meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

meloni trump g7 canada

DAGOREPORT

Donald Trump ama muoversi sullo scacchiere internazionale in modo improvvisato, unilaterale, senza troppi formalismi.

 

L’attacco ai siti nucleari iraniani, però, ha richiesto, da parte della Casa bianca, un minimo di accortezza diplomatica: lo staff presidenziale si è premurato di avvertire le potenze europee più importanti.

 

Da Washington, prima dell'avvio dell'operazione "Midnight hammer", è partita una telefonata verso Londra, principale e storico alleato degli Stati Uniti (che ci siano al governo i conservatori o il laburista Starmer, l’intesa resta solida sempre e comunque),.

 

keir starmer donald trump

Poi, ad attacco in corso, The Donald ha alzato la cornetta per avvertire il cancelliere tedesco (ma turbo-atlantista, ed ex manager di Blackrock), Friedrich Merz. Dal canto suo, la Francia, unica potenza nucleare europea e membro permanente del Consiglio di sicurezza Onu, è attivissima: Emmanuel Macron siede su tutti i tavoli negoziali, e insieme ai due colleghi tiene il pallino del negoziato con l'Iran tramite il format E3 (che ieri si è riunito a Ginevra).

 

DONALD TUSK - EMMANUEL MACRON - KEIR STARMER - FRIEDRICH MERZ - INCONTRO A TIRANA

E l’Italia? Come ha fatto notare Matteo Renzi, ormai assurto a unico oppositore del Governo: “Nessuno stupore nel vedere Meloni e Tajani non toccare palla: abbiamo un Governo che sulla politica estera è totalmente in balia degli eventi, senza strategia e del tutto irrilevante. La politica estera italiana non esiste: abbiamo leader insignificanti, più inutili che dannosi”.

 

Un affondo che fotografa bene la realtà, ma che va “integrato” con una amara considerazione: l’Italia, indipendentemente da chi governa, è irrilevante sullo scacchiere globale. Siamo dei nani dal punto di vista militare, non abbiamo armi nucleari, siamo noti per essere delle banderuole incapaci di assumere posizioni nette in politica estera.

 

 

MELONI NON INFORMATA "L'ESCALATION SAREBBE DEVASTANTE"

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

DAN CAINE ILLUSTRA L OPERAZIONE MIDNIGHT HAMMER

Nessuna telefonata preventiva dalla Casa bianca, come capita al collega di Londra Keir Starmer. Né ad attacco in corso, come avviene al cancelliere tedesco Friedrich Merz. Giorgia Meloni apprende dell'offensiva americana contro l'Iran in piena notte, a bombe già scoppiate, tramite canali militari.

 

È da quel momento che si mette in moto la macchina di Palazzo Chigi, dove l'assenza di informazioni da Washington sull'imminenza del blitz viene inquadrata come mera prassi: gli unici avvisati in anticipo sono stati i britannici, è la tesi, ma è la storica special relationship e insomma c'è poco da fare.

 

friedrich merz e donald trump alla casa bianca foto lapresse 6

Vari ministri, da Antonio Tajani a Guido Crosetto, confermano che no, l'Italia non era stata ragguagliata per tempo, ma stavolta ci sarebbe stata la consapevolezza che l'attacco, così dice il capo della Farnesina, fosse «nell'aria».

 

Per via dei movimenti militari Usa nel Golfo, in parte tramite le basi americane in Italia, da Aviano a Sigonella, dove però sono transitati per adesso solo aerei di rifornimento, non implicati direttamente nei bombardamenti su suolo iraniano.

 

Con queste premesse, la mattinata della premier comincia presto. E una domenica programmata per mettere a punto il discorso di oggi alla Camera, in vista dei vertici Nato e Ue di questa settimana, si trasforma rapidamente in un viluppo di telefonate. Col presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: aggiornamenti sul conflitto in Iran, ma anche sulla situazione dei nostri militari nella regione.

 

macron trump

Intorno alle dieci, la premier fa il punto in video-call con i vice, Tajani e Salvini [...].

 

 

Nel corso della giornata, Meloni sente comunque singolarmente Starmer, Merz e il presidente francese Emmanuel Macron (mentre il terzetto organizza una chiamata di gruppo in proprio, è il cosiddetto formato E3, senza l'Italia).

