milena gabanelli regolamenti ue donalds trump ursula von der leyen

TRUMP VUOLE CHE L'EUROPA CANCELLI ALCUNE REGOLE PER VENDERCI LA CARNE AMERICANA CON ORMONI E PESTICIDI – NELLE TRATTATIVE CON L’UE SUI DAZI, IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO PRETENDERÀ L’ELIMINAZIONE DI UNA SERIE DI REGOLAMENTI DELL’UE CHE NON PIACCIONO A IMPRENDITORI ED ESPORTATORI STATUNITENSI, DALLE ETICHETTE TRASPARENTI ALLE MULTE PER LE BIG TECH – GABANELLI: “SI TRATTA DI NORME VOLUTE DA BRUXELLES PER TUTELARE LA SALUTE, IL LAVORO, L’AMBIENTE E LA LIBERTÀ DEI CITTADINI. STANDARD PERALTRO SOSTENIBILI ECONOMICAMENTE. VALORI, SI SPERA, NON NEGOZIABILI…”

GUARDA QUI LA VIDEO-INCHIESTA DI MILENA GABANELLI

 

Estratto dell’articolo di Francesco Tortora,Milena Gabanelli per il “Corriere della Sera”

 

DONALD TRUMP VS URSULA VON DER LEYEN - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK

A Donald Trump l’Europa non piace: troppe barriere e regolamenti ostacolano il commercio e gli investimenti americani. Messa in standby la turbolenza dei dazi, il Nuovo e Vecchio Continente lavoreranno per trovare un accordo tariffario.

 

Per capire su quali temi si negozierà, bisogna analizzare l’ultima edizione del «National Trade Estimate», documento dell’Ufficio esecutivo del Presidente dove sono elencate tutte le lamentele degli imprenditori ed esportatori americani contro le norme applicate dalla Ue […]

 

Digital Services Act

digital service act - regolamento ue piattaforme online

Ad agosto 2023 è diventato operativo il Digital Services Act, regolamento con il quale la Ue vigila sui servizi offerti dalle grandi piattaforme online. Sono obbligate a rispettare la privacy, la libertà di espressione degli utenti e a rimuovere immediatamente i contenuti illegali. Chi non si adegua rischia sanzioni fino al 6% del fatturato annuo.

 

Il primo accusato di disinformazione è Elon Musk, proprietario del social network X, sul quale la Commissione europea ha aperto un’indagine. Ma lo scorso anno a Bruxelles sono stati avviati nove procedimenti formali nei confronti di diversi fornitori. Il costo è a carico delle piattaforme sorvegliate e la Commissione ha presentato a marzo 2025 un conto di 58,2 milioni di euro.

 

Digital Markets Act

digital markets act - regolamento ue sul commercio

Da maggio 2023 è in vigore il Digital Markets Act, nato per contrastare gli abusi di posizione dominante e promuovere la concorrenza sui mercati digitali. Una serie di regole che dicono alle Big Tech Alphabet, Amazon, Apple, Booking, ByteDance, Meta e Microsoft quello che «devono fare» e quello che «non devono fare», al fine di impedire pratiche scorrette o condizioni ingiuste per imprese e consumatori.

 

Le violazioni sono punite con multe fino al 10% del fatturato annuo e del 20% in caso di infrazioni ripetute. Sono finite sotto indagine Apple per la gestione del proprio App Store accusato di ostacolare la concorrenza, e Meta per aver offerto nel 2023 agli utenti europei di Facebook e Instagram il modello «paga o consenti» che non permetteva una scelta davvero libera sulla gestione dei dati personali. […]

 

Servizi audiovisivi

DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN

Nel mirino anche la Direttiva Ue 2018/1808 che impone alle piattaforme on demand (Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, HBO Max, Apple TV+, etc.) di mettere a disposizione dei clienti almeno il 30% di film e serie tv europee. In Francia sono tenute a investire tra il 15 e il 25% dei ricavi netti in prodotti europei, in Italia almeno il 16%, in Spagna il 5%.

 

Gli americani considerano queste regole una forma di protezionismo, per l’Europa invece è un modo per difendere la propria industria culturale dai colossi Usa. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dichiarato che l’Ue vuole trovare un accordo commerciale con gli Stati Uniti, ma non è disposta a negoziare né sul Digital Services Act né sul Digital Markets Act.

