STRADE DA CIUCCI – IL VIADOTTO SPROFONDATO IN SICILIA È SOLO L’ULTIMO DI UNA LUNGA SERIE – L’ANAS GESTIONE CIUCCI HA LASCIATO ANDARE LA VIABILITÀ MINORE PER CONCENTRARSI SUL PONTE DI MESSINA O SULLA SALERNO-REGGIO CALABRIA

Daniele Martini per “Il Fatto Quotidiano

 

PIETRO CIUCCI ANAS PIETRO CIUCCI ANAS

   Sarà colpa degli appalti assegnati con criteri discutibili, dei lavori poco accurati, della manutenzione fatta con il contagocce, oppure del destino cinico e baro. Fatto sta che soprattutto in Sicilia, ma non solo nell'isola, i viadotti e i ponti vecchi e nuovi vengono giù. L'ultimo, lo Scorciavacche dalle parti di Mezzojuso sulla statale 121 tra Palermo ed Agrigento ha battuto tutti i record restando transitabile appena una settimana: inaugurato alla vigilia di Natale è stato chiuso alla fine dell'anno.

 

“Chiuso solo per precauzione”, minimizza parlando con il Fatto Quotidiano Alfredo Bajo, il condirettore generale della progettazione Anas, in pratica il responsabile tecnico dell'azienda pubblica delle strade committente dell'opera. Dalle immagini appare chiaro, però, che la chiusura più che dettata dalla prudenza è imposta dal fatto che lì le auto non possono transitare proprio più, essendo la carreggiata sprofondata per oltre un metro. Di fronte a quella voragine, a conti fatti è andata bene che non ci siano state vittime. Così come era andata sostanzialmente bene anche le numerosissime altre volte in cui ponti e viadotti negli ultimi anni si erano afflosciati come sacchi vuoti.

 

La provvidenziale assenza di morti o la circostanza che le vittime siano state frettolosamente derubricate come incidenti sul lavoro, ha impedito che quei fatti gravissimi e reiterati fossero interpretati per quel che sono: un fenomeno preoccupante e pericoloso, la riprova che l'attenzione spasmodica dedicata dal presidente Anas Pietro Ciucci alle grandi opere, dal faraonico ponte sullo Stretto di Messina alla regina delle incompiute, la Salerno-Reggio Calabria, ha lasciato il segno sulle strade statali normali andando a scapito dei lavori minori e della manutenzione accurata. Dopo anni di questa politica, ora si contano i cocci e anche il governo di Matteo Renzi e il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, si rendono conto che non si può più far finta di nulla.

 

PIETRO CIUCCI PIETRO CIUCCI

Nel caso dell'ultimo viadotto siciliano collassato ci sono molte circostanze che lasciano perplessi. Per esempio la decisione di inaugurare a tutti i costi l'opera con 3 mesi di anticipo sui tempi previsti per la fine dei lavori affidati da Anas a un raggruppamento di imprese tra cui, con le cooperative Cmc e Ccc, spicca la ditta Tecnis del siciliano Mimmo Costanzo, erede di uno dei 4 famosi Cavalieri del lavoro di Catania. Con lo stesso sistema della consegna anticipata dell'opera rispetto alla scadenza ufficiale, l'Anas 2 anni fa pagò sotto forma di premio proprio alla Tecnis la bellezza di 26 milioni di euro su un lavoro di circa 250 per la costruzione di 11 chilometri della Salerno-Reggio Calabria nel parco del Pollino, nonostante quell'autostrada sia tutto tranne che un esempio di lavori veloci.

 

Progettista era Nino Bevilacqua, un signore che si sposta in elicottero e vive in un castello affacciato sul porto di Palermo, un professionista tra i più pagati d'Italia, usato spesso da Tecnis. Forse anche per la presenza di Bevilacqua, l'Anas apprezza molto la Tecnis a cui affida spesso e volentieri i lavori. C'è la Tecnis, per esempio, sulla Variante di Morbegno della statale 38 in Valtellina, appalto da oltre 200 milioni di euro. C'è Tecnis sulla Palermo-Agrigento e sulla Agrigento-Caltanisetta, sulla Rieti-Terni (altri 170 milioni di euro) e c'era Tecnis sulla Variante di Quadri, 2 chilometri e 200 metri di asfalto nella Valle del Sangro in Abruzzo costati 40 milioni di euro e inaugurati 9 mesi fa.

 

   La pessima condizione dei viadotti e delle strade è macroscopica. All'inizio di luglio in Sicilia collassò il viadotto Petrulla sulla statale 123 tra Licata a Ravanusa: 4 i feriti tra cui una donna incinta. Subito dopo si accorsero che il vicino ponte Ficili era a rischio e lo chiusero. Nella stessa estate fu sprangato il ponte Gurrieri a Modica e quello della Balata Baida sulla statale 187 a Castellammare in provincia di Trapani. Poco più di un anno prima, febbraio 2013, si afflosciò il Verdura sulla statale 115 tra Trapani e Siracusa e il 28 maggio 2009 nella provincia di Caltanissetta venne giù un pezzo del ponte Geremia II.

VIADOTTO CROLLOVIADOTTO CROLLO

 

   Anche l'elenco dei ponti caduti o chiusi fuori dalla Sicilia è impressionante. Il caso più grave, con un autista di camion morto, risale ad una decina d'anni fa sulla statale 42 in provincia di Brescia dove si spezzò il viadotto Capodiponte. L'incidente più clamoroso è però quello del ponte sul Po tra San Rocco al Porto e Piacenza, unica via tra Emilia e Lombardia oltre all'autostrada e la ferrovia.

 

Lì la mattina del 29 aprile 2009 sprofondò nel fiume un'intera arcata trasformando la strada in una botola in cui sprofondarono 4 automobilisti che rimasero feriti, uno in maniera grave. Su quel pezzo di ponte crollato l'Anas aveva detto di essere intervenuta appena un anno prima con lavori di consolidamento che evidentemente avevano consolidato poco. Nello stesso anno si verificarono due crolli sulla Teramo-Mare mentre il 2 marzo 2011 le impalcature del ponte sulla statale 407 Basentana a Calciano in provincia di Matera si abbassarono all'improvviso di 2 metri. Nello stesso periodo sempre in Basilicata chiusero il ponte di Baragiano. Otto giorni dopo in Puglia crollò una parte del ponte tra Vieste e Peschici sulla statale 89.

 

   L'11 maggio di due anni fa toccò a un ponte Anas in Abruzzo sulla linea ferroviaria tra Terni e Rieti all'altezza di Scoppito.

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