scholz putin gazprom

ALTRO CHE PRICE CAP! LO SAPETE CHE IN QUESTI MESI DI EMERGENZA SUI PREZZI LA GERMANIA (TRA LE NAZIONI CHE DICONO NO AL TETTO AL PREZZO SUL GAS) STA PAGANDO IL GAS RUSSO MOLTO MENO RISPETTO AL RESTO D'EUROPA? GAZPROM NON È UGUALE PER TUTTI: ALLA GERMANIA RINCARI PIÙ MORBIDI. A GIUGNO LE FORNITURE RUSSE AI TEDESCHI COSTAVANO UN TERZO DELLA MEDIA UE. E’ PROBABILE CHE...

FEDERICO FUBINI per il Corriere della Sera

 

 

Ancora una volta i governi europei hanno preso tempo prima di decidere su un tetto al prezzo del gas. Aspettano proposte della Commissione a fine mese.

VLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ

Ma quel che Bruxelles non potrà dire è se in questa crisi tutti i Paesi sono sotto pressione in modo uguale o alcuni lo sono di meno.

 

Non è possibile comunicarlo perché alcuni clienti di Gazprom, il monopolio russo del metano, invocano la confidenzialità per impedire a Eurostat di pubblicare dati riguardo a quanto comprano, da chi e per quanto.

 

La forbice tra i prezzi Fra i vari governi che vincolano l'agenzia statistica europea alla riservatezza c'è quello della Germania, prima cliente di Gazprom. Eppure le autorità tedesche non nascondano i dati, semplicemente li forniscono solo attraverso la loro agenzia statistica Destatis. Per confrontarli con quelli del resto d'Europa, pubblicati da Eurostat, bisogna dunque affiancare le due banche dati. Ne vengono fuori due sorprese.

vladimir putin emmanuel macron.

 

La prima è che in questi mesi di emergenza sui prezzi la Germania sta pagando il gas russo molto meno rispetto al resto d'Europa. Per esempio, in giugno scorso le forniture tedesche da parte di Gazprom avevano un costo unitario pari ad appena poco più di un terzo di quello che sostengono per lo stesso prodotto sia il resto dell'Unione Europea, in media, che l'Italia.

 

La seconda sorpresa è nella dinamica della divergenza: la forbice fra i prezzi praticati dai russi alla Germania e agli altri Paesi si apre da quando partono gli aumenti delle quotazioni di mercato, poi cresce sempre di più all'impennarsi di queste ultime. In sostanza gli accordi di lungo termine di fornitura di Gazprom alla Germania sembrano diversi, più stabili. È noto che questi contratti sono riservati, in tutti i Paesi. Ma con l'aumentare delle quotazioni di mercato sulla Title Transfer Facility (Ttf), la piattaforma finanziaria di Amsterdam, i prezzi del gas russo aumentano molto di più per tutti gli altri Paesi e molto meno per i clienti tedeschi.

 

Olaf Scholz E Vladimir Putin

Nel gennaio 2021 il costo unitario di Gazprom per la Germania era più vantaggioso rispetto alla media europea di un po' più del 10%, per esempio; ma all'inizio di quest' estate era già la metà o anche meno rispetto a quello praticato da Gazprom all'Ungheria o alla Lettonia (meno di 40 euro a megawattora contro oltre 80 euro, secondo la Commissione Ue).

 

L'industria Il confronto fra le banche dati non lascia dubbi: in questa fase la Germania ha oggettivamente molti meno motivi di concordare a Bruxelles un tetto al prezzo del gas russo, perché non ha con Gazprom gli stessi problemi di prezzo degli altri Paesi. L'ancoraggio di stabilità dei suoi contratti è più saldo, probabilmente perché le oscillazioni del Ttf di Amsterdam incidono meno sulla determinazione del prezzo russo per i tedeschi e molto di più per gli altri europei; inclusi i clienti industriali, che dunque oggi non competono in condizioni di parità in Europa.

Olaf Scholz E Vladimir Putin

Ancora qualche esempio: da metà dicembre del 2021 Vladimir Putin inizia a razionare le forniture gas per far salire lo stress economico in vista della guerra e le quotazioni del Ttf chiudono l'anno quadruplicate rispetto gennaio precedente, a 70 euro a megawattora.

 

Quadruplica così anche il prezzo del gas russo per l'Italia, ma l'aumento per la Germania è di appena la metà. A giugno scorso poi - ultimi dati - la Germania compra da Gazprom volumi più che doppi rispetto all'Italia, eppure l'Italia paga in totale quasi un quinto in più (758 contro 647 milioni). I dati all'export del Servizio delle dogane russo confermano in pieno questi squilibri. Si può pensare che gli acquirenti tedeschi siano stati più abili nel negoziare i contratti con Mosca ma, per esempio, non lo sono stati con la Norvegia: la Germania compra dal produttore nordico a prezzi unitari più che doppi rispetto a quelli che ha da Gazprom, non diversi dal resto d'Europa. Più probabile che i contratti tedeschi godano di un trattamento speciale da Mosca nel contesto degli accordi sui gasdotti Nord Stream 1 e 2 e della vendita a Gazprom nel 2015 del maggiore centro di stoccaggio di Germania (a Rehden). Ma ora questo sistema è in pezzi. Con esso lo è il vantaggio strutturale sui costi del gas del modello industriale tedesco. Con questa trasformazione, in Europa non abbiamo neanche iniziato a fare i conti.

PUTIN GAZPROMVIDEO GAZPROM INVERNO GELIDO VIDEO GAZPROM INVERNO GELIDO

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO