capuano edda ciano

TRESCHE CAPRESI – QUANDO LA FIGLIA DI MUSSOLINI IMPAZZI’ PER IL DANDY "ANIMALIER" PIETRO CAPUANO DETTO “CHANTECLER” - IN UN CARTEGGIO CHE VA DALL’ESTATE DEL ’46 FINO ALL’INIZIO DEI SESSANTA EMERGE IL LORO LEGAME SENTIMENTALE TRA MUSICA E MONDANITA’. E NON MANCANO GLI ACCENNI AI VIZI DI LEI TIPO IL POKER

Enrico Mannucci per il Corriere della Sera

CAPUANO EDDA CIANOCAPUANO EDDA CIANO

 

Nella storia italiana del Novecento, lei è figura tragica per eccellenza. Vedova e poi orfana: Galeazzo Ciano, il marito, nel 1944 viene fucilato a Verona su condanna della Rsi, l' effimera creazione del padre, Benito Mussolini, il Duce, che poco più di un anno dopo sarà ucciso a Dongo. Drammi di cui, apparentemente, non resta traccia nell' animo di Edda Ciano, a scorrere un carteggio recentemente venuto alla luce.

 

Quello con Pietro Capuano, bon vivant caprese, poi gioielliere, ben più noto col nome di Chantecler. Sono una sessantina di lettere (tutte scritte da lei e indirizzate a lui) scritte fra l' estate del 1946 e l' inizio degli anni Sessanta. Nei fogli ricorrono tutt' altri temi: l' amore e la nostalgia di Capri, la musica classica e quella americana contemporanea, il contenzioso con lo Stato per i beni di famiglia e qualche curiosità mondana, il poker e i debiti, la salute cagionevole.

 

CARTEGGIO EDDA CIANO CAPUANOCARTEGGIO EDDA CIANO CAPUANO

La prima missiva sembra chiudere i conti col passato: «Ti pregherei allora di cercarmi una stanza e un bagno nella più modesta pensione che esista. Come saprai, in attesa che mi tolgano tutto, ho pochissimo denaro... Voglio lavorare ma cosa fare? Ne ho passate tante che ormai niente più mi spaventa. (...) E la mia casa?». È datata 2 agosto 1946 e parte da Lucca. Edda si trova nella casa dei suoceri, a Ponte a Moriano: è rientrata dalla Svizzera nell' autunno 1945, e ha passato un anno di confino a Lipari. La «casa» è quella che a Capri ancora viene chiamata villa Ciano, sulla collina del Castiglione: lì Edda aveva trascorso la prima notte dopo le nozze con Galeazzo; durante la guerra, poi, gli Alleati l' avevano requisita, trasformandola in posto di riposo per gli ufficiali.

 

Capuano con Jacqueline KennedyCapuano con Jacqueline Kennedy

Nella corrispondenza iniziale, il tono è cauto sul piano sentimentale, incline al lamentoso per quanto riguarda salute e situazione economica. Così, sei mesi dopo, Edda scrive: «Dunque, tutti i beni della famiglia sono stati confiscati, è questo il momento che si cominciasse a fare qualche cosa». Nuova lettera, dopo tre giorni: «Sono a letto più che mai sfinita e piena di acciacchi. Eppure non sono ancora decrepita, vorrei che mi prendesse un malanno rapido e funesto perché ne ho fin sopra i capelli (e sono così corti) di tutto... Mi mancano le tue storie inverosimili e il calore del tuo affetto (non amore - per l' amor del cielo)».

 

Un terreno comune con Chantecler è la musica (lui, del resto, era un habitué del Tabù, il locale notturno allora più in voga a Capri).

 

Concludendo una lettera il 17 marzo 1947 Edda stila un elenco di dischi che vuole procurarsi. E almeno un paio di titoli sconcertano, perché legati alla vittoria alleata sull' Asse. My Guy' s Come Back celebrava il ritorno trionfale dei soldati americani, mentre In the Mood , reso celebre da Glen Miller, era uno dei V-disc, le canzoni dedicate dal dipartimento della Guerra Usa alle truppe sui fronti.

