unione europea italia europa

SOGNO O SONDAGGIO? ITALIANI SEMPRE PIU’ EUROSCETTICI  MA SOLO UNO SU QUATTRO USCIREBBE DALL’UE -  A DIFFERENZA DEI LEGHISTI, TRA GLI ELETTORI 5 STELLE PREVALGONO I FILO-COMUNITARI

CONTE EUROPA

Dario DI Vico per la Stampa

 

Le posizioni euroscettiche si caratterizzano per una forte critica all' Unione Europea e una conseguente opposizione al processo di integrazione politica.

 

Per chi ha posizioni euroscettiche l' integrazione indebolisce gli Stati e l' Unione Europea viene percepita come antidemocratica ed eccessivamente burocratica.

 

L' indice di fiducia degli italiani nei confronti dell' Europa in sette anni si è dimezzato da quota 70 a 38 e anche restringendo l' osservazione agli ultimi quattro anni la discesa è stata comunque repentina: da 58 ai 38 di cui sopra. Ma una cosa è sentirsi delusi dalla Ue altro è desiderare di uscire dalla comunità o dall' euro. Il 55% degli italiani è, infatti, per restare nell' Europa contro un 25% che davanti a un eventuale referendum non avrebbe remore a preferire l' uscita. Se la consultazione popolare avesse come tema la presenza nell' euro il 49% sceglierebbe di voler restare contro un 29% pro-exit e un 22% di incerti.

EUROPA DIVISA

 

Sono questi i risultati di un sondaggio condotto negli ultimi giorni da Ipsos, l' istituto diretto da Nando Pagnoncelli, un sondaggio utile per fotografare l' euro-sentimento degli italiani al momento in cui si forma un nuovo governo scettico, se non addirittura ostile, verso Bruxelles. A questo proposito è interessante analizzare come si comporta l' elettorato dei partiti vincitori del 4 marzo. Solo un quarto di chi ha votato Lega ha fiducia nella Ue e grosso modo la stessa cifra la troviamo tra gli elettori dei 5 Stelle. I votanti di Forza Italia si dichiarano delusi per il 65%, percentuale non lontana da quella leghista. Restano euro-fedeli gli elettori del Pd: il 70%.

EUROPA

 

Se però dalla generica sfiducia verso Bruxelles si passa a decisioni politicamente vincolanti a seguito di un referendum persino il sovranismo leghista si stempera. Sull' euro voterebbe per uscire il 51% contro però un 32% che rimarrebbe nella moneta unica (e si può azzardare che questo dato possa riferirsi in primis agli imprenditori). In casa Cinque Stelle il referendum sull' euro provocherebbe una spaccatura verticale: il 40% sarebbe pro-exit contro un 39% favorevole a restare. Ancor più interessante il mood dell' elettore forzista: il 56% vuole restare nell' Eurozona contro un 32% favorevole all' uscita.

LUIGI DI MAIO EURO EUROPA

I dati Ipsos ci danno anche la possibilità di valutare l' orientamento degli italiani a fronte di un eventuale referendum sull' appartenenza alla Ue. Ebbene, 53 elettori dei 5 Stelle contro 30 sono per restare, idem 39 votanti della Lega contro però 43 che vorrebbero dire ciao a Bruxelles.

 

Dentro Forza Italia 30 vorrebbero uscire contro 58 fedeli. Nel Pd si conferma l' orientamento decisamente europeista scandito da un remain all' 88%. Messi tutti assieme questi dati ci suggeriscono l' idea di un sovranismo leghista intermittente e invece di un orientamento filo-comunitario ampiamente radicato tra gli elettori grillini. Per tutti vale la considerazione che l' effetto referendum raffredda i bollenti spiriti anti-europei e finisce per consigliare prudenza.

 

LUIGI DI MAIO EURO EUROPA

Non ci sono dati che ci permettano di segmentare per gruppi sociali quest' orientamento ma è significativo come la scorsa settimana dalle categorie produttive siano venuti segnali di preoccupazione dopo le indiscrezioni sul piano B del ministro Paolo Savona. A Nordest si è fatta sentire persino la Confartigianato veneta che per bocca del suo presidente Agostino Bonomo ha ricordato «come i nostri turisti sono tedeschi e il nostro primo partner commerciale è la Germania».

 

Spiega Marco Gay, presidente di Anitec e Assinform, le associazioni confindustriali dell' high-tech: «Per noi il mercato domestico è quello europeo, da lì partono i percorsi di internazionalizzazione. Per questo spero che scenari di uscita dall' Europa non siano presi in considerazione dal nuovo governo. Non ne faccio un discorso di appartenenza politica ma sarebbe un non senso tornare ad operare con un' altra moneta e con i tassi di cambio».

populisti d europa riuniti

 

La differenza tra sfiducia verso la Ue e atteggiamento prudente sugli eventuali referendum, secondo l' economista di scuola Ocse Andrea Goldstein, «dipende dall' atteggiamento assunto da Bruxelles nel controllo delle migrazioni, gli elettori pensano che ci abbiano lasciati soli». Quando ci si deve pronunciare su eventuali conseguenze economiche «lo scetticismo si smussa in tutti i partiti, l' occhio va più prosaicamente ai mutui e ai tassi di interesse».

salvini pozzallo

 

Chiude l' economista Innocenzo Cipolletta: «Non dobbiamo dimenticare che l' Italia è un Paese di risparmiatori e così si spiega la schizofrenia rivelata dal sondaggio. Da elettore concedo consenso ai partiti populisti, da risparmiatore pur avendo votato Lega o Di Maio seguo comunque con trepidazione l' andamento dei titoli di Stato e decido di disfarmene».

populisti d europa riuniti

 

salvini pozzallo 1

 

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)