi». Padre Fidel Purisaca Vigil, portavoce della diocesi di Chiclayo un tempo guidata da papa Leone XIV, dice trafelato al telefono di «avere poco tempo», assediato com’è dai giornalisti: «Ma è un piacere condividere la gioia per l’elezione di chi ci ha insegnato con l’esempio ad affrontare i problemi, mantenendo il buon umore».
Nella quarta città più popolosa del Perù, le campane hanno suonato a festa: «Abbiamo lasciato la cattedrale di Santa Maria aperta fino a tardi. La gente continuava ad arrivare, cantando, pregando. Qualcuno ha perfino portato uno striscione con su scritto “El Papa tiene corazon chiclayano”, esaltandoci tutti».
robert francis prevost a cavallo
Che «el Papa es peruano», è peruviano, lo dice anche Dina Boluarte, presidente dello stato sudamericano dove Robert Prevost ha vissuto 38 anni: gli ultimi 8, appunto, nella Chiclayo evocata durante il saluto in piazza San Pietro. «È cittadino peruviano dal 2015», ha sottolineato la presidente, perché così richiede ai vescovi il concordato fra Vaticano e Perù, ma anche per «espansione del suo amore per il nostro Paese».
robert francis prevost e i fratelli
Con lei Prevost non è sempre stato tenero: nel 2023 ne criticò la gestione violenta delle proteste, sostenendo chi era in piazza contro la corruzione: «una popolazione che si sente dimenticata, ignorata e ha lamentele legittime», disse l’allora vescovo.
Che lavorava alla riconciliazione quando Francesco lo nominò cardinale, chiamandolo ad altri incarichi. Provò a opporsi: «Non è il momento di lasciare il Paese. Vorrei continuare a sostenere questo popolo». Salvo congedarsi il 12 aprile 2023: «Porterò Chiclayo nel cuore della Chiesa».
Promessa mantenuta in quel suo saluto al «popolo fedele che ha accompagnato il suo vescovo, condiviso la sua fede e dato tanto».
[…] Era il 1985 quando il chicagoan laureato in Pennsylvania approdò, missionario agostiniano trentenne, a Chulucanas, città celebre per ceramiche e manghi, dove ha tutt’ora una figlioccia chiamata Mildred, come sua madre. La figlia dell’ex chierichetto Hector Camacho, racconta oggi ai giornali peruviani che «accettò di farmi da padrino nonostante i preti non fossero soliti farlo. Mi scrive, manda doni».
robert francis prevost alla diocesi di chiclayo in peru
Fra il 1988 e il 1998 è a Trujillo, costa nord, dove assume diversi ruoli: priore della comunità agostiniana, direttore della formazione, vicario, professore di Diritto, in un’epoca turbolenta segnata da crisi economica, terrorismo di Sendero Luminoso e reazione autoritaria di Alberto Fujimori (cui nel 2017 chiese, poco prima della grazia concessagli dal governo, di «scusarsi con le vittime». Consiglio seguito parzialmente)
Dopo un intermezzo di 12 anni trascorsi nella sua Chicago, tornò in Perù nel 2014: nominato da Francesco vescovo di Chiclayo, appunto, un milione di persone seguite da soli 90 sacerdoti, e per questo da lui percorsa instancabilmente con ogni mezzo. Perfino a cavallo, pur di promuovere programmi contro la malnutrizione infantile e visitare villaggi travolti dal Niño.
Nel 2018 aggiunge il compito di vicepresidente della Conferenza episcopale peruviana, cui somma anche altri incarichi. «Lo preoccupava l’ascesa aggressiva delle chiese evangeliche che sottraevano fedeli. Mi diceva “Vanno via perché nessuno si occupa di loro”», racconta l’ex ministro degli Interni José Luis Pérez Guadalupe alla Bbc .