 

edda ciano e capuanoedda ciano e capuano

A fine anno, un sostanziale mutamento di registro. Scrive Edda a Pietro il 17 novembre: «Mia madre stirava, Gina si rendeva generalmente utile, io mangiavo, improvvisamente abbiamo parlato di te e G. ha detto che dovevi essere molto innamorato di me e allora con mia grande sorpresa s' è sentita una voce (la mia) che gioiosamente diceva: "Questo è niente; la cosa meravigliosa è che io sono innamorata di lui e lo sciagurato non lo sa nemmeno - ma io sono felicissima di esserlo". Tra l' altro, ora lo sai anche tu che sono innamorata...».

 

EDDA CIANOEDDA CIANO

Sono molte le leggende che circondano questo legame. A partire dal soprannome di lui, forse coniato da Edda pensando al volitivo gallo protagonista dell' omonima opera di Edmond Rostand.

 

I giornali dell' epoca non trascurano la vicenda. Nell' ottobre 1947, il quotidiano «La Repubblica d' Italia» titola: Edda sta per sposarsi col sig. Chanteclair gioielliere . Ipotesi smentita un anno dopo da una testata francese, «La Presse», che ridimensiona il rapporto a una faccenda d' affari: una società comune, graziata dal successo di vendite della Campanella di san Michele, ancor oggi simbolo della maison di gioielli e, all' epoca, vendutissima ai militari alleati dopo che era giunta in dono al presidente Roosevelt.

 

Pur con andamento oscillante, i temi amorosi conquistano spazio nella corrispondenza (oggi in mani private): «Pietro caro, se mi vuoi bene molto, se sei innamorato di me, se non vuoi che me, ti prego, darling, love me, love me, love me», scrive Edda nel marzo 1949. Si legge ancora in un messaggio del giugno 1951: «A momenti mi piacerebbe esser sposata con te, possibilmente, o con qualsiasi altro. Per non dovere sempre io combattere».

 

ingrid bergman & pietro capuano

Non mancano i riferimenti salottieri. Chantecler era un uomo di mondo. Oggi, nelle gioiellerie che portano il suo nome, da lui fondate con Salvatore Aprea, spiccano foto in cui è ritratto con i bei nomi del jet set: Ingrid Bergman, Gianni Agnelli, Jackie Kennedy, l' Aga Khan. E alcuni di questi nomi ricorrono nelle lettere. Come non mancano gli accenni ai vizi di lei (tipo il poker: «Gioco ogni sera e per ora non ho perduto. La prima sera presi una botta ma le altre due sere ho rivinto e forse qualche cosa in più...», scrive una volta) e ai problemi finanziari dei Mussolini.

 

Nel carteggio - che merita un esame accurato - compare un solo riferimento al marito. In termini non drammatici: «Ho comprato delle tende e le ho spedite al tappezziere a Capri. Ci sono le istruzioni, ma dovresti spiegare che le tende (tela medievale) che vanno nella stanza di Galeazzo, devono essere bagnate poi devono essere orlate con cordoncino rosso», chiede Edda a Capuano nel 1951.

 

Tornando ai sentimenti, fu un amore strano, quello fra Edda e Capuano. Forse reale e condiviso solo per un breve tempo, poi coltivato in una fantasia univoca: quasi ossessionante, ai confini del patologico. Quando aveva osservato Edda da vicino - nel 1945 era stata ricoverata presso la clinica di Malévoz, nel cantone del Valais - André Repond, uno dei primi psichiatri svizzeri, l' aveva inquadrata così:

 

benito mussolini con la figlia eddabenito mussolini con la figlia edda

«La freddezza di questa donna, la sua incapacità di amare normalmente, di darsi, sono state la rovina della sua esistenza, e sono state la causa principale della sua cattiva reputazione... Ma è soprattutto sul piano psicologico che Edda mostra le anomalie più marcate: instabile, impulsiva, alterna periodi di depressione ad altri di euforia, fugge dalla realtà, subordina ragionamenti e giudizi alle sue fasi emotive... in sostanza, malgrado una bella intelligenza, colta, lucida e acuta: una grande nevropatica».

 

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