VOCI DALL’INFERNO DELLA NORMAN – IL SOCCORRITORE IN ELICOTTERO: “MI HANNO OFFERTO DI TUTTO, ADDIRITTURA ORO, PUR DI ESSERE CARICATI PER PRIMI” – IL TENORE DIMITRA THEODOSSIOU: “DAL BASSO SONO PIOMBATI DECINE DI UOMINI, PICCHIANDO LE DONNE PER PASSARE AVANTI”

1- “A BORDO ERA L’INFERNO NELLA RESSA GLI UOMINI PICCHIAVANO LE DONNE PER ARRIVARE ALL’ELICOTTERO”

Laura Montanari per “la Repubblica

 

 traghetto in fiamme norman atlantic 9 traghetto in fiamme norman atlantic 9

Ho visto degli uomini arrampicarsi dai ponti quando è arrivato l’elicottero e picchiare le donne, tirare calci per passare avanti e mettersi in salvo. Mi hanno buttato a terra, preso per i capelli, spinto, ma mi sono rialzata, ho lottato e ce l’ho fatta a salire col verricello. Però quelle facce feroci non le dimenticherò mai...». Dimitra Theodossiou, soprano greco in viaggio per la sua tournée (tra Rimini e la Toscana) è scesa da poche ore dal Norman Atlantic.

 

Lei è rimasta oltre 15 ore sul ponte, come ha resistito?

«Eravamo sfiniti, avevamo freddo, gli idranti ci bagnavano in continuazione con tonnellate di acqua perché sotto avevamo il fuoco. Non sentivo i piedi, ho chiesto a uno se mi potevo appoggiare alla sua spalla e lui mi schiaffeggiava per tenermi sveglia... non so nemmeno il suo nome, ma mi ha salvato dall’ipotermia».

 

 traghetto in fiamme norman atlantic 8 traghetto in fiamme norman atlantic 8

Come vi siete accorti dell’incendio?

«Nessuno ha dato l’allarme, io mi sono svegliata perché la mia cabina era piena di fumo. Sono corsa di sotto dove dicevano che c’erano i giubbotti di salvataggio, ho bussato e cercato di svegliare i passeggeri di altre cabine. Il pavimento ha cominciato a esplodere, uscivano lingue di fuoco, siamo scappati al ponte più alto».

 

E poi?

 traghetto in fiamme norman atlantic 7 traghetto in fiamme norman atlantic 7

«Siamo stati ore lassù nel gelo, con gli idranti che ci sparavano addosso. Verso sera ci hanno detto che non sarebbero venuti altri mezzi a soccorrerci perché c’era troppo fumo. Ho pianto, pregato, ho creduto di morire. Da ore eravamo senza bere, senza mangiare, col mare grosso, il buio. Ho visto anche gente che cercava di aiutarsi nel disastro, poi è arrivato l’elicottero e dal basso ci sono piombati addosso decine di uomini, penso fossero iracheni, pachistani, turchi, gente che non parlava greco... Si sono fatti avanti picchiando le donne, per passare e mettersi in salvo. Quella violenza è stata terribile, più del freddo».

 

 

2. “NOI, SOSPESI PER 35 ORE TRA LA VITA E LA MORTE” IL DIARIO DI BORDO DAL GIGANTE IN FIAMME

Mauro Favale e Francesca Russi per “la Repubblica

 

 traghetto in fiamme norman atlantic 6 traghetto in fiamme norman atlantic 6

Brucia tutto. Bruciano le lamiere, bruciano le scialuppe, bruciano le auto e i camion stipati nel garage. Fiamme alte si muovono veloci lungo i corridoi e lambiscono i soffitti. Chi ci cammina sopra si ritrova con le suole delle scarpe che si liquefanno. È un’odissea di fuoco quella della Norman Atlantic, un gigante che dondola per 35 ore a due passi dall’Albania, in mezzo a un mare che non dà tregua e bersagliato da una pioggia che non riesce a spegnere proprio niente. Le voci dei sopravvissuti raccontano passo dopo passo il dramma di un viaggio che per alcuni significa l’ultima fatica lavorativa del 2014 e per tanti altri la vacanza di fine anno, la prima del 2015. Per tutti, si trasforma in un incubo peggiore di un film dell’orrore.

 traghetto in fiamme norman atlantic 5 traghetto in fiamme norman atlantic 5

 

L’ALLARME

«Stavamo dormendo e abbiamo sentito gente urlare nei corridoi. Parlavano di un incendio, non si capiva». Sono le 4.40 del mattino. Tzonas Athanasios di mestiere fa il commerciante. È greco, viaggia sulla Norman con tutta la famiglia. Diretto in Germania, per passare il Capodanno, si ritrova catapultato in un delirio di urla e paura. Si sveglia: «Ho pensato a un piccolo incendio, che saremmo tornati a dormire. Siamo saliti al piano superiore e abbiamo visto fumo e fiamme ovunque. Tutti erano impazziti, in preda al panico. L’allarme? Nessuno l’ha dato, nessuno ci ha detto cosa fare e dove andare».

