sabino cassese

"LO SCIOPERO DEI MAGISTRATI? UN ATTO SUICIDA. LA MOTIVAZIONE ERA: VOGLIAMO DECIDERE NOI" - SABINO CASSESE: "NON CREDO CHE LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE SIA RISOLUTIVA, MA PUO' SERVIRE DA STIMOLO. PM E GIUDICE SONO DUE MESTIERI DIVERSI ED E' GIUSTO RECLUTARE LE PERSONE CON CRITERI DIVERSI” – IL DURO MONITO SUL CSM: "VEDRA' LA SOLUZIONE DEI SUOI PROBLEMI QUANDO SMETTERA DI RITENERSI ORGANO DI AUTOGOVERNO E COMINCERA' A SVOLGERE LE SUE FUNZIONI"

Francesco Grignetti per “la Stampa”

 

Al professor Sabino Cassese, eminente giurista ed ex giudice costituzionale, si addice il ruolo del fustigatore. Il suo ultimo libro «Il governo dei giudici» (Laterza) segnala che la grave crisi della giustizia è innanzitutto una divaricazione fortissima tra domanda e risposta del sistema. E i magistrati italiani, secondo lui, non sono affatto esenti da errori. Perciò Cassese è pronto a rovesciare ogni tavolo. «Il referendum - dice - è uno strumento poco adatto alla riforma della giustizia, ma può diventare un mezzo di sollecitazione».

sabino cassese a l'aria che tira

 

Intanto, professore, i tempi del processo civile si sono allungati ancor di più. Eppure la pandemia c'è stata per tutti. Come se lo spiega?

«I motivi sono numerosi. Innanzitutto, c'è una legislazione che non considera i tempi della giustizia e ignora che una giustizia in ritardo non è giusta. In secondo luogo, vi è un numero di eccessivo di avvocati: l'Italia ha 20 milioni di abitanti in meno della Germania e 100 mila avvocati in più. In terzo luogo, vi è l'organizzazione rudimentale del processo, a cui si sta ponendo mano con il cosiddetto ufficio del processo. Infine, c'è la completa disattenzione, da parte della magistratura, dei tempi della giustizia».

SABINO CASSESE - IL GOVERNO DEI GIUDICI

 

Lei scrive che, anche in Italia, la giustizia acquista sempre maggior peso, solo che da noi il sistema non riesce a stare al passo con questo ruolo crescente. Colpa dei magistrati o colpa del sistema?

«La macchina della giustizia è così complessa e le disfunzioni sono tante, che stabilire imputazioni e attribuire colpe è molto difficile. Vi è un insieme di concause che producono l'attuale situazione, a partire dalla antiquata distribuzione dei tribunali sul territorio fino alla irrazionale assegnazione dei magistrati ai tribunali, passando per la quasi completa assenza di attenzione per gli aspetti che riguardano i tempi e gli impatti delle decisioni sulla domanda di giustizia».

 

Ritiene che le riforme Cartabia del penale e del civile riusciranno a farci invertire la china?

«Non credo che risolveranno i problemi, ma credo che vadano nella direzione giusta.

L'idea di fondo che la giustizia sia un organismo della cui organizzazione, della cui efficienza, delle cui performance ci si deve interessare, costituisce il punto d'avvio di ogni possibile riforma della giustizia. Purtroppo, tra i magistrati è diffusa un'idea diversa della giustizia, atemporale, incapace di misurare se stessa e i propri effetti, non correlata con la domanda sociale».

 

Lo sciopero dei magistrati non è andato bene.

«Ho già detto, prima dello svolgimento dello sciopero, che si trattava di un atto suicida. I risultati hanno confermato il giudizio. La motivazione ufficiale era: vogliamo essere sentiti. Di fatto, la motivazione era un'altra: vogliamo decidere noi».

 

sabino cassese a in onda

Lei denuncia una «continuità» tra alcune procure, una parte dell'informazione, e pezzi della politica. Ciò creerebbe un vulnus quantomeno culturale nel corpo stesso della magistratura. Se questa è la diagnosi, che cosa pensa del quesito referendario per la separazione assoluta delle funzioni tra inquirente e giudicante?

«Ritengo che sia un dovere di tutti i cittadini partecipare ai referendum ed esprimersi. Ritengo, in secondo luogo, che bisognerà votare a favore di quei quesiti che affrontano problemi che non saranno stati risolti dal Senato nell'ultimo passaggio della riforma Cartabia.

 

SABINO CASSESE

Il referendum è uno strumento poco adatto alla riforma della giustizia, ma può diventare un mezzo di sollecitazione di un Parlamento che non riesce a decidere.

Non credo che la separazione delle carriere sia risolutiva, ma ha acquisito sia nella percezione pubblica, sia nel modo in cui viene considerata dal corpo della magistratura, un significato tale per cui può servire da stimolo per i magistrati assegnati alle funzioni requirenti e inquirenti al rispetto di quell'articolo della Costituzione che prescrive la riservatezza dell'accusa. Detto questo, ritengo che si tratta di due mestieri diversi e che sarà bene reclutare le persone chiamate svolgerli con criteri diversi».

 

sabino cassese foto di bacco

Sugli altri quesiti: quale la sua posizione sul quesito che limita la carcerazione preventiva? E sull'abrogazione della legge Severino, nella parte che colpisce gli amministratori in presenza di sentenze non definitive? Sulla valutazione estesa agli avvocati e professori universitari nei giudizi di professionalità per i magistrati (idea recepita parzialmente anche questa nella riforma in itinere)? «Ripeto: se il Parlamento non decide per tempo, sarà giocoforza rispondere positivamente ai quesiti referendari».

 

Il tema del Csm è ovviamente centrale in ogni disegno di riforma. Il quesito referendario elimina la raccolta di firme per una candidatura. Il problema è affrontato in maniera simile dal ddl in discussione, ma si intende cambiare anche la legge elettorale dei giudici. Lei pensa che si arriverebbe sul serio a limitare le degenerazioni del correntismo, oppure auspica un intervento più radicale?

CASSESE

«Certamente il problema non sarà risolto. Tuttavia ci si sarà avviati verso una soluzione, da tanto tempo attesa. Per questo motivo, anche i primi passi vanno salutati con favore. Il Csm vedrà la soluzione dei suoi problemi quando la smetterà di ritenersi organo di autogoverno e comincerà a svolgere davvero le funzioni che ad esso assegna la Costituzione. Ben due volte, all'articolo 87 e all'articolo 104, la Costituzione dispone che il presidente della Repubblica presiede il Consiglio superiore della magistratura.

SABINO CASSESE

 

L'articolo 105 definisce chiaramente i compiti del Consiglio: «Spettano al Consiglio superiore della magistratura, secondo le norme dell'ordinamento giudiziario, le assunzioni, le assegnazioni, i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti nei riguardi dei magistrati». Solo queste sono le funzioni e vanno svolte secondo i criteri dettati dalla legge».

sabino cassese con la moglie rita perez foto di baccoSABINO CASSESE sabino cassese foto di bacco (2)sabino cassese foto di baccoGIULIANO AMATO SABINO CASSESE

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)