
PERCHÉ MANGIAMO CON LA FORCHETTA A 4 PUNTE? LO SPIEGA MARINO NIOLA: “I PRIMI ANTENATI SI TROVANO GIÀ NELL’ANTICHITÀ. IL GRANDE SCRITTORE LATINO AULO GELLIO NEL 160 D.C. NE PARLA COME GLADIOLUS, UNA SPADA SOTTILE A FORMA DI LINGUA. PER AVERE QUALCOSA DI PIÙ SIMILE ALLA NOSTRA FORCHETTA SI DEVE ASPETTARE CHE L’ASSE DEL MONDO SI SPOSTI DA ROMA A BISANZIO. TEODORA, MOGLIE DI GIUSTINIANO, PRENDEVA IL CIBO OFFERTOLE DAGLI EUNUCHI CON UNA FORCHETTA D’ORO A DUE REBBI. LA NOSTRA A QUATTRO REBBI SI DEVE A…”
UN ANTROPOLOGO IN CUCINA: PERCHÉ MANGIAMO CON LA FORCHETTA A 4 PUNTE
Marino Niola per www.repubblica.it
I primi antenati della forchetta si trovano già nell’antichità.
Il grande scrittore latino Aulo Gellio nel 160 d.C. ne parla come gladiolus, una spada sottile a forma di lingua, tipico del mondo militare dove ciascuno doveva fare da sé. I signori avevano scalchi, trincianti che gli servivano bocconcini belli e pronti.
Per avere qualcosa di più simile alla nostra forchetta si deve aspettare che l’asse del mondo si sposti da Roma a Bisanzio, l’odierna Istanbul, sede della raffinatissima corte bizantina. Teodora moglie di Giustiniano prendeva il cibo offertole dagli eunuchi con una forchetta d’oro a due rebbi e lo portava alla bocca senza mai toccarlo con le mani.
Nei secoli successivi, la forchetta si diffonde sempre più. Lorenzo il Magnifico utilizzava ben 56 forchette e dalle corti italiane la moda si diffonda in Francia. La nostra a quattro rebbi si deve a Ferdinando I di Borbone che nel 1770 la adotta per mangiare meglio gli spaghetti.
TRASCRIZIONE DEL VIDEO DI MARINO NIOLA SULLA FORCHETTA
È qualche millennio ormai che usiamo la forchetta, ma certo non la forchetta che usiamo adesso per avvolgere gli spaghetti.
Il primo a nominarla è Aulo Gellio, un autore latino di età imperiale. Siamo nel 160, d.C. e nelle “Notti attiche”, la sua opera principale, parla del “gladiolus”, cioè la piccola spada che i militari usavano per infilzare la carne.
Ovviamente roba da militari che dovevano servirsi a fare da sé, perché i signori invece avevano scalchi trincianti che gli sbocconcellavano letteralmente il cibo.
Perché la forchetta abbia successo Occorre che nel frattempo l'asse del bordo si sposti da Roma a Costantinopoli con l'Impero d'Oriente, sede della Raffinatissima Corte bizantina.
E lì c'è San Pier Damiani, uno dei padri della Chiesa, che riferisce dell'Imperatrice Teodora, la moglie di Giustiniano, che usava una forchetta a due rebbi, questa volta d'oro, con cui infilzava il cibo che le passavano gli eunuchi di Corte e, senza toccarlo assolutamente con le mani, perché era schizzinosa, choosy.
San Pier Damiani la disprezza, questa imperatrice che usa questo strumento inutile, assolutamente, che è il contrario della semplicità che dovrebbe avere il buon cristiano.
Per lui il buon cristiano era pane e salame, diciamo così. E dello stesso parere anche Papa Innocenzo terzo, che diceva, in fondo, poi quando moriamo, mica ci portiamo dietro forchette, coltelli e bicchieri.
Però, nonostante gli anatemi degli uomini di chiesa, la forchetta diventa di moda, quindi questo strumento diventa sempre più di successo, addirittura nel Rinascimento italiano, Lorenzo dei Medici, pare che avesse ben 56 forchette di tipo diverso.
Resta una cosa molto italiana, i francesi la vedono con diffidenza, la considerano un po’ molle, da rammolliti. A Napoli, invece, nasce la forchetta che usiamo oggi, quella a quattro rebbi, e a inventarla, a promuovere l'invenzione fu Ferdinando primo di Borbone, passato alla storia anche come Tata maccherone. Lo chiamavano il re Maccherone. E lui la fa inventare proprio per poter avvolgere gli spaghetti e quindi non è un caso che la forchetta che usiamo noi nasca nella città dove gli spaghetti al pomodoro sono un articolo di fede.
FORCHETTA DI Jason Lee Maccani
FORCHETTA
FORCHETTA A DUE PUNTE
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FERDINANDO I DI BORBONE
forchetta gigante in svizzera dell'artista jean pierre zaugg
HAPIFORK LA SMART FORCHETTA
forchetta chiave del piacere