
“SE GLI EUROPEI SONO AL SICURO, È SOLO PERCHÉ GLI UCRAINI STANNO RESISTENDO" - PARLA LA 41ENNE OLEKSANDRA MATVIICHUK, PREMIO NOBEL PER LA PACE NEL 2022: “SI È PARLATO POCO DELLE PERSONE COINVOLTE NELLA GUERRA. UOMINI E DONNE, TORTURATI E VIOLENTATI. TORMENTATI CON LE SCOSSE ELETTRICHE AI GENITALI, LE DITA MOZZATE, LE UNGHIE STRAPPATE. UNA DONNA MI HA RACCONTATO COME I RUSSI HANNO USATO UN CUCCHIAIO PER CAVARLE UN OCCHIO – CI SONO 20 MILA BAMBINI UCRAINI DEPORTATI. CHE COSA SAPPIAMO DI LORO? SEQUESTRANDOLI E FACENDO LORO IL LAVAGGIO DEL CERVELLO LA RUSSIA CANCELLA ALLA RADICE L’IDENTITÀ UCRAINA. CI SONO BAMBINI RAPITI NEGLI ORFANOTROFI E QUELLI I CUI GENITORI, ARRESTATI DAI RUSSI, SONO ANCORA VIVI. EPPURE VENGONO DATI IN ADOZIONE A FAMIGLIE RUSSE”
Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
«Dopo tre anni chi non è coinvolto direttamente nel conflitto tende a perdere attenzione, è naturale, tanto più che l’Ucraina purtroppo non è l’unico teatro di guerra nel mondo. Ma chi è attaccato alla democrazia e alla libertà non può distrarsi. Se gli europei per adesso sono al sicuro, è solo perché gli ucraini stanno ancora resistendo. Se non riusciamo a fermarlo, Putin andrà avanti in Europa», dice Oleksandra Matviichuk, la 41enne avvocata ucraina che con il suo «Centro per le libertà civili» nel 2022 ha vinto il premio Nobel per la pace, e che oggi partecipa alla conferenza di Roma.
Uno degli aspetti più terribili dell’aggressione russa è il destino dei 20 mila bambini ucraini deportati. Che cosa sappiamo di loro?
«Sequestrandoli e facendo loro il lavaggio del cervello la Russia cerca di cancellare alla radice l’identità ucraina. Ci sono i bambini rapiti negli orfanotrofi, difficili da rintracciare perché viene cambiato loro non solo il nome ma anche luogo e data di nascita; poi quelli che non hanno più genitori, ma altri famigliari che li aspettano; e poi i bambini i cui genitori, arrestati dai russi, sono ancora vivi. Eppure vengono comunque dati in adozione a famiglie russe. Purtroppo pochissimi tornano a casa».
[…] Qual è l’impatto dei cambi di strategia del presidente americano Donald Trump?
«Da candidato aveva promesso che avrebbe portato la pace in 24 ore, e noi ucraini saremmo stati i primi a rallegrarcene. Quando è entrato alla Casa Bianca, Trump ha cominciato i negoziati ma la guerra non è mai stata così violenta. In questi mesi abbiamo sentito parlare molto di minerali, della visione storica di Putin, delle sue pretese territoriali, ma si è parlato poco delle persone. Prigionieri di guerra, uomini e donne, torturati e violentati. Persone tormentate con le scosse elettriche ai genitali, le dita mozzate, le unghie strappate. Ho parlato con centinaia di persone, una donna mi ha raccontato come i russi hanno usato un cucchiaio per cavarle un occhio».
Questo spiega la resistenza degli ucraini?
«È importante che l’opinione pubblica lo capisca. Non è questione di nazionalismo, di vivere più o meno allo stesso modo sotto la bandiera di uno Stato o di un altro, e allora in fondo che importa. Noi ucraini combattiamo per non venire torturati, uccisi e gettati nelle fosse comuni, perché i nostri bambini non vengano rapiti. La resa e l’occupazione russa non diminuirebbero le sofferenze, le farebbero aumentare in modo ancora più spaventoso».
[…] Pensa che l’Italia e gli altri Paesi europei siano vittime della propaganda russa?
«Lo sono tutti i Paesi, la Russia ha stanziato cifre enormi per influenzare le opinioni pubbliche occidentali, ed è facilitata da un momento storico globale in cui il digitale prende il sopravvento ed è sempre più difficile distinguerlo dal reale». […]