baris boyun

UNA STORIA MOLTO STRANA: CHI E' BARIS BOYUN, IL 40ENNE DI ORIGINE CURDE, ARRESTATO VICINO VITERBO: IN TURCHIA È CONSIDERATO UN BOSS DELLA MAFIA - GLI E' STATA FATALE LA MICROSPIA NEL BRACCIALETTO ELETTRONICO - NEL 2022 ANKARA AVEVA CHIESTO L’ESTRADIZIONE, MA LA CORTE D’APPELLO DI BOLOGNA L’AVEVA NEGATA - A MARZO SUBÌ UN ATTENTATO A CROTONE – LA TENTATA VENDETTA E LE INTERCETTAZIONI: BOYUN RITIENE CHE MOLTI DEGLI INTERPRETI DI TURCO UTILIZZATI DALLE AUTORITÀ GIUDIZIARIE ITALIANE SIANO IN CONTATTO CON… - VIDEO

https://video.corriere.it/roma/viterbo-ecco-le-immagini-dell-arresto-di-baris-boyun/58716684-8133-49b0-9419-efbb80d9axlk

 

 

Luigi Ferrarella per corriere.it - Estratti

 

 

Baris Boyun

Nei suoi non rari impacci con la giustizia il 40enne turco Baris Boyun si dipingeva come curdo membro del partito Pkk avversato dal governo di Erdogan, e l’anno scorso a Bologna, dove di passaggio era stato fermato in esecuzione di una richiesta di estradizione della Turchia, aveva tirato un sospiro di sollievo allorché la Corte d’Appello l’aveva negata ad Ankara (come quasi sempre accade) per l’assenza di garanzie di rispetto in Turchia dei diritti fondamentali della persona e per il rischio di trattamenti degradanti nelle carceri.

 

Ma stamattina, 22 maggio, quando viene arrestato dalla polizia con una quindicina di connazionali e con un italiano in una operazione in mezza Italia coordinata dal pool antiterrorismo della Procura di Milano, il volto di Boyun non sembra quello di un curdo perseguitato, ma di un capo di un gruppo di criminali comuni turchi in guerra con un altro gruppo di criminali turchi a colpi di attentati sia in patria sia in Europa, compreso l’assassinio di un connazionale due mesi fa a Berlino.

baris boyun

 

E così ora Boyun si vede contestare dal gip milanese Roberto Crepaldi, su richiesta della pm Bruna Albertini, non solo i reati di omicidio, associazione a delinquere, importazione e detenzione di armi da guerra, tentata importazione di droga e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma anche un attentato per finalità terroristiche o di eversione, e una accusa di banda armata finalizzata alla costituzione di una associazione terroristica:

 

contestazione ardita nel momento in cui sembra muovere dall’idea che Boyun, ritenendo un terminale dello Stato turco il proprio rivale “cartello” criminale, nel colpire questo avverso gruppo abbia anche voluto (quantomeno a livello putativo, cioè nella propria percezione) colpire e modificare appunto il rapporto a suo dire esistente tra quei criminali rivali e il governo di Erdogan.

 

 

Baris Boyun

(...) Gli investigatori risalgono a chi sia questo personaggio: Baris Boyun, 40 anni. Che ha una storia già interessante: nell’agosto 2022 era stato fermato a Rimini e poi scarcerato il 21 marzo 2023 dalla Corte di Appello di Bologna, che ne aveva negato l'estradizione chiesta dalla Turchia quale supposto criminale di rilievo in una organizzazione responsabile per Ankara di 19 omicidi e tentati omicidi in patria nel 2019-2020. Quando a Milano lo scorgono armeggiare con una pistola, lo arrestano.

 

 

Il turco finisce a San Vittore, poi agli arresti domiciliari. E siccome anche già solo dalla rete di conoscenze (contattate dalla sua compagna orgogliosa di essere riuscita a mettere al riparo della polizia il cellulare vero dell’uomo) si intuisce che abbia uno spessore di rilievo, gli arresti domiciliari vengono sfruttati per farli diventare un grande orecchio: ogni stanza di casa di Boyul viene microfonata, una cimice lo ascolta pure sotto la doccia, e una microspia gli viene piazzata persino nel braccialetto elettronico.

baris boyun

 

E’ una mossa ingegnosa e vincente perché il turco, loquace al telefono su piattaforme social criptate effettivamente non intercettabili, si sente talmente al sicuro da parlare in totale libertà e chiarezza proprio mentre – ad avviso degli inquirenti - commissiona reati dalla mattina alla sera: dispone spostamenti di armi, coordina traffici clandestini di immigrati dall’Est europeo, mobilita uomini suoi (serbi) al porto di Istanbul per offrire ad alcuni narcotrafficanti il tentativo di recupero di un container di droga in cambio di una futura percentuale.

 

 

Ma un giorno Boyul subisce un attentato: due uomini gli sparano sulla porta di casa a Crotone, e subito dopo nelle intercettazioni si comprende che ritenga di aver capito chi sia stato il mandante del proprio tentato omicidio.

 

Baris Boyun

E’, nella sua ottica, un altro criminale turco (indicato in Alaattin Sarallah) che però Boyul disprezza perché non sarebbe venuto e cresciuto «dalla strada», ma sarebbe pasciuto dallo Stato, cioè dietro la parvenza di imprenditore avrebbe dalla propria parte poliziotti, giudici e politici di Ankara, tanto che Boyul pare equipararlo a una sorta di occulto «braccio» criminale contiguo all’apparato statale, se non addirittura utilizzato dall’apparato statale.

 

Per vendicarsi di questo rivale al quale addebita il proprio attentato, Boyul ingaggia e organizza un gruppo di fuoco che dovrebbe colpire l’avversario in Turchia in una sua fabbrica di infissi, ma la polizia locale, avvisata, sventa l’agguato e arresta una decina degli assaltatori armati di bombe a mano e di un bazooka.

 

baris boyun 1

Le indagini italiane hanno una accelerazione quando, dopo sentori di sua responsabilità di Boyun in tre gambizzazioni in Turchia, alcuni frammenti di conversazioni carpiti dalle intercettazioni indirizzano sul turco l’accusa che avesse organizzato a distanza, su commissione altrui, un delitto anche in Europa: a Berlino, dove lo scorso 10 marzo viene assassinato un connazionale.

 

 

Tra i 20 arrestati del 22 maggio uno solo è italiano, ma è una persona molto fidata per Boyun, a giudicare dai compiti di fiducia che espletava a livello logistico. Tutti gli altri sono turchi, e tra essi c’è un interprete.

 

E qui si affaccia un’altra delicata questione: e cioè il fatto che, nelle intercettazioni, Boyun mostri di considerare pacifico che molti degli interpreti di turco utilizzati dalle autorità giudiziarie italiane siano in contatti con «antenne» dei servizi segreti di Erdogan.

ERDOGAN MELONIERDOGAN MELONI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....