raffaele guariniello

GUARINIELLO MEMORIES – IL “PRETORE PIU’ NOTO D’ITALIA” RACCONTA 40 ANNI DI INCHIESTE: "DOPING ALLA JUVE? SONO UN TIFOSO BIANCONERO. DA PICCOLO MIO PADRE NON VOLLE CHE FACESSI IL PROVINO PER LA JUVENTUS'' – LA POLITICA: ''HO SEMPRE DETTO DI NO A TUTTI, M5S COMPRESI. VOLEVANO CHE FACESSI IL CAPO DI GABINETTO DELLA RAGGI"

GUARINIELLOGUARINIELLO

Paolo Griseri per “il Venerdì - la Repubblica”

 

Riceve rintanato in un negozio del centro storico di Torino. Bisogna entrare in fretta: «Se mi vedono comincia la fila». Esagerazione? Bastano cinque minuti per sentire bussare alla vetrina: «Dottor Guariniello, devo raccontarle il mio caso. Mi chiamo Annamaria...».

 

Raffaele Guariniello, 76 anni, è circondato dai faldoni della sua storia di magistrato, quelli che spesso hanno cambiato la giornata di tutti noi. In quarant' anni ha trasformato i processi in altrettante occasioni per modificare le leggi sulla sicurezza.

 

Ora ha raccolto le sue memorie in un libro, La giustizia non è un sogno, che è un istruttivo spaccato dell' Italia dagli anni Settanta a oggi. Dallo spionaggio della Fiat sulla vita privata di centinaia di migliaia di dipendenti alla tragedia delle fabbriche dell' amianto, dalle farmacie del calcio dopato ai morti della ThyssenKrupp. Soprattutto, ha fatto questo enorme lavoro senza mai arrestare nessuno. Un giustiziere senza giustizialismo, un cowboy senza pistola.

 

Confessi, mai avuto la tentazione?

GUARINIELLO COVERGUARINIELLO COVER

«Fin da giovane non mi ha appassionato il tintinnare delle manette. Non ho mai pensato che gli unici processi seri fossero quelli contro la criminalità organizzata, che pure sono importanti. Quando sono entrato in magistratura ho chiesto di andare in Pretura. Con grande stupore dei miei superiori. Mi dicevano: "Preferisci i processi per guida senza patente?"».

 

Perché lo ha fatto?

«Ho sempre cercato nelle norme il modo di tutelare i più deboli nella società. E qualche volta ci sono riuscito».

 

Quanti nemici si è creato?

«Tantissimi. Fin dall' inizio. Nel '71 non mi rendevo conto dell' enormità di quel che stavo facendo. Era agosto. Avevo detto a tutti che sarei andato in vacanza. In realtà stavo indagando sulla piccola storia di un funzionario Fiat in lite con la società per una stupidaggine: non lo avevano mandato in missione a Milano con l' auto aziendale.

GIRAUDO AGRICOLAGIRAUDO AGRICOLA

 

Per ripicca accennò a una storia di spionaggio su operai e impiegati. Lo seguii una mattina. Arrivai in bicicletta. Inconsapevolmente ci portò in un ufficio del quartier generale Fiat. Trovammo centinaia di migliaia di schede sui dipendenti. Dentro c' era di tutto, dalle opinioni politiche alle abitudini sessuali. E c' erano le buste con le tangenti per i funzionari di polizia che fornivano le informazioni. Mi creda, misere somme».

 

Gliela fecero pagare?

«Avevo le leggi dalla mia parte. C' era già tutto prima, per carità. Capii che, quasi per caso, eravamo arrivati al cuore di un sistema».

 

E i superiori? Le hanno mai messo i bastoni tra le ruote?

«Ho spesso trovato appoggio. Ma c' è stato chi mi ha fatto pesare le pressioni che subiva».

 

È successo anche durante l' inchiesta sul doping nel calcio?

«Lavorai partendo da un' intervista di Zeman. Ascoltai decine di testimoni.

IL DOTTOR RICCARDO AGRICOLAIL DOTTOR RICCARDO AGRICOLA

La Cassazione riconobbe che c' erano state pratiche illecite. Non condannò per via della prescrizione».

 

Lei è tifoso?

«Sì, della Juventus».

Proprio della Juventus...

«Da sempre. Fin da quando mio padre mi portava al vecchio Comunale. Da ragazzino, venni notato da un osservatore delle squadre giovanili. Mio padre non volle che facessi il provino: "Devi studiare", mi disse».

 

È più andato allo stadio dopo il processo del doping?

«È molto tempo che non ci vado. Ma è cambiato il mondo. Mi piaceva l' eleganza dei tifosi della Juve che applaudivano anche le belle azioni degli avversari. Oggi in quale stadio accade una cosa del genere?».

Juventus, Fiat. Non si può dire che abbia avuto un buon rapporto con gli Agnelli.

«Mi sono occupato di Juventus e Fiat per competenza territoriale. Non credo che le altre grandi aziende o le altre società di calcio facessero cose molto diverse. Nel processo sugli infortuni in azienda interrogai come testimone Giovanni Agnelli. Mi colpì il fatto che non avesse alcun atteggiamento altezzoso. In fondo ero il primo magistrato che lo interrogava in un' indagine. E sarei stato anche l' ultimo».

ZEMANZEMAN

 

Agnelli, Maradona, Ronaldo... L' hanno accusata di spettacolarizzare i processi. Come risponde?

«Erano tutte testimonianze necessarie. E poi, se un magistrato è noto, ha la possibilità di svolgere meglio il suo lavoro. Se il processo Thyssen si è concluso con le condanne e non con la prescrizione lo si deve al fatto che conducemmo l' indagine in pochi mesi anche grazie all' aiuto per le fotocopie che ottenni da istituzioni come il Comune di Torino per via della mia conoscenza con il sindaco».

Se un magistrato è noto, prima o poi finisce a fare il politico. O no?

«Penso che le due attività debbano rimanere distinte. E che un magistrato possa entrare in politica solo dopo un congruo periodo di quarantena».

 

Le hanno mai proposto di candidarsi?

virginia raggi in montagna a siusivirginia raggi in montagna a siusi

«Me lo hanno proposto anche quando ero in attività. Tutti, dalla destra alla sinistra. Più recentemente Pd e 5 Stelle».

 

I 5 Stelle le hanno chiesto di collaborare con la giunta Raggi. Perché ha detto di no?

«Volevano che facessi il capo di gabinetto della nuova sindaca. Ma non ho quella competenza. Credo molto all' importanza delle competenze in politica».

 

In più di quarant' anni di carriera lei ha pestato i piedi a molti potenti. Quasi tutti però hanno poi riconosciuto l' importanza del suo lavoro. Non pensa di essere stato, a suo modo, anche lei un ingranaggio del sistema?

PM RAFFAELE GUARINIELLOPM RAFFAELE GUARINIELLO

«Me lo sono chiesto qualche volta. E ne ho concluso che i tanti cui ho pestato i piedi ne avrebbero fatto volentieri a meno».

PM RAFFAELE GUARINIELLOPM RAFFAELE GUARINIELLORaffaele GuarinielloRaffaele Guariniello

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…