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DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO RISULTATO È STATA LA NOMINA DEI QUATTRO GIUDICI COSTITUZIONALI. A SBLOCCARE LO STALLO È STATO GIUSEPPE CONTE, CHE HA MESSO IL CAPPELLO SUL NOME “TECNICO”, MARIA ALESSANDRA SANDULLI – SUGLI ALTRI DOSSIER, MELONI, SALVINI E TAJANI CONTINUANO A SCAZZARE: SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE NON CI SONO I SOLDI. LA RIFORMA DEI MEDICI DI FAMIGLIA È OSTEGGIATA DA FORZA ITALIA. E IL TERZO MANDATO È KRYPTONITE PER LA DUCETTA, CHE VUOLE “RIEQUILIBRARE” LE FORZE A LIVELLO LOCALE E SOGNA DI PAPPARSI VENETO E MILANO…

DAGOREPORT

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

Il vertice di maggioranza ha partorito il solito topolino. Delle molte questioni sul tavolo a cui sedevano Giorgia Meloni e i suoi vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, alla fine ne è stata risolta una soltanto: la Consulta.

 

Sui giudici della Corte Costituzionale, a dire il vero, è stata l’opposizione a trovare la quadra e risolvere l’imbarazzante stallo che durava da oltre un anno: alla fine a mettere il cappello sul nome del “tecnico” è Giuseppe Conte, che ha sbloccato la trattativa chiamando Giorgia Meloni e pescando dal cilindro il nome di Maria Alessandra Sandulli, giurista e professoressa a Roma Tre, figlia d’arte (suo padre, Aldo, è stato presidente della Corte) Sandulli ha battuto last minute la cognata, Gabriella Palmieri Sandulli, che fu nominata proprio da Peppiniello appulo all’Avvocatura generale dello Stato, nel 2019.

 

maria alessandra sandulli 3

Tutto qui. Gli altri tre argomenti in discussione all’ordine del giorno del vertice sono rimasti tali.

 

Sulla rottamazione fiscale, argomento carissimo a Matteo Salvini, che vuole racimolare qualche punto percentuale coccolando gli elettori evasori fiscali, Giorgia Meloni è stata chiarissima: “Non ci sono i soldi”.

 

Il pressing del segretario della Lega serviva anche a “rimettere a posto” Maurizio Leo, il viceministro che la Ducetta ha piazzato al Tesoro per controllare Giancarlo Giorgetti.

 

MAURIZIO LEO GIORGIA MELONI

Il ministro leghista, per una volta, è curiosamente a favore di un intervento che va contro i rigidi vincoli di bilancio imposti dall’Unione europea, al punto da arrivare a dire che si tratta di una “proposta sostenibile”. Sarà, ma dove li trovano 5 miliardi, se per la Manovra hanno raschiato il fondo del barile per rifinanziare il taglio al cuneo fiscale?

 

La premier ha paura – a ragione – che il provvedimento possa essere bocciato dalla Ragioneria dello Stato: la cassa piange, e non ci possiamo evitare strappi. Discorso chiuso (per ora).

 

matteo salvini giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

Altro punto all’ordine del giorno era la riforma dei medici di famiglia, che dovrebbe trasformare i dottori  da liberi professionisti a dipendenti del Servizio sanitario nazionale. Una proposta supportata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, su cui però è Tajani che si mette di traverso. È sempre una questione di soldi, come ha spiegato il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli: “Noi non la votiamo e non si fanno i blitz. Questa operazione costerebbe 5 miliardi. Dove si prendono i soldi?”

 

Infine, il tema del terzo mandato, a cui Matteo Salvini si continua ad aggrappare per riuscire a tenersi la guida della Regione Veneto. A Giorgia Meloni va il sangue al cervello ogni volta che si sente sottoporre il dossier: la Ducetta è infatti convinta che il suo partito sia sottorappresentato nel governo locale.

luca zaia salvini

 

“Abbiamo il 30% e guidiamo soltanto tre regioni“ (Marche con Acquaroli, Abruzzo con Marsilio e Lazio con Rocca), è il ragionamento della fiamma magica, che il prossimo anno sogna di papparsi il ricco Veneto.

 

E non solo: la Meloni ha già prenotato anche la candidatura della coalizione per il sindaco di Milano, visto che la Lega ha già la cassaforte della Regione (di fatto, però, commissariata dal duo La Russa-Santanchè). Il nome? La sora Giorgia non vuole bruciare altri candidati: è un “jolly” segreto che vuole tenere nascosto fino all’ultimo…

 

CORTE COSTITUZIONALE, L'INTESA C'È: ELETTI I 4 GIUDICI. ECCO CHI SONO

Estratto dell’articolo di Massimo Chiari e Alessia Guerrieri per www.avvenire.it

 

MASSIMO LUCIANI

In extremis arriva l'accordo bipartisan sulla Corte Costituzionale. Sono stati eletti Massimo Luciani, professore emerito di Diritto pubblico dell'Università La Sapienza di Roma, con 505 voti (in quota opposizioni e indicato dal Pd);

 

Roberto Cassinelli, ex parlamentare e avvocato, con 503 voti (in quota Forza Italia); Maria Alessandra Sandulli, giurista e Ordinario a Roma Tre, con 502 voti (il nome 'tecnico' su cui si è raggiunta l'intesa); Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi e 'padre' della riforma costituzionale sul premierato, con 500 voti (in quota FdI).

