golan tundra piombino protesta proteste rigassificatore nave

SIAMO SEMPRE I SOLITI: VOGLIAMO IL GAS MA NON IL RIGASSIFICATORE VICINO CASA – A PIOMBINO SONO TUTTI CONTRARI ALLA NAVE GOLAR TUNDRA, COMPRATA DA SNAM – IL GOVERNO E IL COMMISSARIO HANNO TROVATO UN ACCORDO PER PIAZZARE LA PIATTAFORMA NEL PORTO SOLO PER 3 ANNI E NON PER 25, MA DA DESTRA A SINISTRA TUTTI SI OPPONGONO  – E IL COMUNE SI È GIÀ RIVOLTO A UN POOL DI AVVOCATI E TECNICI PER FARE RICORSO ALL’IMMANCABILE TAR…

Grazia Longo per “La Stampa”

 

protesta contro la nave golan tundra a piombino

C'è chi la paragona a una «bomba più potente 10 volte di quella di Hiroshima». Chi stigmatizza i danni «agli allevamenti di pesce e al Santuario dei cetacei e alla salute dell'uomo per colpa del cloro dispero in mare». Chi la boccia «per il rischio di declassamento degli immobili e della nuova dimensione turistica della città».

 

Ieri pomeriggio all'assemblea pubblica, nel giardino del centro giovani di Piombino, promossa dai Comitati contro la nave rigassificatore, la notizia dell'accordo tra il commissario Eugenio Giani e il governo sulla permanenza della piattaforma nel porto di Piombino per 3 anni invece dei 25 proposti inizialmente dalla Snam non sposta di una virgola la ferma opposizione al progetto.

protesta contro la nave golan tundra a piombino 1

 

«Altro che 3 anni, non la vogliamo neppure per 3 minuti - incalza Roberta Degani, presidente del comitato Salute pubblica di fronte a un pubblico di poco oltre 300 persone -. È troppo vicina all'area dove si alleva il 60 per cento del pesce consumato in Italia e agli scali dei traghetti che ogni giorno d'estate portano, con 120 corse, i turisti all'isola d'Elba».

 

La nave rigassificatore Golar Tundra, lunga 300 metri, voluta dal governo e comprata dalla Snam per 350 milioni di dollari per fronteggiare l'emergenza energetica e produrre il 6,5% del fabbisogno nazionale, ha unito un'intera comunità contro il progetto. Dai partiti di destra a quelli di sinistra, passando per comuni cittadini e pescatori, il coro di no è unanime.

 

golan tundra 1

Il sindaco Francesco Ferrari, avvocato, che nel 2019, eletto nelle fila di Fratelli d'Italia, ha archiviato in un colpo 70 anni di giunte di sinistra prende la parola all'assemblea e chiarisce che non si tratta di «un no a priori, non è sindrome Nimby. Non basta la garanzia dei tre anni, il rigassificatore crea problemi sia sul fronte della sicurezza, sia su quelli ecologico ed economico anche solo per un giorno».

 

E aggiunge: «È stata siglata un'intesa sulla pelle dei cittadini. A Livorno il rigassificatore sorge a 22 km dalla costa, in mare aperto. E un progetto analogo è previsto per Ravenna. Mentre noi dovremmo averlo in mezzo al porto. E poi siamo seri: la nave rigassificatore, che trasforma in materia gassosa il gas liquido portato da un'altra nave non risolve il problema dell'autonomia energetica perché siamo sempre vincolati ad altre nazioni. Perché, invece, non si riattivano i 750 pozzi di gas, prevalentemente nel mar Adriatico? Questi favorirebbero la produzione di 30 miliardi di metri cubi all'anno contro i 5 miliardi del rigassificatore. Per non parlare dei costi: l'estrazione dall'Adriatico costerebbe 5 centesimi al metro cubo contro i 70 di quello importato e lavorato dal rigassificatore».

 

golan tundra

Il Comune si è già rivolto a un pool di avvocati e tecnici per fare ricorso al Tar. Accanto a Ferrari tutti i partiti, compresi quelli che tradizionalmente non fanno certo accordi con Fdi. Il segretario Pd di Piombino, Andrea Baldassarri, conferma: «Qui non si tratta di colore politico. Ci fanno sempre tante promesse e non ne mantengono una.

 

Abbiamo 1.650 cassa integrati della siderurgia e sacche estese di lavoro nero e l'unica risposta che il governo ci dà è il rigassificatore a cui ci opponiamo con fermezza». Il pensionato Ciro Schisani se la prende con «il governo che vuole passare sopra le nostre teste». E la ventenne Teresa Vallini è preoccupata perché «proprio ora che Piombino si stava riqualificando con il turismo rischia di avere pericolo incombente».

 

protesta contro la nave golan tundra a piombino 2

Anche la gente che lavora al porto rilascia pareri intrisi di rabbia e disillusione. Francesco Pampana, titolare di una piccola azienda che alleva cozze: «Tre anni sono un'eternità.

Il rigassificatore in porto, anche per poco tempo, danneggerà inevitabilmente l'allevamento e le garanzie della Snam non ci bastano. Perché non dimentichiamo che il vagone incendiato di Viareggio e la Moby Prince avevano delle garanzie che però sono andate a farsi benedire».

 

Claudio Pedroni, presidente dell'Agroittica Toscana, secondo polo nazionale con la produzione di 2.700 tonnellate all'anno di branzini, orate, ricciole, spiega che «il rigassificatore per la pulizia dei tubi butterebbe nel mare 86 chili di ipoclorito di sodio, praticamente cloro, al giorno, 31 mila chili all'anno. Inoltre getterebbe sempre in mare acqua a 7 gradi in meno causando uno shock termico per i pesci. I nostri allevamenti sono troppo vicini al porto. Il rigassificatore va messo al largo, off shore».

 

COME FUNZIONA UN RIGASSIFICATORE

L'unico a favore è il commissario nominato da Draghi, il governatore della Toscana Giani: «L'accordo dei 3 anni, con l'impegno di spostare poi la piattaforma in mare aperto, è un grande successo. Ma il mio sì è vincolato al fatto che venga rispettato il mio memorandum. Si tratta di 10 compensazioni che vanno dalla bonifica della falda acquifera e dei siti siderurgici, alla creazione di una strada che colleghi il centro di Piombino al porto e alla realizzazione di fonti di energia rinnovabili».

 

Possibilista «a fronte di un'istruttoria per verificare la ricaduta in termini di sicurezza e sviluppo dell'attività portuale» è, infine, Luciano Guerrieri, presidente dell'Autorità di sistema portuale di Livorno e Piombino.

rigassificatore di livorno 1PROTESTA CONTRO IL RIGASSIFICATORE rigassificatore a la spezia 3rigassificatore a la spezia 1rigassificatore a la spezia 2rigassificatore di livorno 2rigassificatore di livorno 3

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....