 

[...]

 

 

 

[...] ora, è la linea di Meloni, «non basta una de-escalation, bisogna arrivare subito a un negoziato», per scongiurare «un ulteriore allargamento del conflitto» e soprattutto per «giungere a una soluzione politica» della crisi.

 

[...] 

 

friedrich merz e donald trump alla casa bianca foto lapresse 4

L’EUROPA SMARRITA

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

 

L'attacco americano all'Iran ha colto di sorpresa le cancellerie europee, impegnate fino a 30 ore prima con l'Iran per trovare una soluzione diplomatica che ora rischia di sbriciolarsi sotto le bombe sganciate dai B-2 statunitensi.

 

Soltanto Keir Starmer era stato informato e infatti il premier britannico è stato l'unico ad aver in qualche modo giustificato l'azione di Trump che «ha preso provvedimenti per attenuare la minaccia» dell'arma nucleare di Teheran.

 

KEIR STARMER - EMMANUEL MACRON - FRIEDRICH MERZ - IN TRENO PER KIEV

Un po' più cauto il tedesco Friedrich Merz, avvisato soltanto ad attacco in corso, mentre la Francia di Emmanuel Macron non ha nascosto la sua «preoccupazione» […]

 

Ma gli europei non intendono abbandonare gli sforzi avviati nei giorni scorsi e concordano sulla linea espressa dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che ha trascorso la domenica a Palazzo Berlaymont seguendo gli sviluppi da lontano: «Il tavolo dei negoziati è l'unico luogo in cui porre fine a questa crisi».

 

Per farlo, ha sottolineato von der Leyen, è necessario che l'Iran «si impegni in una soluzione credibile». Ma prima, come ha ricordato l'Alto Rappresentante Kaja Kallas, «tutte le parti devono fare un passo indietro».

 

DAVID LAMMY - KAJA KALLAS - JEAN NOEL BARROT - Johann Wadephul

[…] Oggi è prevista una riunione dei ministri degli Esteri Ue alla quale avrebbe dovuto partecipare anche il direttore dell'Agenzia internazionale per l'agenzia atomica, Rafael Grossi, ma con ogni probabilità dovrà rinunciare per seguire la situazione sul campo.

 

Al di là dei contatti bilaterali che hanno coinvolto anche la premier italiana Giorgia Meloni, il format con il quale si muove la diplomazia europea è quello dell'E3, vale a dire i Paesi che hanno partecipato ai negoziati sul nucleare iraniano a partire dal 2013 e che venerdì erano a Ginevra al tavolo con il ministro degli Esteri di Teheran, Seyed Abbas Araghchi.

 

URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI - VERTICE SUL PIANO MATTEI PER L AFRICA - FOTO LAPRESSE

Ieri c'è stata una call a tre tra Keir Starmer, Friedrich Merz ed Emmanuel Macron. Al termine della riunione a distanza, i leader hanno diffuso una nota per «invitare l'Iran a impegnarsi in negoziati che portino a un accordo che affronti tutte le preoccupazioni relative al suo programma nucleare» e per dirsi «pronti a contribuire a tale obiettivo».

 

I tre hanno inoltre aggiunto: «Siamo sempre stati chiari sul fatto che l'Iran non potrà mai possedere un'arma nucleare e non potrà più rappresentare una minaccia per la sicurezza regionale».

 

I leader stanno però cercando di interpretare anche le prossime mosse di Trump, che al G7 – secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche presenti al vertice in Canada – aveva dato l'impressione di essere molto indeciso sul da farsi. Oggi la sensazione, o forse la speranza, è che Trump possa limitarsi a questo atto di forza senza andare troppo oltre, anche perché frenato dalla posizione del movimento Maga.

 

merz netanyahu

Se Starmer è forse il leader europeo che in questo momento riesce ad avere un filo più diretto con Washington, Merz potrebbe sfruttare la sua vicinanza a Israele per dialogare con Netanyahu, mentre Macron si sta occupando dei rapporti con il mondo arabo.

