charlie hebdo kouachi coulibaly

LA SORVEGLIANZA, FISICA E TELEFONICA, SUI DUE FRATELLI KOUACHI, È STATA ABBANDONATA A LUGLIO 2013 PER CHÉRIF E DALL’INVERNO SEGUENTE PER SAID - IL PARCO DI BUTTES CHARMONT “PALESTRA” E PENSATOIO DEI JIHADISTI DI PARIGI

cherif kouachi 7cherif kouachi 7

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

«Eccolo. Ci divertiamo...». L’ultimo video che Amedy Coulibaly invia al suo confratello Chérif Kouachi mostra alcuni maschi che brutalizzano due giovani ragazze, all’inizio spaventate, poi soggiogate e infine complici, come prevede lo stereotipo machista della pornografia.

 

Il dettaglio è sgradevole, ma indicativo del ruolo che avevano le donne nell’amicizia e nel fanatismo di due uomini che poi diventeranno l’asse portante della strage di Parigi.

cherif kouachi 4cherif kouachi 4

«Sono un ghetto-musulmano» dice Chérif al giudice che lo interroga nel luglio 2010. «Metà jihadista, metà piccolo delinquente». Il tono è di derisione, ma le parole contengono qualche verità, e con il sempre facile esercizio del senno di poi diventa invece difficile capire come sia stato possibile che la sorveglianza, fisica e telefonica, sui due fratelli Kouachi, autori del massacro a Charlie Hebdo , sia stata del tutto abbandonata a partire dal luglio 2013 per Chérif e dall’inverno seguente per Said, il maggiore.

 

C’erano altre priorità, è la risposta data ieri dal ministero dell'Interno, che spiega come entrambi fossero ormai in apparenza rientrati nella piccola criminalità, dediti a piccoli traffici di droga e al contrabbando. Da allora, solo un breve ritorno di attenzione nei confronti di Said, nell’estate del 2014, subito declassato a pratica da commissariato di quartiere.

il luogo in cui i fratelli kouachi sono asserragliati 3il luogo in cui i fratelli kouachi sono asserragliati 3

 

Dopo, soltanto dopo che le cose sono accadute, tutto appare sempre chiaro. L’inchiesta sulla rete di reclutamento parigina per la Siria che nel maggio 2010 mette insieme per la prima volta i nomi di Coulibaly, detto Doly, a quello dei fratelli Kouachi, legandoli ai pionieri del jihadismo francese, apre anche una finestra su una mutazione in corso senza seguirla fino in fondo, con nomi e località che poi diventeranno ricorrenti in questi giorni drammatici.

 

Buttes Charmont è un parco pubblico del XIX arrondissement con vista sulla basilica di Montmartre, diventato sinonimo della banda che nel 2005 tentava di esportare aspiranti jihadisti in Iraq, faccenda che segnò il debutto al disonore delle cronache di Chérif, condannato a tre anni di detenzione. Nel 2010 diventa anche il ritrovo delle passeggiate serali del più piccolo dei fratelli Kouachi con la taciturna moglie al seguito, accompagnati dal suo nuovo amico, conosciuto in carcere, Amedy Coulibaly, e dalla sua compagna, Hayat Boumeddiene.

il luogo in cui i fratelli kouachi sono asserragliati  il luogo in cui i fratelli kouachi sono asserragliati

 

Gli investigatori li sorvegliano mentre passeggiano e scherzano, rilevano come i maschi non disdegnino qualche spinello, con le donne che camminano sempre due passi indietro agli uomini.

 

Quando il progetto siriano entra nella fase operativa, insieme al fantomatico progetto di liberazione di Alì Belkacem, l’autore degli attentati al metrò del 1995, i due «confrères» si preparano scegliendo questa collina verde alle porte della banlieue come palestra di ardimento, corsa di lunga durata ed esercizi fisici a corpo libero. L’abbandono delle Citroën nera usata per la strage al Charlie Hebdo davanti al parco chiude il cerchio su Buttes Charmont, come luogo simbolo di una jihad domestica prima sognata e in seguito, purtroppo, realizzata.

forze speciali francesci caccia all'uomo kouachi 2forze speciali francesci caccia all'uomo kouachi 2

 

Gli arresti del maggio 2010 sembrano cogliere i due amici nel mezzo di una transizione non priva di contraddizioni. Chérif esce subito dall’inchiesta, per mancanza di prove. A casa di Doly vengono invece trovate una calibro 38 e 240 cartucce di kalashnikov nascoste in fondo a un armadio. Alle pareti, in bella evidenza, ci sono le bandiere nere dell’Islam radicale.

