trump wrong

ALT! I POVERI NON HANNO VOTATO TRUMP – UNA RICERCA SMONTA LA TEORIA DEI BIANCHI IMPOVERITI DALLA GLOBALIZZAZIONE CHE DECIDONO DI MANDARE ALLA CASA BIANCA DONALD – SEMMAI C’ENTRA LA SENSAZIONE DI PERDITA DELLO STATUS QUO: IL PROTOTIPO DEL WASP DOMINANTE E LA MINACCIA PERCEPITA DI NON CONTARE PIU NIENTE NEL MONDO…

DAGONEWS

 

donald trump

I bianchi impoveriti dalla globalizzazione hanno votato per Trump. È la spiegazione più comune che si è cercato di dare nell’ultimo anno e mezzo all’arrivo del miliardario alla Casa Bianca. Eppure, forse, il voto del 2016 va analizzato da un contesto più ampio. Ad essere determinante è stato il contadino del Midwest o il wasp evangelico preoccupato dagli immigrati? È stata l’economia o una condizione esistenziale, la ragione per cui Trump adesso è l’uomo più potente del mondo?

 

donald trump meme

Ad affrontare il tema è stata recentemente la giornalista Olga Khazan, che su The Atlantic ha spiegato come l’ansia, più che la povertà, sia alla base del voto degli americani. Secondo Khazan ci sono alcuni studi che lo dimostrano praticamente. In particolare quello di Diana C. Mutz, che ha analizzato in profondità sondaggi e flussi di voto dal 2012 al 2016. “In un articolo sulla rivista scientifica ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’, Mutz è arrivata alla conclusione che le elezioni del 2016 non hanno niente a che fare con le avversità economiche”. “Si è trattato piuttosto – scrive la studiosa – di gruppi dominanti che si sono sentiti minacciati dal cambiamento e di un candidato che ha capito e approfittato quel trend”.

 

donald trump 3

“Per la prima volta da quando gli europei sono arrivati in questo paese – fa notare Mutz – agli americani bianchi è stato fatto capire che presto diventeranno una minoranza”. E quando i membri di un gruppo storicamente dominante si sentono minacciati attraversano alcuni cambiamenti psicologici. Il loro primo obiettivo è la sopravvivenza dello status quo. Prima diventano nostalgici, poi iniziano a difendersi e autoisolarsi, infine diventano ostili agli altri gruppi.

 

Il prototipo wasp ha iniziato a scricchiolare quando ha percepito la minaccia: i bianchi soffrivano e soffrono il fatto di sentire che presto non saranno più il gruppo predominante, né dal punto di vista quantitativo né da quello della gestione del potere. Ecco perché, dicono alcuni studi, i voti a Trump sono stati così tanti, perché le persone desideravano politiche anti migranti, e volevano opporsi alla correttezza politica. Secondo Mutz per esempio “la metà degli statunitensi ritiene che l’apertura del commercio è qualcosa che beneficia la crescita di posti di lavoro in altri paesi, ma non di quelli americani”

donald trump 2

 

In realtà la maggior parte delle persone ha votato per lo stesso partito nel 2012 e nel 2016: in quei 4 anni le persone – specialmente i repubblicani – hanno sviluppato un’opinione molto più negativa sul commercio internazionale e sono diventate ansiose. Nel 2012, le politiche dei due partiti sembravano estremamente simili sul commercio, ma nel 2016 la posizione di Hillary Clinton si è allontanata molto dall’elettore medio americano, rispetto a Trump.

 

Mutz ha esaminato pertanto quegli elettori il cui reddito è sceso, o non è aumentato. Persone che hanno perso il loro lavoro, o preoccupate dal loro futuro economico. Tutte cose che però non hanno contribuito a spostare voti da Obama (2012) a Trump (2016). Anche perché l’occupazione è aumentata dal 2010, e Clinton ha battuto Trump piuttosto facilmente tra gli americani che guadagnano meno di 50 mila dollari all’anno.

 

donald trump 1

Nel frattempo però, una serie di fattori hanno creato un cambio di prospettiva: “lo stile di vita americano” ha iniziato a essere percepito come sotto minaccia. I gruppi dall’alto status sociale, uomini, cristiani, bianchi, hanno iniziato a sentirsi discriminati. È il senso di persecuzione, più che le difficoltà economiche, ad aver determinato l’elezione di Trump. Una sensazione forse infondata, ma che aumenta nei periodi di cambiamento sociale. Gli evangelici bianchi, ad esempio, credono che i cristiani siano più discriminati dei musulmani negli Stati Uniti, e il 79 per cento degli elettori che la pensa così ha scelto Trump e non la Clinton.

 

Anche gli elettori maschi avrebbero scelto Trump per lo stesso motivo: sentivano, o iniziavano a sentire, che il loro status era minacciato e che Trump l’avrebbe dato loro indietro.

 

la famiglia trump

“Questi studi sul perché gli americani hanno votato per Trump sono chiarificatori, ma anche un po’ insoddisfacenti”, conclude Khazan. Sfatano il mito che la maggioranza dei sostenitori di Trump siano le vittime emarginate delle crudeltà del capitalismo. Allo stesso tempo però, il risentimento psicologico profondamente radicato è difficile per i politici da trattare rispetto – per dirne una – agli assegni di invalidità. Puoi insegnare ai minatori di carbone come si programma, ma potresti non essere in grado di convincerlo a sostenere ed accogliere il cambiamento razziale e le norme sul genere. Puoi offrire un reddito di cittadinanza, ma questo non li guarirà dal risentimento per i cambiamenti demografici. In altre parole, è abbastanza chiaro che molti elettori di Trump si sentano minacciati, frustrati, emarginati – non a un livello economico, ma a un livello esistenziale. Ed è per questo che l’hanno votato.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....