etruria bankitalia

MA A COSA SERVE BANKITALIA? DALLA POPOLARE VICENZA A BANCA MARCHE ED ETRURIA, L'ISTITUTO CENTRALE NON SOLO NON HA TUTELATO AZIONISTI E RISPARMIATORI, MA SPESSO SI È RESO COMPLICE DEI RAGGIRI - IN COMPENSO COSTA OLTRE UN MILIARDO ALL'ANNO

Franco Bechis per “Libero quotidiano”

 

protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  8protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 8

Il capo del team ispettivo della Banca d' Italia, Nicola Stabile, che dopo avere controllato i conti della Popolare di Vicenza va a riposarsi nella tenuta chiantigiana del presidente di quell' istituto. Un alto funzionario della vigilanza della banca centrale, Luigi Amore, diventato per due anni responsabile audit della stessa popolare. Mario Sommella passato dalla segreteria generale della Banca d' Italia all' identico ruolo nella Vicenza.

 

protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  7protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 7

E poi ancora, 2013: approda come capo delle relazioni istituzionali, Gianandrea Flachi. Anche lui da Bankitalia, dove fu capo della segreteria particolare ai tempi di Mario Draghi. In questa incredibile trasfusione di ispettori, funzionari e dirigenti fra l' autorità di controllo e la banca vicentina controllata, c' è una certa spregiudicatezza di Gianni Zonin, l' industriale del vino che per lunghi anni ha guidato l' istituto fino al disastro degli ultimi mesi. Ha assunto oltre i controllori di Bankitalia, anche altri occhi che avrebbero potuto vedere: quelli di magistrati, ufficiali della guardia di finanza, professionisti che sono passati da una parte all' altra della barricata.

protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  6protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 6

 

Per fare girare a via Nazionale gli occhi da un' altra parte il furbo banchiere ha risolto anche un problema non piccolo all' istituto di vigilanza: l' acquisto di Palazzo Ripeta, sede locale di Banca d' Italia. Per 5 anni si era cercato di venderlo a un prezzo di 9 milioni di euro, ma nessun acquirente si era fatto avanti: cifra eccessiva. A quel punto si è presentato Zonin acquistando il palazzo alla cifra richiesta.

protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  5protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 5

 

Banchiere svelto e spregiudicato. Ma quello della Vicenza non è caso isolato, e anche l' estrema permeabilità a quelle lusinghe provinciali mostrate dall' istituto di via Nazionale indica una debolezza di sistema. Lo ha dimostrato un' altra vicenda oscura, di una piccola banca di provincia del Nord Ovest: la Banca Bene, credito cooperativo del cuneese.

Nel 2013 fu commissariata dalla Banca d' Italia, che inviò un suo uomo, Giambattista Duso, ad amministrarla. Si scoprirà poi che fra i primi atti compiuti ci fu il trasferimento di gran parte degli impieghi in Popolare di Vicenza, violando il tetto prudenziale stabilito dalle regole di vigilanza. Salterà fuori che l' uomo di Bankitalia era contemporaneamente amministratore di Marzotto Sim, società di intermediazione mobiliare della Popolare di Vicenza.

protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  4protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 4

 

Cose peggiori sono avvenute in precedenza a San Marino, dove come Fregoli del credito trovavi ex funzionari della Banca d' Italia travestirsi ora da banchiere centrale del Titano, ora da banchiere locale.

 

C' è un uomo Bankitalia in tutti i pasticci che sono capitati negli ultimi anni. Venivano da lì i commissari che hanno portato sull' orlo del bail-in le 4 banche andate in procedura di risoluzione il 22 novembre 2015. A Banca Marche svettava il nome dell' ex ispettore della vigilanza di via Nazionale Federico Terrinoni, già commissario straordinario della Banca di Credito Cooperativo del Veneziano. Che dire poi delle gesta degli ultimi commissari cui via Nazionale ha affidato Banca Etruria?

 

protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  3protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 3

Con loro l' istituto è precipitato costringendo ad azzerare il valore delle azioni e mettendo ko gli obbligazionisti subordinati. Sono stati loro a incidere sulla svalutazione dei crediti di tutte e quattro le banche, fornendo il parametro di riferimento per mettere ko quei risparmiatori con una incredibile operazione realizzata a poche ore dal simil bail-in: la vendita al salottino buono di Fonspa di 284 milioni di euro di crediti deteriorati al 14,7% del loro valore, cifra bassissima. Etruria è caso particolare di intrecci: nella banca aretina c' era un altro groviglio fra controllore e controllato, perché l' istituto era quotato e al suo interno arrivarono due fra i massimi vigilanti della Consob: l' ex direttore generale Massimo Tezzon, e l' ex segretario generale Claudio Salini.

protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  2protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 2

 

La cronaca racconta come il conflitto di interessi in Italia sia stato giochino per regolare battaglie politiche, tema centrale per Silvio Berlusconi e assai trascurato invece proprio dove danneggiava più la comunità dei contribuenti e dei risparmiatori. Quel che è accaduto è chiaro: chi doveva vigilare non lo ha fatto e spesso è stato complice dei disastri che avrebbe dovuto evitare.

 

La Banca d' Italia ha quella funzione meno di un tempo, visto che oggi le carte sugli istituti bancari più importanti vengono distribuite dalla Bce. Sul resto ha mostrato di vedere assai poco, e oggi le resta soprattutto un ruolo da secondino: quello di autorità nazionale di risoluzione delle crisi bancarie. Non soluzione, risoluzione: quella che mette ko azionisti e risparmiatori quando ormai tutti i buoi sono scappati dalla stalla e i guai sono irrimediabili.

protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  13protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 13

 

Non ha più gestione di politica monetaria, né di mercato titoli, che sono stati trasferiti a una piattaforma europea. Produce banconote per l' Eurosistema, distrugge quelle sgualcite, fa ancora qualche ispezione con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ha un buon ufficio studi. Sul resto lavora con gli altri partner Ue.

 

protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  12protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 12

Per farlo ha ancora la stessa architettura gestionale ormai barocca del tempo in cui decideva su tutto e su tutti. Ha in pancia un vero e proprio esercito di 7.032 dipendenti che assorbono il 57% dei costi di Bankitalia, poco meno di 1,2 miliardi di euro, 815 milioni dei quali in retribuzioni e rimborsi spese per il personale dipendente.

 

protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  10protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 10protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  1protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 1protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  11protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 11

Un gigante in gran parte non più corrispondente ai compiti che ha e che non svolge in modo così egregio come la lunga tradizione avrebbe imposto di fare. Serve a qualcosa tenerla ancora in piedi così? Assai poco ai contribuenti e ai risparmiatori. Come per Consob bisognerebbe ridefinirne il ruolo. Chiudere i battenti e riaprire sulla base dei compiti più limitati che sono assegnati. Per farla funzionare, come non accade più oggi.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…