giorgia meloni pnrr recovery plan unione europea

SOGNO O SONDAGGIO? – GHISLERI: "IL PNRR E LA POLEMICA ATTORNO AL SISTEMA DEI CONTROLLI SULLA CORTE DEI CONTI PRODUCONO UN CALO DI CONSENSI PER LA MELONI” - NELLE INTENZIONI DI VOTO FRATELLI D'ITALIA SCENDE AL 29,2%, SALE IL PD – PER UN ELETTORE SU DUE IL PNRR È “UN’OCCASIONE” E SERVIREBBE “UN COMMISSARIO AD HOC”. I GIUDIZI PIÙ SEVERI SUL PIANO DI RIPRESA E RESILIENZA SI CONCENTRANO TRA I SOSTENITORI DI FRATELLI D'ITALIA, FORZA ITALIA E LEGA…

Estratto dell'articolo di Alessandra Ghisleri per “la Stampa”

 

GIORGIA MELONI PNRR

È il Pnrr e la polemica attorno al sistema dei controlli sulla Corte dei Conti ad aver prodotto in due settimane un calo di consensi per Fratelli d'Italia e una diminuzione negli indici di fiducia del presidente del Consiglio e del suo governo.

 

Nel dettaglio si nota una flessione di mezzo punto percentuale sia per FdI, che passa dal 29,6% al 29,2%, sia per la premier al 39,5 (-0,6%) che scende di poco sotto la soglia del 40%. Il governo prosegue il suo cammino in leggero calo fermandosi al 35,6% (-0,5%).

 

Detto ciò, a parte Carlo Calenda (+2%) e Matteo Renzi (+1,3%), tutti i leader dei principali partiti registrano una perdita di consenso che varia dall'1,8% di Silvio Berlusconi al 2,8% di Matteo Salvini, che rimane comunque il leader più apprezzato dopo Giorgia Meloni, anche se ad una distanza di oltre 15 punti.

 

giorgia meloni e raffaele fitto

La stretta sui controlli concomitanti della Corte dei Conti per i lavori in esecuzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) pare non aver aiutato nel percorso della raccolta del consenso la maggioranza di Governo. Su questo argomento i cittadini si sono espressi in maniera prudente, infatti, un intervistato su 3 (31,9%) condivide che le verifiche dei giudici contabili siano possibili solo al termine dei lavori, con relazioni semestrali complete di valutazioni sulle spese dei fondi e sullo stato di avanzamento del Piano. Questa proposta vede schierarsi in maniera netta gli elettori di Fratelli d'Italia (67,9%) e quelli di Forza Italia (60%).

 

Più freddi i sostenitori della Lega. Infatti se il 35% si è espresso a favore, ben il 49,2% non ha saputo dare una valutazione. Oltre a ciò, nella perdita dei consensi è necessario mettere nel conto anche il peso dei ritardi e delle lacune informative dell'intero Pnrr, rispetto al quale il Governo di Mario Draghi viene identificato come l'Esecutivo che lo ha reso un'opportunità per il Paese (25,7%) superando la maggioranza di Giorgia Meloni (20,5%) e quella di Giuseppe Conte (15,5%).

 

fitto meloni

Il Pnrr nelle ultime due settimane ha scalato a pieno titolo il ranking della classifica che mette in ordine tutte le priorità dei cittadini rispetto alla loro quotidianità, entrando di diritto a metà della "Top 10".

 

In effetti, dopo l'alluvione in Emilia-Romagna e l'annuncio della riforma Delega, confermata alla Camera con il voto di fiducia del 6 giugno sul decreto PA, l'argomento è tornato caldo sui media con tutte le valutazioni inerenti gli obiettivi degli investimenti previsti per possibili infrastrutture e messa in sicurezza del territorio. Ad oggi, per il 54,8% degli italiani il Pnrr rimane una reale opportunità, mentre un cittadino su 3 (30,2%) lo identifica in una "medicina amara" - parole del Commissario europeo Paolo Gentiloni - che si trasformerà in ulteriore debito per tutti noi. I giudizi più severi, seppur minoritari, si concentrano tra i sostenitori del centro destra.

 

SONDAGGIO GHISLERI 8 GIUGNO

Emerge infatti la diffidenza degli elettori di Fratelli d'Italia con il 39,1% (8,9% sopra la media nazionale); di quelli di Forza Italia con il 35,5%, (+5,3% rispetto al dato nazionale) e della Lega con il 31,6%, (+1,4% rispetto al dato nazionale). Nel grande partito dell'astensione sul voto politico, il giudizio si spacca esattamente a metà tra chi sostiene che il Piano sia un importante vantaggio per l'intera nazione (35,2%) e coloro che esprimono un giudizio più duro e negativo (35,8%). Anche nel Nord-Est e nelle due grandi isole Sicilia e Sardegna ci si scalda poco sull'argomento. I veri entusiasti del progetto sono coloro che appartengono alla generazione Z (tra i 18 e i 28 anni) che si distinguono con il 62,7% di risposte positive sul tema. Del resto in origine il Pnrr si chiamava Next Generation EU!

 

ALESSANDRA GHISLERI

Molte ad oggi si sono dimostrate le difficoltà dell'intero pacchetto del progetto di rilancio economico del Paese. Infatti, oltre agli obiettivi, ancora non del tutto definiti e spacchettati a livello micro geografico, la lentezza della macchina amministrativa rischia di essere il vero problema e di rallentare tutte le procedure nella gestione delle pratiche con il suo processo di "razionalizzazione bollata" di tutti i passaggi operativi. A tal riguardo la maggioranza degli italiani (51,9%) sarebbe favorevole ad una gestione "speciale", magari sotto l'occhio vigile di un Commissario come avvenuto, per esempio, per il Ponte Morandi - oggi San Giorgio - di Genova

 

(...)

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO