auditorium roma

DAL RED CARPET ALLO SPROFONDO ROSSO: A ROMA ANCHE L’AUDITORIUM VA IN CRISI - SPONSOR IN FUGA, TAGLI AI FONDI, SPETTATORI IN CALO E INIZIATIVE FLOP: IL FIORE ALL’OCCHIELLO DELLA CULTURA CAPITOLINA PERDE COLPI E IL PRESTIGIO CONQUISTATO CON FATICA SOTTO LA DIREZIONE DI CARLO FUORTES

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Laura Serloni per “la Repubblica - Roma”

 

Dai tempi d' oro al "sunset boulevard" sono passati dieci anni. E l' Auditorium sembra aver abdicato dalla sua originaria vocazione di «vera fabbrica di cultura», per dirla usando le parole di Renzo Piano. La tendenza, diventata ormai una costante, è al declino: diminuiscono le produzioni artistiche della Fondazione e, allo stesso tempo, aumentano coproduzioni, collaborazioni e "ospitate" che fanno somigliare il Parco della Musica sempre più ad un affittacamere.

tullio de mauro  jose r dosal  virginia raggitullio de mauro jose r dosal virginia raggi

 

Era una macchina da centinaia di appuntamenti, da milioni di spettatori e con una capacità di autofinanziamento che tra il 2005 e il 2008 è arrivata a superare il 65% del bilancio complessivo. Un record europeo sotto la direzione di Carlo Fuortes e Gianni Borgna. Sono gli anni dei Festival (Filosofia, Scienza, Matematica, Danza), dell' esordio di Meet in Town e Generazione X per i giovani emergenti, del fortunatissimo ciclo di Lezioni di Storia. Sono anni ruggenti e vivacissimi:

 

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nasce il Parco della Musica Jazz Orchestra, c' è la prima mondiale di Ça ira di Roger Waters e Lou Reed in concerto, debutta Contemporanea e il Buenos Aires Tango, mentre spicca il volo l' etichetta discografica Parco della Musica Records.

 

Molti artisti e iniziative vengono esportate all' estero. E Luglio Suona Bene faceva incetta di sponsor, d' incassi e si imponeva per autorevolezza a livello internazionale. Proprio i ricavi degli sponsor vanno alle stelle nel 2008 con 5 milioni e mezzo di euro, oggi sono piombati a poco più di un milione e mezzo. E non è l' unico dato negativo: crolla l' affluenza tra il 2014 e il 2015 del 19,5%, diminuiscono gli spettacoli organizzati del 2,8% e calano gli spettatori (in un anno si è passati da 613.126 a 493.575). Il flop più consistente è stato registrato nella partecipazione ai Festival, tristemente ridimensionati, e nell' ospitalità per eventi culturali passati da 149mila a 47mila spettatori.

 

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fuortes e valentinofuortes e valentino

Dopo il 2009 il programma si arricchisce del Premio Equilibrio, di Libri come, mentre sparisce il Festival della Matematica che si estingue con il polemico allontanamento di Odifreddi. Cambio ai vertici politici: nel 2011 lascia Borgna a cui subentra l' industriale Aurelio Regina.

 

jose r dosaljose r dosal

Sul fronte culturale Patti Smith, Laurie Anderson, Claudio Baglioni fanno grande l' edizione 2013, ma la stagione di Contemporanea ha i primi acciacchi, buio per le Lezioni di Giornalismo e l' esperimento di Serena Dandini (Lezioni di Paradiso) non ha il successo sperato. Dal 2014 il collasso: via le rassegne giovanili, vengono ridotti ai minimi termini i festival da Villa Adriana ad Equilibrio fino al Tango, si impoverisce il Natale all' Auditorium. Nessuna novità sul fronte di Festival e Lezioni.

 

JOSE RAMON DOSAL NORIEGAJOSE RAMON DOSAL NORIEGA

Il curriculum del nuovo ad José Ramon Dosal (voluto nel 2015 dall' ex sindaco, Ignazio Marino) non fa ben sperare e sono i numeri in bilancio a raccontare l' accelerazione del declino di quello che è sempre stato un esempio virtuoso.

