trans carabinieri piacenza giuseppe montella

LA TRANS RACCONTA I FESTINI CON I CARABINIERI DI PIACENZA: ''ERANO DEI DEPRAVATI, FACEVAMO SESSO DI GRUPPO A GO-GO, FANTASIE EROTICHE MOLTO SPINTE E COCA SENZA FINE" - ''È INIZIATO TUTTO DUE ANNI FA E SIAMO ANDATI AVANTI FINO ALLA SCORSA ESTATE. CON MOLTA DISCREZIONE, INSIEME AD ALTRE PROSTITUTE, ENTRAVAMO UNO ALLA VOLTA, DI NOTTE: I CARABINIERI CI SEQUESTRAVANO I CELLULARI PER EVITARE DI FARE FOTO O VIDEO. ANDAVAMO AVANTI TUTTA LA NOTTE FINO ALLE PRIME LUCI DELL'ALBA. PER PAGARCI CI LASCIAVANO PIPPARE TUTTA LA COCA CHE VOLEVAMO DA UN SACCHETTO CON ALMENO MEZZO CHILO DI ROBA..."

 

TRANS ACCUSA IL MARESCIALLO

Michele Sasso per la Stampa

giuseppe montella

 

 

«Se non collabori, se non mi dai lavoro, in un modo o nell' altro ti frego e ti mando in Brasile. Puoi anche scappare perché qui non ti faccio più mettere piede». Sono le minacce che il comandante della stazione Levante di Piacenza, il maresciallo Marco Orlando, avrebbe rivolto a una transessuale in diverse occasioni già un anno e mezzo fa, quando il «sistema criminale» dei carabinieri infedeli, messo in piedi sotto i suoi occhi, era ancora sconosciuto.

 

 

I CARABINIERI DI PIACENZA E LA FOTO CON UNO SPACCIATORE

Nella caserma della centralissima via Caccialupo sarebbero avvenuti numerosi abusi e i militari l' avrebbero usata come quartier generale per gestire lo spaccio, compiere arresti illegali e persino torture. Orlando è finito agli arresti domiciliari e oggi sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari ma nel frattempo piovono sui tavoli della procura le richieste di persone che vogliono essere ascoltate e che si dicono disposte a raccontare altri episodi legati alla maxi inchiesta che ha coinvolto dieci militari, numerosi spacciatori e scosso l' intera Arma.

 

Francesca (nome di fantasia), è una trans brasiliana, 48 anni, una vita sulla strada e un fisico debilitato soprattutto dall' Aids, tanto da pesare appena 35 chili. Tramite il suo avvocato, Elena Concarotti, ha presentato ai magistrati una richiesta per essere ascoltata come persona offesa.

trans

 

Informatrice delle forze dell' ordine sul mondo dello spaccio da oltre 10 anni, è stata più volte aggredita e pestata con violenza da alcuni pusher, appena usciti dal carcere, che l' avevano ritenuta responsabile del loro arresto.

 

Dal suo racconto emergono altri particolari di feste a luci rosse e violenze nella caserma Levante che devono essere ancora passate al vaglio degli inquirenti. «È iniziato tutto due anni fa e siamo andati avanti fino alla scorsa estate: grazie alla mia amica trans Nikita ho partecipato ad almeno quattro festini hard dentro la stazione di via Caccialupo.

 

Con molta discrezione, insieme ad altre prostitute, entravamo uno alla volta, di notte: entravamo e i carabinieri ci sequestravano i cellulari per evitare di fare foto o video. A fornirci di droga era il maresciallo Orlando: la tirava fuori e la metteva su un piatto e tutti pippavamo cocaina. Mi ricordo che c' era un sacchetto con almeno mezzo chilo di roba».

 

piacenza carabinieri

Secondo il racconto di Francesca a organizzare le orge era Nikita che portava transessuali ed escort per soddisfare le richieste dei carabinieri. Quando non era possibile in caserma, si spostavano di poche centinaia di metri a casa di Nikita ma i militari erano sempre in divisa. «Mi trattavano come la regina di Monaco, avevano un debole per me che batto da 20 anni. Il maresciallo e gli altri carabinieri erano dei depravati, facevamo sesso di gruppo a go-go, fantasie erotiche molto spinte e cocaina senza fine. Andavamo avanti tutta la notte fino alle prime luci dell' alba. Per pagarci ci lasciavano prendere tutta la cocaina che volevamo dal sacchetto».

