
STATE ATTENTI A QUELLO CHE SCRIVETE IN UNA CHAT PRIVATA - A QUATTRO STUDENTI DELLA BOCCONI È STATO RINVIATO DI UN ANNO IL CONSEGUIMENTO DEL DIPLOMA PER AVER SCRITTO IN UNA CHAT (TRA LORO QUATTRO) COMMENTI SESSISTI A MINACCE VERSO UNA COMPAGNA DI MASTER – I GIOVANI AVEBBERO AGGIUNTO LA RAGAZZA NEL GRUPPO, PENSANDO CHE LEI NON POTESSE LEGGERE I MESSAGGI SCRITTI IN PRECEDENZA, INVECE LI HA VISTI E HA DENUNCIATO TUTTO ALLA COMMISSIONE DISCIPLINARE DELL’UNIVERSITÀ – IL TRIBUNALE HA RESPINTO LE TESI DELLA DIFESA SULLA VIOLAZIONE DELLA CORRISPONDENZA E SULLA PRESUNTA INVASIONE DI CAMPO DELLA BOCCONI PERCHE’…
Simona Ballatore e Nicola Palma per www.ilgiorno.it
Per loro, era “un gioco dettato dal clima goliardico”. Uno “scherzo” in cui alla fine hanno deciso di coinvolgere pure la vittima, convinti che non potesse leggere i commenti irriferibili che loro le avevano dedicato nelle settimane precedenti sulla chat Instagram intitolata “Il Loggione”. E invece la giovane studentessa della Bocconi ha potuto vedere a ritroso tutto ciò che avevano scritto di lei i compagni di master, subito segnalati all’ateneo milanese che frequentavano.
E così i quattro universitari sono finiti davanti alla commissione disciplinare del polo accademico di via Sarfatti, che ha decretato la violazione del Codice d’onore e comminato la sanzione del posticipo di un anno del conseguimento del diploma, dal 13 dicembre 2024 al 12 dicembre 2025, con conseguente esclusione dalla cerimonia di consegna.
A tutti, emerge dagli atti, è stato contestato “lo scambio di messaggi dal contenuto ripugnante e inaccettabile, grevi di allusioni sessuali aggressive e di minacce nei confronti di una loro compagna di corso”. Non basta: i quattro sarebbero stati “concordi nell’attirarla e ammetterla nella loro chat di gruppo, al fine di renderla oggetto di comportamenti oggettivamente abusivi e discriminatori”.
La vicenda emerge da una sentenza del Tar della Lombardia, che ha respinto il ricorso presentato da uno dei venticinquenni (un altro è ancora in attesa di verdetto, mentre gli altri due hanno rinunciato alla causa).
Per i giudici, l’università – rappresentata dagli avvocati Marco Giustiniani, Antonello Frasca e Alessandro Paccione – ha correttamente applicato la sanzione del differimento, “considerando che i fatti costituiscono non solo una grave e intollerabile violazione dei doveri di comportamento dello studente, ma integrano anche condotte discriminatorie e sessiste”.
Inoltre, il collegio presieduto da Daniele Dongiovanni ha ritenuto adeguatamente motivata “la necessità di inasprire la proposta di sanzione, in applicazione dei canoni di proporzionalità e ragionevolezza, data l’abnormità dei comportamenti degli studenti incolpati e del contenuto dei loro messaggi, dell’allarme ingenerato nella studentessa segnalante e dell’umiliazione che essa ha sofferto dal punto di vista esistenziale e psicologico”.
Il Tribunale ha respinto in toto le tesi della difesa sulla violazione della corrispondenza (condivisa volontariamente dagli studenti con la vittima) e sulla presunta invasione di campo della Bocconi in “fatti strettamenti privati”, chiosando: “Il contenuto dei messaggi e la finalità di invitare la compagna nella chat non possono in alcun modo essere derubricati a goliardia tra colleghi, ma, al di là della volontà di fare uno ’scherzo’, i fatti sono senz’altro sufficienti a rendere logica e proporzionale la scelta della sanzione applicata”.