 

orazio schillaci

Hanno inoltre ricevuto voti il viceministro alla Giustizia ed esponente di Forza Italia Francesco Paolo Sisto (in tutto 4 preferenze, era inizialmente nella rosa dei papabili di FI) e il senatore 'azzurro' Pierantonio Zanettin (5 voti, anche lui tra i papabili fino a quando dal governo si e' preferito non eleggere parlamentari in carica).

 

[…]

 

Alle 9 e 40 parte la seduta comune del Parlamento per l'elezione e la fumata bianca sembra scontata. Un'intesa complicata (per l'elezione dei giudici costituzionali è richiesta la maggioranza dei tre quinti vale a dire 363 voti) ma alla fine centrata anche dopo gli ultimi decisivi contatti tra Giorgia Meloni e Elly Schlein. Si racconta di un colloquio "risolutivo" al telefono tra la premier Meloni e la segretaria Pd Schlein così come, negli ultimi giorni, la presidente del Consiglio avrebbe sentito anche il leader M5s, Giuseppe Conte.

 

Francesco Saverio Marini

La trattativa, dunque, secondo diverse fonti, si è sbloccata dopo l'atteso via libera finale della premier Giorgia Meloni sul nome della giurista Sandulli, che l'ha "spuntata" sulla cognata: sì, perchè in un primo momento, infatti, era circolato il nome di Gabriella Palmieri Sandulli, avvocata generale dello Stato. Alessandra Sandulli è l'unica donna su quattro giuristi eletti, 'figlia d'arte' (suo padre, Aldo Mazzini Sandulli, è stato presidente della Corte Costituzionale). Non è l'unica: anche Marini è 'figlio d'arte' (il papà, Annibale Marini, è stato presidente della Corte dal 2005 al 2006).

 

Tra i primi a congratularsi per l'elezione, proprio Meloni che ha anche espresso «soddisfazione per l'ampio accordo raggiunto tra le forze parlamentari». Soddisfatta anche la leader dem: «L'accordo ha tenuto con grande compattezza sia delle opposizioni che della maggioranza. Molto bene, c'è grande soddisfazione», osserva Schlein. Per Tajani l'elezione «è un bel segnale per la democrazia». Un accenno polemico lo fa il verde Angelo Bonelli, che rivendica il «grande senso di responsabilità» dimostrato dalle opposizioni, «una responsabilità che non abbiamo visto nella maggioranza, fino all'ultimo».

 

[….]

Maria Alessandra Sandulli

luca zaia giorgia meloni

Nata a Napoli nel 1956, Alessandra Maria Sandulli (68 anni) è professore Ordinario di Diritto Amministrativo, è titolare degli insegnamenti Diritto amministrativo e Giustizia amministrativa presso l'Università degli Studi Roma Tre. Presso la medesima Università, dal 2017 al 2020 ha anche svolto l'insegnamento di Diritto Sanitario.

 

Suo padre Aldo, giurista illustre di diritto amministrativo, è stato presidente della Corte Costituzionale. Sua cognata. Gabriella Palmieri Sandulli, avvocata dello Stato, era uno dei nomi circolati e in lizza per la Consulta.

 

Roberto Cassinelli

Quello di Sandulli è considerato il nome tecnico sul quale è stato trovato l'accordo. A novembre 2014 era stato Matteo Renzi a proporla come giudice per la Consulta in quota azzurra: a far discutere, allora, fu il fatto che Sandulli nel 2005 condivise l'appello dei giuristi 'Salviamo la Costituzione' contro la riforma della giustizia di Berlusconi.

 

Avvocata cassazionista dal 1985, Sandulli è titolare di un proprio studio legale nel centro di Roma, specializzato in diritto amministrativo e correlate questioni di diritto costituzionale ed europeo, con particolare riguardo all'edilizia, ai lavori pubblici, alla contrattualistica pubblica, ai servizi pubblici (su tutti energia e trasporti), alla tutela della concorrenza, alla sanità e all'ambiente, nonché, in generale - come si legge sul sito dello studio - alle questioni relative alle sanzioni amministrative e alle problematiche dell'attività e della giustizia amministrativa.

rottamazione cartelle esattoriali - la stampa

luca zaia giorgia meloni

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