 

said kouachisaid kouachi

Ma quella è anche la primavera in cui i due amici e relative consorti trascorrono intere serate alla Foire du Trône, la festa di ispirazione cattolica con musica e concerti che ricorda la distribuzione del pan di spezie da parte dell’abbazia di Sant’Antonio durante la settimana santa del 957. Si svolge ogni anno da aprile a maggio. Nel parco di Vincennes, a pochi passi dalla drogheria kosher dove Coulibaly ucciderà quattro ostaggi. Le perquisizioni certificano anche il comune scambio di materiale pornografico tra i futuri terroristi, che commentano i filmati con espressioni volgari, come due bambinoni non cresciuti.

cherif kouachicherif kouachi

 

«Per me c’è solo la religione, della famiglia non me ne importa nulla». Coulibaly era un esperto di rapine a mano armata. Al contrario dell’amico Chérif, che appare come un predestinato della jihad domestica, all’eterna ricerca di qualche pessimo maestro dal quale dipendere, il terzo uomo del massacro di questi giorni era nato nella Grande Borne, uno dei più vasti esperimenti di edilizia popolare mai realizzati in Europa.

 

Era il settimo di dieci figli, piccolo e muscoloso, appassionato di body building, rinnegato dal padre dopo il primo arresto, avvenuto all’età di 15 anni. Nel carcere di Fleury-Mérogis avviene l’incontro che gli cambia la vita. La cella accanto alla sua è abitata da Djamel Beghal, teorico della jihad che intanto ha già convertito Chérif.

Said Kouachi Said Kouachi

 

I due amici condivideranno solo sette mesi di pena, da settembre 2008 ad aprile 2009, ma il loro legame non si scioglierà mai. A tenerlo stretto ci sarà sempre Beghal, che una volta al confino nella campagna dello Chantal, sottopone gli adepti a prove teoriche e pratiche. È lui che ordina ai due amici di ripulirsi dalle scorie dell’odiato stile di vita occidentale e impone alle loro mogli il viaggio alla Mecca in solitaria e il passaggio al velo integrale.

Alla vigilia della strage al Charlie Hebdo sei membri del gruppo di Beghal erano in libertà. Nelle carte dell’inchiesta c’è una intercettazione del 12 marzo 2010 in cui il «maestro», oggi disperso in Siria, risponde con calma a domande che vertono sulla religione. «Per essere davvero religiosi, occorre odiare i miscredenti».

 

amedy coulibaly con la balestra   amedy coulibaly con la balestra

All’altro capo del telefono gli rendono gli omaggi tre uomini entusiasti e rispettosi del maestro. Sono Coulibaly, Chérif e Said Kouachi. «Se volete che vi elenco tutti i terroristi che conosco: quelli della filiera cecena, della filiera afgana. Ma questo non fa di me un terrorista. Sciiti e sunniti? Non perdo tempo con queste storie».

 

amedy coulibaly amedy coulibaly

Con i magistrati Coulibaly faceva lo sbruffone. E nel suo esibizionismo infilava frasi che a rileggerle adesso assumono un significato amaro. «Gli attentati ai Paesi occidentali non servono a nulla. La terra è abbastanza grande per tutti, la possiamo dividere. Non sono d’accordo con le stragi, perché potrei essere anch’io tra le vittime».

Nel dicembre 2013 viene condannato a cinque anni di prigione, ma esce nel luglio del 2014. Chérif Kouachi assiste a ogni udienza del processo, sempre seduto in prima fila, davanti alla gabbia degli imputati.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?