foibe

LA TRAGEDIA DELLE FOIBE: “LA GUERRA L'HANNO FATTA E PERSA TUTTI GLI ITALIANI, MA IL PREZZO DELLA SCONFITTA LO HANNO PAGATO GLI ITALIANI DEL NORD-EST” – GIANNI OLIVA SPIEGA PERCHE’ SI È IGNORATA LA STRAGE E L’ESODO DI MIGLIAIA DI CITTADINI CHE NON ERANO “NÉ DI DESTRA NÉ DI SINISTRA, MA SOLO VITTIME DELLA GUERRA” – SI E’ TRATTATO DI UN INDICIBILE "SILENZIO INTERNAZIONALE" (NEL 1948, QUANDO STALIN ESPULSE TITO DAL COMINFORM, LA JUGOSLAVIA DIVENTÒ PER L'OCCIDENTE UN INTERLOCUTORE), “DI PARTITO" (IL PCI DI TOGLIATTI RESTAVA SUBALTERNO ALLE INDICAZIONI DI MOSCA) E “DI STATO”: "APRIRE I CONTI CON IL PASSATO AVREBBE PREGIUDICATO GLI EQUILIBRI DEL PAESE”- DOMANI IL GIORNO DEL RICORDO: VANDALIZZATA LA FOIBA DI BASOVIZZA

foibe

Gianni Oliva per la Stampa - Estratti

 

Sino a vent'anni fa di foibe non si parlava, né a scuola, né nel dibattito pubblico. Nel 1998, quando Luciano Violante e Gianfranco Fini ne discussero insieme all'Università di Trieste, in tanti storsero il naso: a sinistra, perché si sdoganava l'argomento smentendo l'equivalenza infoibati=fascisti, a destra perché si perdeva il monopolio della memoria.

 

Capire perché le foibe (6/7mila morti nella primavera 1945) e i profughi istriani, fiumani e dalmati (circa 300mila persone fuggite da territori passati alla Jugoslavia) sono diventati argomento "indicibile" significa ripercorre i meandri attraverso cui la nostra nazione ha costruito la narrazione del proprio passato.

 

foibe

La storiografia più avveduta ha fatto chiarezza da tempo, riconducendo il fenomeno ad una duplice realtà: da un lato, gli antagonismi nazionali, alimentati dall'italianizzazione forzata imposta dal fascismo ed esasperati dalle violenze dell'occupazione militare italo-tedesca del 1941-43; dall'altra, la politica espansionistica del nazionalcomunismo di Tito e il progetto di annettere alla nuova Jugoslavia comunista la Dalmazia, l'Istria, Trieste.

foibe

 

Nel maggio-giugno 1945, quando le forze titoiste arrivano per prime sulla frontiera adriatica, si scatena una repressione brutale nella quale si mescolano risentimenti nazionali e volontà epurativa politica. Perché al tavolo delle trattative di pace venga riconosciuta la sovranità di Belgrado su tutto il territorio giuliano, bisogna infatti eliminare le persone che possono difenderne l'italianità, sopprimere le personalità di orientamento moderato o anticomunista.

 

Di qui un clima di violenza e di sospetto, con migliaia di cittadini italiani uccisi senza processo ed eliminati occultandone i corpi nelle foibe. E da qui il fenomeno successivo: l'esodo di circa 300mila italiani dalle regioni che il trattato di pace del 10 febbraio 1947 assegna al controllo jugoslavo, cittadini che lasciano le loro terre d'origine e raggiungono la penisola, sparpagliati in 109 campi improvvisati di raccolta.

foibe

 

Su questa pagina di storia è sceso presto un silenzio che l'ha confinata in una memoria locale. In primo luogo, si è trattato di un "silenzio internazionale". Nel 1948, quando Stalin espelle Tito dal Cominform, la Jugoslavia diventa per l'Occidente un interlocutore e gli interlocutori non si mettono in difficoltà con domande imbarazzanti: da quel momento, non c'è più interesse a far chiarezza né sugli infoibati, né sull'esodo italiano. In secondo luogo, un "silenzio di partito".

 

Per il Pci di Togliatti parlare di foibe significherebbe mettere in evidenza le contraddizioni tra l'essere un partito nazionale e il mantenere in politica estera la visione internazionalista e la subalternità alle indicazioni di Mosca, che lo hanno portato ad accettare l'espansionismo jugoslavo.

 

foibe

Ma, più determinante di tutti, è sceso un "silenzio di Stato". L'Italia fascista ha scatenato la seconda guerra mondiale insieme alla Germania nazista e l'ha persa, ma la "nuova" Italia del 1945 si sforza di autorappresentarsi come Paese vincitore e utilizza l'esperienza della Resistenza partigiana (tanto determinante per il futuro del Pese quanto minoritaria) come alibi per autoassolversi e cancellare in un colpo il periodo 1922-1943.

 

Questa rielaborazione rassicurante del passato, che scarica le colpe della dittatura e della guerra esclusivamente su Mussolini e sul Re, giova tanto alla sinistra comunista (che nella Resistenza trova la propria legittimazione), quanto alle forze moderate, che puntano alla normalizzazione dello Stato e alla continuità della classe dirigente.

 

Foiba di Basovizza vandalizzata

Aprire i conti con il passato comporterebbe rivisitazioni dagli esiti imprevedibili e l'individuazione delle connivenze di troppi, pregiudicando gli equilibri del Paese: meglio fingersi vincitori e garantire a tutti una ritrovata verginità politica e morale.

Perché questa autorappresentazione possa funzionare, occorre però rimuovere dalla memoria collettiva ciò che ricorda il conflitto perduto. Nascono così i "silenzi".

 

"Indicibili" sono i prigionieri di guerra perché rinviano all'idea della sconfitta; "indicibili" sono i presunti criminali militari e civili di cui si nega l'estradizione; "indicibili", soprattutto, sono le foibe e l'esodo, perché nessun Paese vincitore subisce, dopo la fine del conflitto, la strage di migliaia di cittadini e l'esodo di centinaia di migliaia di altri. L'istituzione della Giornata del ricordo nel 2004 è stata una scelta politica (tardiva ma importante) per trasformare la tragedia del confine nordorientale in coscienza collettiva: infoibati ed esuli non erano né di destra né di sinistra, ma solo cittadini italiani, vittime estreme di quella follia nazionale che fu la guerra persa del 1940-45.

foibe - soldati dell esercito italiano che fucilano degli ostaggi Sloveni di Dane LoSka Dolina

 

(…) la guerra l'hanno fatta e persa tutti gli Italiani, ma il prezzo della sconfitta lo hanno pagato gli Italiani del nord-est.

foibeFOIBE-3foibegianni olivagianni olivaFOIBE-2Foiba di Basovizza vandalizzata

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”