 

 traghetto in fiamme norman atlantic 4 traghetto in fiamme norman atlantic 4

LE FIAMME

Leonidas ha 47 anni. Di mestiere trasporta kiwi dalla Grecia alla Germania. È notte, il viaggio verso Ancona è lungo e lui ha voglia di fumarsi una sigaretta. Scende in garage a recuperare le cartine dalla cabina del suo camion. Alle 5 è ancora lì dentro quando vede le fiamme. Gli altri camionisti come lui, rimasti a dormire nei loro mezzi, fanno fatica a uscire. «Erano uno affianco all’altro, nemmeno si riuscivano ad aprire le porte».

 

Nessuno ha ancora capito cosa sta per succedere: «Il soffitto aveva iniziato a gocciolare come lava», dice. Si sdraia per terra: «Ho strisciato tra i camion per uscire». La porta la trova sbarrata dal fuoco: «Mi sono lanciato fuori dalla nave aggrappandomi a una fune». Dondola, finché non si riesce a calare su una scialuppa di salvataggio. «In acqua — dice — c’era una donna che gridava: “Help, help”».

 traghetto in fiamme norman atlantic 3 traghetto in fiamme norman atlantic 3

 

LE SCIALUPPE

Sono passate da poco le 6 quando viene dato il segnale di abbandono della nave. Fuori piove a dirotto, sotto il mare è forza 8, tira un vento a 50 nodi. La maggior parte delle scialuppe va in fiamme. «Erano inutilizzabili — raccontano molti dei sopravvissuti arrivati soltanto ieri mattina al porto di Bari — non c’erano membri dell’equipaggio a dirci cosa fare. Si cercava di spegnere il fuoco e nel frattempo ci bagnavamo tutti».

 

IN ACQUA

A fatica si gettano gli scivoli, mentre intorno iniziano ad arrivare i mercantili in zona, allertati dal dispaccio delle 4.47 del Centro ricerche in mare di Roma. La situazione è drammatica, i protocolli saltano. «Eravamo sullo scivolo, io davanti e mio marito dietro — ricorda da un letto di ospedale Teodora Doulis — lui è rimasto impigliato in un telo di plastica e io non riuscivo a scendere. Ci mettevano fretta. Noi eravamo zuppi di acqua, di pioggia. Siamo finiti in acqua ma la nave che doveva recuperarci era troppo lontana». Restano così per 4 ore.

 traghetto in fiamme norman atlantic 2 traghetto in fiamme norman atlantic 2

 

«Per fortuna io non avevo gli stivali, provavo a nuotare. Mio marito no, invece. Perdeva sangue dal naso, forse aveva battuto la testa mentre era ancora in nave». Quando arriva il soccorritore, finalmente, prova a tagliare il telo al quale l’uomo era rimasto impigliato. «Quando al secondo tentativo ci riesce, mio marito era privo di sensi, morto tra le sue braccia».

 

L’ORRORE

Il cielo è annerito dal fumo, sul ponte alto della nave c’è tantissima gente. Dalla costa pugliese si alzano i primi elicotteri di Aeronautica e Marina militare, sorvolano la Norman Atlantic. Si tentano le prime operazioni di recupero che sono già le 8. Christian Wiersdorf, uno soccorritore impegnato per 5 ore attorno al traghetto conferma quello che già nei racconti dei naufraghi iniziava a prendere corpo: uomini che cercano di superare le donne e i bambini, le strattonano, le lasciano indietro e si gettano letteralmente verso le barelle “basket”, i verricelli che trainano verso la salvezza: «Mi hanno offerto di tutto, addirittura oro, pur di essere caricati per primi», spiega Wiersdorf.

 traghetto in fiamme norman atlantic 19 traghetto in fiamme norman atlantic 19

 

Vedono la cesta e si gettano dentro: «Era impossibile tirarli fuori», dice. «Mille mani assalivano l’imbracatura», è l’immagine che restituisce anche Ferdinando Rollo, elicotterista dell’Aeronautica.

 

IL RIMORCHIATORE

Sono le 17. Da Brindisi arrivano due rimorchiatori. C’è il Marietta Barretta e c’è l’Asmara. Hanno bisogno che qualcuno dalla nave provi a lanciare un cavo, una fune verso il mare. Ma non è facile. «Gli anelli giusti erano fuori uso — ricorda il capitano Giannuzzi — e i cavi di nylon già deteriorati dal calore». «Ci bruciavano gli occhi, ci abbiamo provato ma si sono rotti, prima da una parte e poi dall’altra», conferma il timoniere della Norman, Tommaso De Lauro. Soltanto alle 21.40 l’aggancio riesce. «Ce l’abbiamo fatta». Ma la prima notte di odissea è appena cominciata, le persone da salvare sono ancora più di 200.

 traghetto in fiamme norman atlantic 18 traghetto in fiamme norman atlantic 18

 

IL TRASBORDO

Gli elicotteri continuano a recuperare i superstiti anche durante la notte. Il mercantile Spirit of Pireus è in viaggio verso la Puglia con i primi 49 che sono riusciti a mettere i piedi sulla porta-container. Gli altri attendono il loro turno. Va avanti così fino all’alba e oltre. Sul ponte alto della Norman resta anche l’equipaggio a coordinare le operazioni con la nave San Giorgio. Alle 14.30, sul traghetto c’è solo il comandante Argilio Giacomazzi e 4 ufficiali della Marina. Le ultime ispezioni, poi anche loro vengono trasbordati. Sono le 14.50. Dalle prima fiamme sono passate quasi 35 ore.

 traghetto in fiamme norman atlantic 17 traghetto in fiamme norman atlantic 17

 

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…