 

trans.

Nonostante questi incontri ravvicinati, anche Francesca è stata vittima della banda: «Una volta mi hanno fatto un dispetto e portato in giro tutta la notte per trovare i trafficanti e quando siamo tornati in caserma mi hanno minacciata e spinta fino a cadere per terra». Botte che anche altre prostitute hanno dovuto subire.

 

 

«C' è un' altra trans, Flavia, anche lei è stata picchiata dai carabinieri. Molte di noi sono state minacciate se non facevano quel che dicevano loro».

Quando Francesca ha saputo la notizia degli arresti ha pensato che fosse finalmente arrivato il suo momento. «Ora qualcuno mi ascolterà. Mi hanno massacrata di botte, tante volte mi sono ritrovata in strada con la testa spaccata».

piacenza carabinieri

 

IL TRANS TRANS DEI CARAMBA

Giuseppe Baldessarro per ''la Repubblica''

 

«Quando ci portavano per le feste in caserma coprivano le telecamere per evitare che fossimo visti. Poi dentro si faceva sesso e ci pagavano con la droga». Sophia, trans sudamericana, il suo vero nome non lo vuole dire perché ha «paura». Il suo avvocato Elena Concarotti ha chiesto alla procura che indaga sui fatti della Levante che la sua assistita venga sentita come vittima, e vuole costituirsi parte civile contro i carabinieri.

 

 

trans 2

Sophia, lei parla di festini e droga in caserma.

«Ne parlo perché c' ero. C' ero io, c' era Nikita, e altre trans. È successo tre o quattro volte. Ci venivano a prendere con le macchine dei carabinieri, quando entravamo coprivano le telecamere e ci tenevano fino all' alba a fare sesso. Ci pagavano con la droga, quando arrivavamo la trovavamo già pronta in una specie di piattino».

 

Chi vi aspettava alla Levante?

«C' era il comandante della stazione Marco Orlando, poi c' era un carabiniere rossiccio di capelli. Ho visto altri carabinieri in divisa e altri in abiti civili, non so se erano carabinieri, ma se mi facessero vedere le fotografie sono sicura di poterli riconoscere».

piacenza carabinieri

 

Quando ha iniziato a fare le soffiate per i carabinieri?

«È una storia lunga. Prima ero un' informatrice della polizia. Gli dicevo chi aveva la droga e loro mi aiutavano con le pratiche. Poi con gli anni le cose sono cambiate. Allora mi hanno contattato quelli della Levante e mi hanno costretto a lavorare per loro».

 

Costretto?

«Sì, due anni fa Orlando mi ha detto "hai fatto fare carriera a mezza polizia, ora aiuta noi a prendere qualche stelletta". Poi mi minacciava dicendo: "Se non collabori, se non mi dai lavoro, ti frego e ti rimando in Brasile"».

 

Così ha iniziato a fare l' informatrice.

«Si, è andata così. Anche Nikita era un' informatrice. Lei era potente perché era la protetta di Orlando. Teneva in pugno le altre trans. Avevo paura di Nikita».

I CARABINIERI DI PIACENZA E LE BOTTE A UN PUSHER

 

L' hanno mai picchiata?

«No quello no, solo qualche spinta. Ma c' è un' altra trans, una mia amica che ora è a Roma, si chiama Flavia, che è stata picchiata dai carabinieri».

 

Ora ha deciso di denunciare?

«In passato avevo denunciato alla polizia. Ho raccontato cosa succedeva alla Levante, ma nessuno ha fatto niente e io ho iniziato a temere per me. Già una volta un gruppo di spacciatori, uscendo dal carcere, mi ha aggredito e malmenato dicendo che avevo fatto io la soffiata che li aveva fatti arrestare. Dopo l' indagine ho visto che i magistrati fanno sul serio e voglio raccontare loro tu tto quello che so».

trans in carcere 3Giuseppe Montella con la fidanzata Mery Cattaneola ducati di giuseppe montella piacenza carabinierile auto e le moto di proprieta' del carabiniere giuseppe montella

 

trans dulcinatrans panna trans prostituta

giuseppe montellai carabinieri di piacenza

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