 

Uno dei pochi a Roma. E l' Auditorium colleziona una serie di nefaste prime volte: la prima volta del bilancio in rosso, la prima volta di incassi dimezzati per Luglio Suona Bene nonostante Sting e Keith Jarrett e un' edizione estiva dove (per la prima volta) si hanno il 90% delle produzioni esterne. Il mensile, che prima a fatica riusciva a contenere i 70/100 eventi del mese, ora illustra i 18 eventi in programma fino a dicembre. Sparite le mostre, unica eccezione quella sui cimiteri nel mondo del messicano Alejandro Gomez De Tuddo.

 

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Equilibrio? Dicono che il cubano Roger Salas ci stia lavorando, un' anticipazione (forse) a novembre. Intanto la Filosofia è traslocata al Teatro Argentina e il tradizionale evento di Tango a settembre non c' è stato, al suo posto il Flamenco di Rafael Amargo, il cui spettacolo già a luglio è stato cancellato per insufficiente sbigliettamento. Sul viale del tramonto l' Auditorium ha già perso pezzi ma soprattutto il prestigio conquistato con fatica.

 

2. SPONSOR IN FUGA E TAGLI AI FONDI

Daniele Autieri per “La Repubblica - Roma”

 

La crisi di pubblico e l' anemia contagiosa nella produzione di nuove iniziative culturali ha un riflesso inevitabile sui conti del 2015 che costringono l' Auditorium a chiudere l' anno leccandosi le ferite. Per la prima volta nella sua storia il fiore all' occhiello della produzione culturale romana consegna un bilancio con una perdita consistente, pari a 2,2 milioni di euro, contro i 285mila euro di passivo registrato nel 2014.

 

ALDO BUSI ALL AUDITORIUM DI ROMA ALDO BUSI ALL AUDITORIUM DI ROMA

Il dato fa scattare un campanello d' allarme sia per una ragione di metodo (la Fondazione Musica per Roma per statuto non potrebbe chiudere in passivo) che per una di merito: l' inversione di tendenza finanziaria di un' istituzione culturale che per anni ha macinato utili e attirato pubblico. Analizzando i dati di bilancio, approvato dal consiglio di amministrazione della Fondazione il 20 giugno, emerge che i conti cominciano a traballare.

La ragione - secondo i vertici dell' Auditorium - è dovuta al taglio dei trasferimenti pubblici (in particolare quelli del Comune di Roma passati in un anno da 2,3 a 1,3 milioni) una parte del quale - secondo la Fondazione - andrebbe accollato all' Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

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L' Accademia però ha contestato la richiesta, alimentando un contenzioso che ha convinto gli estensori del bilancio a svalutare tutta la partita creditoria in oggetto, per un valore pari a 1,4 milioni di euro.

 

Ma lo scontro su chi dovrà caricarsi interamente o in parte l' onere dei tagli pubblici non basta a spiegare l' aumento esponenziale del deficit annuale e il calo di alcuni dati altrettanto significativi. Sempre nel 2015 ad andare in picchiata sono state anche le sponsorizzazioni.

 

Tra il 2014 e il 2015 il loro valore economico è passato da 2,8 a 1,7 milioni di euro con un calo del 39,5%. E nonostante il numero di eventi e di pubblico si sia ridotto, il costo della produzione di kermesse culturali e festival è cresciuto in un solo anno del 58%, passando da 5 a 7,9 milioni di euro. Questo ha contribuito alla chiusura del 2015 con un aumento generale dei costi, passati da 24,5 a 26,1 milioni di euro.

 

auditorium parco della musica foto andrea arrigaauditorium parco della musica foto andrea arriga

A fronte di ciò, nel corso degli ultimi dodici mesi, il vertice della Fondazione ha avviato alcune operazioni non proprio centratissime con il core business dell' istituzione. In un anno infatti le disponibilità liquide nelle casse dell' Auditorium si sono praticamente azzerate perché 18,8 milioni di euro sono stati spesi per acquistare titoli di stato.

 

Un investimento sicuro, che tuttavia ha contribuito ad abbattere l' attivo circolante, sollevando non poche domande tra chi si chiede se parte di quei denari non avrebbe dovuto essere investita per produrre e promuovere nuove iniziative artistiche o culturali.

 

Per fortuna, il conto economico si tiene ancora in piedi perché nel corso del 2015 è comunque aumentata la bigliettazione, crescendo da 5,2 a 8,6 milioni di euro e con essa i ricavi, passati da 16 a 18 milioni. Risultati che non bastano da soli per coprire il buco e soprattutto non rispondono all' esigenza di trovare nuovi sponsor e di alimentare la produzione culturale.

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