 

Ieri il capo dell'Eliseo ha parlato con il presidente iraniano Masoud Pezeshkian per chiedergli «la ripresa delle discussioni diplomatiche», poi ha chiamato il principe ereditario dell'Arabia Saudita, il sultano dell'Oman, il presidente degli Emirati Arabi Uniti e l'Emiro del Qatar «per esprimere la nostra solidarietà».

 

donald trump e ursula von der leyen dopo il bilaterale al g7 in canada

Per analizzare la situazione nel Medio Oriente, von der Leyen ha invocato per mercoledì una riunione del collegio dei commissari nel nuovo formato "Sicurezza" durante il quale ci sarà un briefing dell'intelligence europea.

FRIEDRICH MERZ - KAJA KALLAS - FOTO LAPRESSE

 

[…]

volodymyr zelensky kaja kallas

base militare americana di aviano

Ultimi Dagoreport

gian marco chiocci giampaolo rossi alfredo mantovano giorgia meloni giovambattista giovanbattista fazzolari tg1

DAGOREPORT- CHE FRATELLI D’ITALIA, DOPO TRE ANNI DI PALAZZO CHIGI, NON SIA PIÙ IL PARTITO MONOLITICO NELLA SUA DEVOZIONE E OBBEDIENZA A GIORGIA MELONI È DIMOSTRATO DALL’ULTIMO SCAZZO NEL POLLAIO RAI TRA CHIOCCI E ROSSI - COL DIRETTORE DEL TG1 CHE SPUTTANA IN PIAZZA, CON APPOSITO COMUNICATO, I SUOI CONTATTI RISERVATI CON LA DUCETTA: ‘’NEI GIORNI SCORSI LA PREMIER MI HA SONDATO INFORMALMENTE PER CAPIRE UNA MIA EVENTUALE, FUTURA, DISPONIBILITÀ NELLA GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE” - CON MASSIMO CINISMO E MINIMO RISERBO, CHIOCCI AGGIUNGE: “UNA CHIACCHIERATA, COME TANTE ALTRE IN QUESTI MESI...” - S'AVANZA "FRATELLI SERPENTI", UN PARTITO VITTIMA CRESCENTE DI INTRIGHI DI POTERE, CHE VIVE SCHIZOFRENICAMENTE LA PROPRIA EGEMONIA COME SABOTAGGIO DEL CAMERATA RIVALE - DALLA NOMINA DI FOTI A MINISTRO AL MURO DI IGNAZIO LA RUSSA A PROTEZIONE DI SANTANCHÉ FINO AL SUO ENDORSEMENT PER MAURIZIO LUPI PER IL DOPO-SALA IN BARBA AL MELONIANO FIDANZA, DAGLI SCAZZI CROSETTO-MANTOVANO A LOLLOBRIGIDA “COMMISSARIATO”, DALLA NOMINA DI GIULI ALLO SCONTRO SCHILLACI-GEMMATO. ESSI': A VOLTE IL POTERE LOGORA CHI CE L’HA….

antonio barbera giulio base monda buttafuoco borgonzoni mantovano

FLASH! – BIENNALE DELLE MIE BRAME: IL MANDATO DI ALBERTO BARBERA ALLA DIREZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA TERMINA FRA UN ANNO MA DA MESI SI SUSSEGUONO VOCI SULLE ASPIRAZIONI DI ANTONIO MONDA (SPONSOR MANTOVANO) E DI GIULIO BASE, SUPPORTATO DALLO STRANA COPPIA FORMATA DALLA SOTTOSEGRETARIA LEGHISTA LUCIA BORGONZONI E DA IGNAZIO LA RUSSA (GRAZIE ALLO STRETTO RAPPORTO CON FABRIZIO ROCCA, FRATELLO DI TIZIANA, MOGLIE DI BASE) - IL PRESIDENTE ‘’SARACENO’’ BUTTAFUOCO, CHE TREMA AL PENSIERO DI MONDA E BASE, NON VUOLE PERDERE LA RICONOSCIUTA COMPETENZA INTERNAZIONALE DI BARBERA E GLI HA OFFERTO UN RUOLO DI ‘’CONSULENTE SPECIALE’’. RISPOSTA: O DIRETTORE O NIENTE…

