
SAI CHE SORPRESA: SENZA GLI SMARTPHONE A SCUOLA I RAGAZZI SONO PIÙ CONCENTRATI, ATTIVI E RILASSATI – LO STUDIO IN OLANDA, DOVE DUE TERZI DELLE SCUOLE SECONDARIE IMPONGONO AGLI STUDENTI DI NON PORTARE IL CELLULARE CON SÉ: IL 75% TROVA PIÙ FACILE PRESTARE ATTENZIONE, IL 59% RITIENE CHE MIGLIORINO ANCHE LE INTERAZIONI CON I COETANEI – E TE CREDO: DOPO OGNI MINIMA DISTRAZIONE CAUSATA DAL TELEFONO, COME UNA NOTIFICA, SI IMPIEGANO ALMENO 20 MINUTI PER RITROVARE LA CONCENTRAZIONE….
Estratto dell’articolo di Chiara Barison per il “Corriere della Sera”
Distraggono e hanno effetti negativi sul rendimento. La spinosa questione degli smartphone in classe non ha confini. L’Olanda ha deciso di prendere in mano la situazione e adottare un provvedimento drastico, raccomandando un divieto assoluto. I benefici non lasciano dubbi: stare lontano dai device elettronici durante l’orario scolastico, lezione o intervallo che siano, ha effetti positivi non solo sull’apprendimento ma sulla socialità in generale.
La piccola rivoluzione è avvenuta grazie alle linee guida approvate dal ministero a gennaio 2024 e alle quali la maggior parte degli istituti scolastici del Paese ha deciso di adeguarsi. Ormai quasi due terzi delle scuole secondarie olandesi impongono ai propri studenti di lasciare il proprio telefono a casa. In alcuni casi invece si chiede di riporlo in appositi armadietti dove devono stare fino alla fine della giornata scolastica.
Dalle interviste condotte da un gruppo di ricercatori del Kohnstamm Instituut è emerso che i ragazzi delle scuole secondarie trova più facile concentrarsi su quanto veniva spiegato dal docente o su un’attività assegnata (75%) e nota un miglioramento dell’ambiente scolastico e delle interazioni con i coetanei (59%). Con i cellulari sottochiave i ragazzi si parlano, litigano, giocano, fanno più movimento, tornano a guardarsi negli occhi, leggono libri. E le ripercussioni sono positive che nella lotta al bullismo. Alcuni studenti hanno raccontato che anche una volta rientrati a casa hanno più voglia di interagire con altre persone piuttosto che fiondarsi a controllare le notifiche.
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Uno studio dell’Università di Birmingham condotto su 1.227 alunni di 30 scuole diverse e pubblicato su Lancet , ha messo in luce un tassello in più: vietare l’uso dei cellulari a scuola non basta. Per rendere tangibili gli effetti sul benessere psicofisico dei ragazzi è necessario avere il controllo del tempo che viene passato a scrollare il feed dei social anche a fine lezione e a casa.
Nel Regno Unito, il 90% delle scuole prevede il divieto di utilizzo dello smartphone in classe, ma il 79% consente di averlo con sé. Un report dell’Unesco del 2024 denuncia che anche una minima distrazione causata dal telefono implica che uno studente impieghi almeno 20 minuti per ritrovare la concentrazione.
Quasi mezz’ora. Un tempo che nell’epoca dei mille stimoli non è per nulla banale.
In Spagna, la regione di Castilla y Leon vieta l’uso dei cellulari in classe dal 2007, misura alla qualche si è adeguato gran parte del territorio nazionale. E l’Italia? Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, dopo aver previsto il divieto per elementari e medie, ha firmato una circolare che lo estenderà alle scuole superiori a partire dall’anno scolastico 2025/2026. Nell’annunciare il provvedimento, il ministro ha citato più volte il rapporto Ocse i cui dati non sono confortanti: a causa dell’uso dei cellulari, il 17% dei ragazzi prova ansia quando viene privato degli schermi digitali, proprio come nei casi di dipendenze.