Su quegli anni pesa però un’ombra terribile: il sospetto insinuato già nel 2019 (e rilanciato durante il conclave) da Snap, Rete dei sopravvissuti agli abusi dei sacerdoti, di non aver affrontato adeguatamente certe accuse di molestie su minori avvenute nella sua diocesi. Smentite, in realtà, dall’arcivescovado di Chiclayo già nel 2024: «Furono subito segnalate alla Santa Sede». Dove, a un’iniziale archiviazione per mancanza di prove, è seguita un’indagine tuttora in corso.
Ma secondo una clamorosa intervista rilasciata tre giorni fa alla rivista Religion Digital dal giornalista peruviano Pedro Salinas che, con Paola Ugaz, ha indagato a fondo sulle molestie perpetrate all’interno della comunità religiosa Sodalicio de Vida Cristiana , soppressa da Papa Francesco a gennaio — è tutta una montatura: « Falsità costruite dai ranghi di quel movimento, sostenuto dall’estrema destra della Chiesa peruviana per screditarlo e delegittimare agli occhi dell’opinione pubblica».
robert francis prevost papa leone xiv
2. PADRE PEREDA “NON ERA UN PRETE GRINGO ARRIVAVA DAGLI USA MA ERA UNO DI NOI”
Estratto dell’articolo di Laura Lucchini per "la Repubblica"
Guillermo Inca Pereda è segretario generale della Conferenza episcopale peruviana. Da 40 anni in servizio, per nove ha lavorato a contatto con l’allora monsignor Prevost.
[…] quando l’avete visto uscire?
«Quando è stato detto il nome Robert Francis, ovviamente non poteva essere nessun altro. È stata una gioia immensa. Ed eravamo profondamente grati verso Dio».
Vi siete sorpresi quando si è rivolto a voi parlando in spagnolo?
robert francis prevost papa francesco
«Ci ha resi felici. Perché parlava la nostra lingua, della nostra patria e di un villaggio, Chiclayo, che conosciamo e amiamo».
[…]
Lei lo conosce personalmente...
«Ho avuto la fortuna di lavorare con lui mentre era vicepresidente della Conferenza. All’epoca era anche presidente della Commissione per la protezione dei minori. Lì ho potuto percepire la sua capacità di esaminare le cose, la sua lucidità e la sua disponibilità ad aiutare le persone anche nei casi più difficili. Era molto disponibile e vicino».
Un ricordo specifico?
robert francis prevost durante un alluvione in peru
«Gli si poteva scrivere anche alle 11 di sera, era sempre disponibile. Rispondeva con estrema chiarezza e ti mandava a dormire con tranquillità. Ci aiutava sempre a sciogliere i dubbi».
Ci sono diverse interpretazioni su come sarà il papato di Leone XIV.
«Posso dire che monsignor Prevost ci è sempre stato molto vicino. Non ha mai imposto una distanza.
Alcuni mi hanno chiesto se era un prete “gringo”. La risposta è no. Non era un “gringo” arrivato in Perù, non si sentiva diverso. Forse anche perché domina bene la lingua. Qui è stato un uomo di comunione. Ha sempre costruito ponti».
jorge mario bergoglio robert francis prevost
Cosa lo distingue da Bergoglio?
«Sarà meno impulsivo nella comunicazione, per il resto entrambi hanno un’anima latinoamericana e un tono simile che li contraddistingue».
La Chiesa del Perù è stata scossa da un grave caso di abusi. È un capitolo chiuso?
«È una delle ferite più dolorose della Chiesa peruviana ma è una ferita che credo si stia arginando anche grazie a Francesco».
Alcuni hanno cercato di tirare in ballo anche Leone XIV.
«Chi tira fuori questi temi nei confronti dell’attuale Papa non ha buone intenzioni. L’ho visto e sentito ripetere che le vittime vengono per prime, che la verità sta al di sopra di qualsiasi gruppo e che dobbiamo difendere la verità e accogliere le vittime».
statua del cristo redentore a rio de janeiro illuminata con l'immagine di papa leone XIV
festa di compleanno di robert francis prevost in peru luglio 2019
robert francis prevost 2
robert francis prevost bambino
robert francis prevost 3
john joseph prevost con il fratello papa leone xiv