peter thiel narendra modi xi jinping donald trump

DAGOREPORT - IL VERTICE ANNUALE DELL'ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE DI SHANGHAI (SCO), SI AVVIA A DIVENTARE L’EVENTO POLITICO PIÙ CLAMOROSO DELL’ANNO - XI JINPING ATTENDE L’ARRIVO DEI LEADER DI OLTRE 20 PAESI PER ILLUSTRARE LA “VISIONE CINESE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE – ATTESI PUTIN, L’INDIANO MODI (PER LA PRIMA VOLTA IN CINA DOPO SETTE ANNI DI SCAZZI), IL BIELORUSSO LUKASHENKO, IL PAKISTANO SHARIF, L’IRANIANO PEZESHKIAN E IL TURCO ERDOGAN - SE DA UN LATO IL SUMMIT SCO RAPPRESENTA IL TRIONFO DEL DRAGONE, CHE È RIUSCITO A RICOMPATTARE MEZZO MONDO, DALL’INDIA AL BRASILE, MINACCIATO DALLA CLAVA DEL DAZISMO DI TRUMP, DALL’ALTRO ATTESTA IL MASSIMO FALLIMENTO DELL’IDIOTA DELLA CASA BIANCA – L’ANALISI SPIETATA DELL’EMINENZA NERA, PETER THIEL, A “THE DONALD”: "A COSA SONO SERVITI I TUOI AMOROSI SENSI CON PUTIN PER POI RITROVARTELO ALLA CORTE DI PECHINO? A COSA È SERVITO LO SFANCULAMENTO DELL’EUROPA, DAL DOPOGUERRA AD OGGI FEDELE VASSALLO AI PIEDI DEGLI STATI UNITI, CHE ORA È TENTATA, PER NON FINIRE TRAVOLTA DALLA RECESSIONE, DI RIAPRIRE IL CANALE DI AFFARI CON LA CINA, INDIA E I PAESI DEL BRICS?” – "DONALD, SEI AL BIVIO’’, HA CONCLUSO THIEL, "O SI FA UN’ALLEANZA CON LA CINA, MA A DETTAR LE CONDIZIONI SARÀ XI, OPPURE DEVI ALLEARTI CON L’EUROPA. UNA TERZA VIA NON C’È…”

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - MAI VISTA L’ARMATA BRANCAMELONI BRANCOLARE NEL BUIO COME PER LE REGIONALI IN VENETO - SENZA QUEL 40% DI VOTI DELLA LISTA ZAIA SIGNIFICHEREBBE LA PROBABILE SCONFITTA PER IL CENTRODESTRA. E DATO CHE IN VENETO SI VOTERÀ A NOVEMBRE, DUE MESI DOPO LE MARCHE, DOVE IL MELONIANO ACQUAROLI È SOTTO DI DUE PUNTI AL CANDIDATO DEL CENTROSINISTRA RICCI, PER IL GOVERNO MELONI PERDERE DUE REGIONI IN DUE MESI SAREBBE UNO SMACCO MICIDIALE CHE RADDRIZZEREBBE LE SPERANZE DELL’OPPOSIZIONE DI RIMANDARLA AL COLLE OPPIO A LEGGERE TOLKIEN - LA DUCETTA HA DOVUTO COSÌ INGOIARE IL PRIMO ROSPONE: IL CANDIDATO DI FDI, LUCA DE CARLO, È MISERAMENTE FINITO IN SOFFITTA – MA PER DISINNESCARE ZAIA, URGE BEN ALTRO DI UN CANDIDATO CIVICO: OCCORRE TROVARGLI UN POSTO DA MINISTRO O MAGARI LA PRESIDENZA DELL’ENI NEL 2026 - SE LA DUCETTA È RABBIOSA, SALVINI NON STA MEJO: I TRE GOVERNATORI DELLA LEGA HANNO DICHIARATO GUERRA ALLA SUA SVOLTA ULTRA-DESTRORSA, ZAVORRATA DAL POST-FASCIO VANNACCI - IL PASTICCIACCIO BRUTTO DEL VENETO DEVE ESSERE COMUNQUE RISOLTO ENTRO IL 23 OTTOBRE, ULTIMA DATA PER PRESENTARE LISTE E CANDIDATI…

