donna stuprata stupro violenza sessuale

CHI CERCA GIUSTIZIA, VIENE GIUSTIZIATO – A MILANO NEL 2019 UNA RAGAZZA DI 27 ANNI VENNE STUPRATA. DINANZI ALL’AGGRESSIONE LA RAGAZZA (AFFETTA DA PROBLEMI PSICHIATRICI) SI RIFUGIÒ NEL SILENZIO PER LO CHOC – VISTO CHE LA RAGAZZA “NON URLÒ O SI DIMENÒ” LA PROCURA CHIESE L’ARCHIVIAZIONE PER L’AGGRESSORE MA IL GIP, DOPO 3 ANNI, HA RIBALTATO LA DECISIONE CHIEDENDO L’IMPUTAZIONE DELL’UOMO – MA LA RAGAZZA STUPRATA, DOPO ANNI IN CUI NON HA AVUTO GIUSTIZIA, SI È TOLTA LA VITA…

Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

 

abusi sessuali

Quando aveva capito cosa le stesse facendo in casa l'uomo che le aveva offerto un passaggio di notte, si era chiusa - lei che a 27 anni era affetta da una malattia neuropsichiatrica - in un «silenzio reattivo», fatto solo di «mutismo» e «immobilità» di fronte all'aggressione sessuale.

 

E siccome lei stessa nell'interrogatorio aveva poi lealmente rievocato la propria reazione quella notte del maggio 2019, senza cedere alla facile tentazione di inventare che a letto si fosse fisicamente opposta all'uomo, la Procura di Milano aveva in prima battuta chiesto l'archiviazione dell'indagato «per insussistenza di alcuna condotta di minaccia e violenza nel compimento degli atti sessuali», in quanto «non risulta che la ragazza urlò o si dimenò», e «non ha riferito alcuna forma di coartazione fisica né di manifesto dissenso a gesti o a voce».

 

stupro 2

Ma ora l'ufficio gip del Tribunale di Milano respinge la richiesta di archiviazione e ordina l'«imputazione coatta» dell'uomo, nel presupposto che dirimente per il reato sia «l'esistenza non di un manifesto dissenso della parte offesa, ma di un consenso espresso, oppure (se tacito) l'inequivocità di questo consenso» ai rapporti sessuali.

 

Ma intanto la ragazza, che nel frattempo aveva intrapreso un percorso di transizione di genere, non vedrà questo processo all'uomo che aveva denunciato di violenza sessuale e fatto identificare: otto mesi fa si è tolta la vita, quando le indagini, sfociate in una prima richiesta di archiviazione respinta dal gip, ancora nemmeno avevano identificato l'aggressore, individuato soltanto dopo il primo stop del gip e comunque sempre grazie ai medesimi dettagli già forniti nel 2019 dalla ragazza uccisasi nel 2022.

 

stupro 1

Suicidio che un'altra indagine di un altro pm ha escluso essere stato istigato da chicchessia, e la cui matrice resta dunque (come tutti i suicidi) nelle insondabili dinamiche della ragazza. La notte nella quale era stata nei bar sui Navigli con una amica alla quale era all'epoca legata, la giovane omosessuale non aveva più trovato un mezzo pubblico che la riportasse a casa nell'hinterland milanese, finendo per accettare il passaggio in auto offertole da un ragazzo napoletano alla guida di un furgoncino del cibo da strada, «che mi disse "ti accompagno a casa, una ragazza come te non può stare per strada".

 

stupro 3

Mi fidai della promessa, sembrava un bravo ragazzo». E invece no. L'uomo parcheggiò sotto il proprio appartamento, per un braccio la trascinò a casa, ed è qui che «smisi di parlare, mi chiusi a riccio e gli diedi la schiena», scappando solo quando lui si addormentò.

 

stupro 4

Il pm ha motivato la seconda richiesta di archiviazione con la possibilità che il 32enne avesse «"frainteso" il silenzio della ragazza per l'ora tarda e la stanchezza». Ma la gip - che richiama note sentenze di Cassazione come quella del 2016 - ribatte che «non esiste alcun indice normativo che possa porre a carico del soggetto passivo un onere, neppure implicito, di espressione del dissenso alla intromissione di terzi nella sfera di intimità sessuale»; e che invece «si deve presumere tale dissenso laddove non esistano indici chiari e univoci volti a dimostrare l'esistenza di un (sia pur tacito ma in ogni caso inequivoco) consenso».

stupro 6stupro 5

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…