funivia stresa mottarone 1

PER ALCUNI DIPENDENTI DELLA FUNIVIA DEL MOTTARONE LA POSIZIONE DAVANTI ALLA GIUSTIZIA POTREBBE CAMBIARE: SI TRATTA DEGLI OPERATORI CHE SU ORDINE DI GABRIELE TADINI, ORA AGLI ARRESTI DOMICILIARI, NELLE ULTIME SETTIMANE HANNO LASCIATO INNESCATI I FORCHETTONI. UNO DI LORO, EMANUELE ROSSI, SI DIFENDE: "DICONO CHE CI DOVEVAMO RIFIUTARE DI METTERE I CEPPI, MA ESEGUIVAMO GLI ORDINI DEL CAPOSERVIZIO". PER I PM SI TRATTA DI UNA PRATICA, QUELLA DEL DISINSERIMENTO DEI FRENI, VIETATA DA TUTTI I REGOLAMENTI DI SICUREZZA - L'IPOTESI DEL DIFETTO DI FABBRICAZIONE

Claudia Guasco per "il Messaggero"

 

i forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf

Gli addetti della funivia vengono convocati uno dopo l' altro nella caserma dei carabinieri di Stresa. Anche ieri, come lunedì, gli investigatori hanno ascoltato nel ruolo di persone informate sui fatti i dipendenti della Ferrovie del Mottarone: chi era al lavoro la mattina della strage, costata la vita a quattordici persone, chi obbediva agli ordini del direttore del servizio Gabriele Tadini.

 

A tutti lui rispondeva la stessa cosa, quelle ganasce che bloccavano il freno di emergenza dovevano restare agganciate. Come mette a verbale Stefania Bazzaro: «So per certo che Tadini ordinava l' applicazione e il regolare funzionamento dell' impianto anche con i ceppi installati. Questo inverno gli ho chiesto espressamente se dovessi togliere i ceppi per la messa in funzione della funivia. Mi ha risposto di lasciarli dov' erano a causa di un problema all' impianto frenante che causava l' inserimento del sistema di emergenza».

i forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf 1

 

TENSIONE SULLA FUNE

Per alcuni dipendenti la posizione potrebbe cambiare: si tratta degli operatori che su ordine di Tadini, ora agli arresti domiciliari, nel corso delle ultime settimane hanno lasciato innescati i forchettoni. Uno di loro, Emanuele Rossi, si difende: «Dicono che ci dovevamo rifiutare di mettere i ceppi, ma eseguivamo gli ordini del caposervizio». Un impedimento labile secondo i pm di fronte a una pratica, quella del disinserimento dei freni, vietata da tutti i regolamenti di sicurezza e la conseguenza sarebbe l' iscrizione nel registro degli indagati con il concorso nella rimozione volontaria di cautele contro gli incidenti.

 

FUNIVIA DEL MOTTARONE

Dalle audizioni dei dipendenti gli investigatori vogliono raccogliere elementi precisi, quando e con quale frequenza i forchettoni venissero inseriti, se fosse una decisione autonoma di Tadini o condivisa, come lui sostiene, con l' amministratore unico Luigi Nerini e il capo operativo servizio Enrico Perocchio. Ma anche delle criticità evidenziate dall' impianto, che potrebbero essere correlate con la rottura del cavo.

 

FUNIVIA STRESA MOTTARONE

Nel vertice in Procura di tre giorni fa l' ingegnere del Politecnico di Torino, Giorgio Chiandussi, ha messo sul tavolo una serie di ipotesi, premettendo che prima degli accertamenti tecnici restano tutte teoriche: l' usura del cavo, il difetto di fabbricazione, l' impiego assiduo delle ganasce che potrebbe avere scaricato una tensione eccessiva sulla fune e, quindi, la rottura all' altezza dell' attacco del carrello.

 

GABRIELE TADINI

E c' è un altro elemento importante da chiarire, cioè quella misteriosa disfunzione ai freni ripetutamente avvertita da Tadini e di cui i manutentori non hanno trovato traccia. Nell' interrogatorio chiuso alle 23.55 del 25 maggio riferisce di «alcune anomalie alla centralina dell' impianto frenante relativo alla cabina numero 3». Il sistema «continuava a entrare in pressione, si sentiva anche un rumore tipico di quando carica per riportare il valore della pressione nella norma. Il fatto si verificava ripetutamente e questo poteva causare problemi alle batterie, scaricandole e deteriorandole, tant' è vero che ne avevo già sostituita una durante l' inverno».

enrico perocchio.

 

RINVIO DEL CONTROLLO

Così chiama la manutenzione. «I tecnici della Rvs sono venuti una volta prima della riapertura del 26 aprile e hanno controllato in particolare proprio la vettura numero 3. Dopo il loro primo intervento il problema si è riproposto quasi immediatamente. Ho chiesto quindi un altro intervento tramite l' ingegner Perocchio e ho chiesto di fare una verifica a tutte quattro le cabine.

 

L'impianto aveva già riaperto, poteva essere il 3 maggio. Ho fatto presente che la questione non si era risolta, però mi dissero che quando c' erano loro tutto funzionava». Da venerdì 21 maggio i forchettoni vengono inseriti stabilmente da Tadini, «senza mai rimuoverli» in attesa dei manutentori. Ma il sole brilla, arrivano i turisti e il responsabile della sicurezza rinvia l' appuntamento alla settimana successiva: «Le previsioni erano brutte e si sarebbe potuto interrompere il servizio». Troppo tardi, domenica 23 accade il disastro.

LA FUNIVIA DI STRESAi forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf 2

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