peter thiel donald trump

SE SIETE CURIOSI DI SAPERE DOVRÀ ANDRÀ A PARARE IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA TRUMPIANA, È INTERESSANTE SEGUIRE LE MOSSE DELLA SUA ‘’EMINENZA NERA’’, IL MILIARDARIO PETER THIEL - PUR NON COMPARENDO MAI IN PUBBLICO, ATTRAVERSO PALANTIR TECHNOLOGIES, UNO TRA I POCHI COLOSSI HI-TECH CHE COLLABORA CON LE AGENZIE MILITARI E DI INTELLIGENCE USA, THIEL HA CREATO UNA VERA E PROPRIA INFRASTRUTTURA DI POTERE CHE NON SOLO SOSTIENE IL TRUMPONE, MA CONTRIBUISCE A DEFINIRNE L’IDENTITÀ, LE PRIORITÀ E LA DIREZIONE FUTURA - LA SVOLTA AUTORITARIA DI TRUMP, CHE IN SEI MESI DI PRESIDENZA HA CAPOVOLTO I PARADIGMI DELLO STATO DI DIRITTO, HA LE SUE RADICI IN UN SAGGIO IN CUI THIEL SOSTIENE APERTAMENTE CHE ‘’LIBERTÀ E DEMOCRAZIA SONO INCOMPATIBILI’’ PERCHÉ IL POTERE SI COLLOCA “OLTRE LA LEGGE” – OLTRE A INTERMINABILI TELEFONATE CON L'IDIOTA DELLA CASA BIANCA, THIEL GODE DI OTTIMI RAPPORTI CON LA POTENTE CAPOGABINETTO DEL PRESIDENTE, SUSIE WILES, E COL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT, CON CUI ORDISCE LE TRAME ECONOMICHE - SE MEZZO MONDO È FINITO A GAMBE ALL’ARIA, IL FUTURO DELLA MENTE STRATEGICA DEL TRUMPISMO SEMBRA TINTO DI “VERDONI”: LE AZIONI DI PALANTIR SONO QUINTUPLICATE NEGLI ULTIMI 12 MESI, E NON SOLO GRAZIE ALLE COMMESSE DI STATO MA ANCHE PER GLI STRETTI INTERESSI CON L’INTELLIGENCE ISRAELIANA (UNO DEI MOTIVI PER CUI TRUMP NON ROMPE CON NETANYAHU...)

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - C’ERA UNA VOLTA LA LEGA DI SALVINI - GETTATO ALLE ORTICHE CIÒ CHE RESTAVA DEI TEMI PIÙ IDENTITARI DEL CARROCCIO, DECISO A RIFONDARLO NEL PARTITO NAZIONALE DELLA DESTRA, SENZA ACCORGERSI CHE LO SPAZIO ERA GIÀ OCCUPATO DALLE FALANGI DELLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, HA PERSO IL LUME DELLA RAGIONE: UNA FURIA ICONOCLASTA DI NAZIONALISMO, SOVRANISMO, IMPREGNATA DI RAZZISMO, XENOFOBIA, MASCHILISMO E VIOLENZA VERBALE - SECONDO I CALCOLI DEI SONDAGGISTI OGGI QUASI LA METÀ DEI CONSENSI DELLA LEGA (8,8%) APPARTIENE AI CAMERATI DEL GENERALISSIMO VANNACCI CHE MICA SI ACCONTENTA DI ESSERE NOMINATO VICESEGRETARIO DEL CARROCCIO: CONSAPEVOLE CHE L’ELETTORATO DI ESTREMA DESTRA, AL SURROGATO, PREFERISCE L’ORIGINALE, SI È TRASFORMATO NEL VERO AVVERSARIO ALLA LEADERSHIP DEL CAPITONE, GIÀ CAPITANO - OGGI SALVINI, STRETTO TRA L’INCUDINE DELL'EX GENERALE DELLA FOLGORE E IL MARTELLO DI MELONI, È UN ANIMALE FERITO, QUINDI PERICOLOSISSIMO, CAPACE DI TUTTO, ANCHE DI GETTARE IL BAMBINO CON L'ACQUA SPORCA...