facebook depressione social

SOCIAL-ISMO IRREALE - IN PROVINCIA DI BRESCIA UN 15ENNE SI SUICIDA DOPO CHE LA FIDANZATINA LO AVEVA CANCELLATO DA FACEBOOK - PRIMA DI LANCIARSI DALLA BALAUSTRA DI UNA CHIESA, HA POSTATO SU INSTAGRAM LA FOTO DEL LUOGO DEL SUICIDIO

Stefano Zurlo per “il Giornale”

 

AMICIZIA SU FACEBOOKAMICIZIA SU FACEBOOK

Non c' è vita fuori dalla bacheca di Facebook. Se scompari da quel mondo, beh, allora è meglio farla finita con questo mondo. E togliersi una vita che non vale più la pena di essere vissuta. Pare una tesi insensata, folle, malata e in effetti è così, tutti e tre gli aggettivi sono adeguati, ma questa è la realtà.

 

La tremenda verità scoperta dai carabinieri che indagano sulla morte di un ragazzo di soli quindici anni che il 25 aprile ha deciso di farla finita e si è buttato nel vuoto. Un gesto terribile e però per lunghe ore, come ha raccontato la Gazzetta di Mantova, gli stessi inquirenti hanno pensato, o forse sperato, che si trattasse di un incidente: un ragazzo che azzarda troppo e perde l'equilibrio sulla balaustra del santuario della Madonna del Castello, a Carpenedolo, un tranquillo comune in un angolo appartato della Lombardia.

 

santuario della Madonna del Castello a Carpenedolosantuario della Madonna del Castello a Carpenedolo

Magra consolazione davanti al lutto per un ragazzo, ma pur sempre didascalia meno dolorosa di quella che è emersa con implacabile chiarezza nel corso degli accertamenti: il giovane, di origini albanesi, si è ammazzato perché si era spenta la sua luce sul social network. Un trauma cui il protagonista non ha retto, come si capisce mettendo in fila gli spaventosi avvenimenti, fino all' epilogo senza misericordia.

 

Dunque, la ragazza del cuore l'aveva cancellato da Facebook. È qui che scatta la scintilla dell'autodistruzione. Ora si scomoderanno sociologi, psicologi, esperti a spiegare. Sempre che si possa afferrare un filo nell'oscurità della mente. Lui reagisce e toglie a sua volta le loro fotografie dal suo profilo.

 

FACEBOOK FACEBOOK

Ma questo è solo l'incipit, perché il giovane va oltre. Al di là di ogni ragionevole risposta. E si prepara all' ultimo passo, compiendo a modo suo un rituale di morte. Posta, sempre su Facebook, la balconata del santuario. Poi pubblica su Instagram la sua data di nascita e quella del 25 aprile.

 

Nessuno in quel momento può saperlo, ma così l'adolescente ha scolpito la propria lapide virtuale, intrecciando ancora una volta la vita sui social e l'esistenza vera, in carne e ossa. Poi raggiunge il luogo sacro e si avvicina alla balaustra, meta di spericolati e acrobatici selfie in bilico sul nulla. Nessuna esibizione, nessuna sfida, niente di niente: c' è spazio solo per il salto fatale e per dire addio a tutto e a tutti.

 

santuario della Madonna del Castello a Carpenedolosantuario della Madonna del Castello a Carpenedolo

A 15 anni, quando la vita, quella reale, sboccia come la primavera e dovrebbe diventare un' avventura straordinaria. L'avventura, si può dire, finisce ancora prima di cominciare, nello sgomento di amici e conoscenti. Qualcuno ora si attaccherà alla biografia per catturare il disagio, la distanza, incolmabile, lo scarto fra il Paese d'origine, sull'altra sponda dell' Adriatico, e la pianura piatta che l'aveva accolto regalandogli una seconda chance.

 

DEPRESSIONE DA FACEBOOK DEPRESSIONE DA FACEBOOK

Ma l'obiezione viene respinta: per quel che si può scandagliare il ragazzo si era perfettamente inserito nella famiglia e in quel territorio grande come un fazzoletto. No, ci vuole coraggio: cambiare passo e puntare dritti sulle paure e le fragilità delle nuove generazioni, su quell' incastro inestricabile fra quel che è e quel che appare.

 

Sul confine labile fra il vero e il verosimile. A volte si crea un cordone ombelicale che pompa emozioni troppi grandi per un cuore ancora non attrezzato, ancora non in grado di padroneggiare i sentimenti, le delusioni, le piccole grandi ferite di una vita che assomiglia ad un cantiere. Troppo in troppo poco spazio. E alla fine l'oscurità sulla lavagna di Facebook può diventare un lutto senza orizzonte, impossibile da elaborare. Il silenzio diventa l'anticamera del congedo. Senza parole. E la cifra di un finale cui non possiamo rassegnarci ma che è sotto i nostri occhi sbigottiti.

 

 

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…