 

Protezione dei marchi Dop e Igp

I WANT TO BREAK FEE - MEME BY EMILIANO CARLI

In campo alimentare l’elenco dei contrasti è ben più lungo. Agli Usa non piacciono i marchi Dop e Igp, creati dalla Ue per proteggere le eccellenze strettamente legate a una specifica area geografica. Per gli esportatori americani questa politica blocca l’accesso al mercato europeo dei prodotti che «evocano» i nomi dei nostri marchi (il caso più famoso è il «Parmesan» del Wisconsin) o per quelli con nomi comuni come «tawny», «ruby» e «chateau» che potrebbero confondersi con le etichette di celebri vini portoghesi e francesi.

 

Una irritazione destinata a crescere poiché dal primo dicembre la protezione sarà estesa anche ai prodotti artigianali e industriali tipici. In lizza per il marchio Ig i vetri di Murano, il marmo di Carrara e la porcellana di Capodimonte.

 

Ogm

ursula von der leyen e donald trump a davos nel 2020

Nei Paesi dell’Unione non c’è nessun divieto alla commercializzazione dei prodotti geneticamente modificati. Quelli destinati all’alimentazione umana devono però rispettare requisiti di etichettatura e tracciabilità, ovvero bisogna scriverlo sull’etichetta. Per gli Usa questo obbligo andrebbe rimosso perché ostacola il commercio.

 

Ma sono proprio i cittadini europei a richiedere questa trasparenza e vale per tutti, anche per la Spagna, che produce e commercializza prodotti Ogm. Per quanto riguarda invece le colture, gli imprenditori americani lamentano tempi troppo lunghi nelle procedure Ue di autorizzazione (in media 4 anni). Va detto che i Paesi membri hanno chiesto e ottenuto dall’Unione il diritto di libera scelta. Infatti 18 Stati, fra cui l’Italia, hanno deciso di vietare sul proprio territorio le coltivazioni Ogm.

 

Ormoni, carne disinfettata

regolamento ue su ogm - carne con ormoni - pesticidi

Gli Stati Uniti accusano la Ue di adottare misure di sicurezza alimentare prive di basi scientifiche e che quindi limitano inutilmente il commercio. Si va dagli additivi considerati potenzialmente cancerogeni (come il bromato di potassio nei prodotti da forno) alla diatriba storica sulla carne bovina prodotta utilizzando ormoni e promotori della crescita, vietati nella Ue sin dalla fine degli anni ’80.

 

L’Europa ha risposto alle accuse nel 2002 presentando ben 17 studi che dichiarano la carne trattata con gli ormoni «potenzialmente pericolosa».

 

DAZIO MERDA - MEME BY GROK

I produttori americani puntano il dito anche contro il divieto all’uso della ractopamina, un additivo per mangimi che stimola la crescita del tessuto magro e il peso in suini e bovini. Ripropongono uno studio del 2012 della Commissione del Codex Alimentarius secondo il quale la ractopamina non rappresenta un rischio significativo per la salute umana. Tuttavia, il consenso nella comunità scientifica non è affatto unanime e tuttora la ractopamina è vietata in centinaia di Paesi, tra cui Russia e Cina.

 

Mal digerito anche il divieto Ue di usare sostanze chimiche per rimuovere contaminazioni dai prodotti animali per il rischio di effetti collaterali, mentre negli Usa per esempio è legale disinfettare il pollame con soluzioni a base di cloro o acido perossiacetico.

 

Limite ai pesticidi

regolamento prodotti dop e igp

A protezione delle biodiversità, della salute degli agricoltori e del consumatore finale, la Ue ha avviato da tempo una politica di incentivi per la riduzione di fitofarmaci in agricoltura. Sono ben 72 i pesticidi utilizzati negli Usa e invece vietati nell’Unione europea.  Contestualmente abbiamo abbassato anche i limiti massimi di residui (Lmr) consentiti sui prodotti agricoli. […]

 

I non negoziabili

È vero che esistono barriere oggettive nell’accesso al più ricco mercato del mondo, è vero che ci sono affastellamenti burocratici dannosi soprattutto per gli europei, e ci saranno margini per alleggerire i rapporti commerciali. Ma gli standard di qualità sopra elencati sono stati concepiti e applicati per tutelare la salute, il lavoro, l’ambiente e la libertà dei cittadini. Standard peraltro sostenibili economicamente e che in Europa, insieme al modello di sanità pubblica, si traducono in un’aspettativa di vita media più lunga di 3 anni rispetto agli Usa, e di 5 anni in Italia. Valori, si spera, non negoziabili.

DONALD TRUMP CON IL LIBRONE DEI DAZI regolamento ue sui servizi audiovisivi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...