tiktok larry ellison donald trump xi jinping

LA DIPLOMAZIA DELL’ALGORITMO – IL DISGELO COMMERCIALE TRA TRUMP E XI PARTE DA TIKTOK: WASHINGTON E PECHINO HANNO TROVATO UN ACCORDO PER TENERE ATTIVO IL SOCIAL CINESE NEGLI USA. A RILEVARE LE ATTIVITÀ STATUNITENSI DELLA PIATTAFORMA POTREBBE ESSERE UN CONSORZIO GUIDATO DAL BOSS DI ORACLE, LARRY ELLISON, L’UOMO PIÙ RICCO DEL MONDO E GRANDE AMICO DI “THE DONALD” – IN BALLO IL CONSENSO SOCIAL CHE PASSA PER TIKTOK, MA ANCHE LA SICUREZZA NAZIONALE USA SU DATI E PRIVACY – VENERDÌ TRUMP E XI SI TELEFONERANNO... 

1 - PROVE DI DISGELO CON PECHINO, INTESA SU TIKTOK NEGLI USA VENERDÌ COLLOQUIO TRUMP-XI

Estratto dell’articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

DONALD TRUMP XI JINPING - TIKTOK

TikTok continua l’avventura negli Stati Uniti. Prima Donald Trump e poi il segretario al Tesoro Scott Bessent ieri hanno annunciato che è stato trovato un accordo per il passaggio di proprietà del ramo americano del popolare social.

 

Non si conoscono ancora i dettagli dell’operazione, ma ci sarebbe un gruppo di investitori statunitensi pronti a rilevare il controllo, lasciando alla società madre, la cinese Byte Dance, una quota non superiore al 20%.

 

Le stime sul valore di TikTok e del suo algoritmo segreto sono davvero aleatorie: oscillano dai 50 ai 300 miliardi di dollari. Secondo le indiscrezioni, tra gli acquirenti più probabili figura Oracle, la società di software guidata da Larry Ellison: ieri in Borsa, il titolo è salito del 3,12%.

 

scott bessent e donald trump

Nella lista compare anche una cordata di finanzieri californiani, come Frank McCourt, ex proprietario della squadra di baseball, i Los Angeles Dodgers. Sono in pista anche i fondi già azionisti di Byte Dance: Blackrock, General Atlantic e Susquehanna.

 

L’intesa sarà avallata da Trump e dal leader cinese Xi Jinping, che si telefoneranno venerdì 19 settembre. Sul piano politico, è il primo segnale concreto di disgelo tra Washington e Pechino. […]

 

[…] qui si intrecciano temi cruciali per gli Usa, come il rispetto della libertà di espressione, scolpita dal Primo Emendamento della Costituzione, nonché la tutela di dati sensibili. Per la Cina è una questione di soldi, ma anche di principio: Pechino non avrebbe potuto accettare che una delle sue aziende più importanti venisse bandita per legge dall’America.

 

Larry Ellison

È utile, quindi, fare un passo indietro, almeno fino al 2019, all’epoca del primo mandato di Trump. In quegli anni l’establishment politico, economico, industriale, tecnologico degli Stati Uniti percepisce la Cina come un avversario sempre più insidioso.

 

La preoccupazione numero uno è che il regime di Xi possa impadronirsi di informazioni riservate sugli apparati di sicurezza: chi lavora dove o di che cosa si occupa nelle forze armate, nella polizia, nell’intelligence, nelle strutture sanitarie, nei laboratori di ricerca, nelle grandi aziende e così via. […]

 

I DATI DEGLI UTENTI DI TIKTOK

Erano gli anni della campagna contro Huawei, il big delle telecomunicazioni e, subito dopo, contro TikTok, fenomeno travolgente, con oltre 170 milioni di utenti. Trump ha minacciato per mesi di oscurare la piattaforma che ha reagito con una lunga serie di contenziosi legali.

 

Ma è stato Joe Biden ad attuare il piano messo a punto dalla prima amministrazione Trump. Nell’aprile 2024, con una larga maggioranza bipartisan, il Congresso approva la legge che impone a Byte Dance e al suo proprietario, il quarantaduenne Zhang Yiming, di cedere il controllo di TikTok. In caso contrario sul social sarebbe calata l’oscurità a partire dal 19 gennaio 2025.

 

XI JINPING BRINDA CON IL VINO

Nel frattempo, Trump aveva cambiato posizione. Adesso difendeva vigorosamente TikTok. Per quale motivo? Quando c’è di mezzo l’attuale presidente americano è sempre prudente fare solo ipotesi. Una di queste è che sarebbe stato Jeff Yass a convincerlo, un miliardario proprietario di una quota in Byte Dance e, soprattutto, un generoso finanziatore della campagna elettorale trumpiana.

 

È anche plausibile che «The Donald» abbia capito quanto sarebbe stato importante cercare di attirare il consenso di una parte degli utenti. Oppure, semplicemente, si è riposizionato per non dare ragione a Biden. O, magari, una combinazione di queste ragioni.

Sta di fatto che Trump ha prorogato per tre volte la scadenza fissata dalla legge Biden.

 

Domani, 17 settembre, sarebbe stato l’ultimo giorno utile per trovare una soluzione. Ci sono riuscite le delegazioni americana e cinese, impegnate nella trattativa sui dazi a Madrid.

 

2 - L’ALGORITMO «PEDINA DI SCAMBIO» L’IPOTESI ORACLE

Estratto dell’articolo di Velia Alvich per il “Corriere della Sera”

 

TIKTOK

Dai balletti per adolescenti, ripetuti sempre uguali all’infinito, fino a diventare una preziosa pedina di scambio commerciale in un delicato equilibrio globale. Secondo indiscrezioni, a rilevare le attività statunitensi di TikTok potrebbe essere un consorzio guidato dal presidente di Oracle Larry Ellison, a cui Trump aveva espresso il proprio appoggio per l’acquisizione dell’app già in gennaio: le azioni della società Usa sono già schizzate in Borsa.

 

[...] 

 

Non soltanto il social è rimasto aggrappato all’Occidente, ma nel corso degli anni è riuscito anche a fare tendenza. Mode passeggere, come gli innumerevoli video virali che si sono susseguiti sulle piattaforme.

 

Donald Trump e Larry Ellison

Ma soprattutto modelli digitali che le altre aziende della tecnologia sono quasi state costrette a copiare per sostenere la competizione di Pechino. Si veda la trasformazione di Instagram, una volta votato alle fotografie delle vacanze e ai selfie allo specchio e oggi soluzione di Meta per i filmati in verticale da consumare a ripetizione e da condividere con gli amici.

 

Anche YouTube, punta di diamante di Google che è sempre stata famosa per i video lunghi, si è piegata a TikTok e ha proposto con insistenza ai propri utenti di adottare le clip brevi (e, ancora una volta, verticali).

 

TIKTOK XI JINPING

Il segreto del successo non sta in un esotismo in formato online, ma in un algoritmo prepotente che in pochi minuti dalla creazione di un nuovo account riesce a profilare con inquietante precisione. Difficile staccare lo sguardo dallo schermo se un social sa esattamente cosa vuoi guardare.

 

È l’inizio del «binge watching» dei contenuti brevi, una sorta di abbuffata compulsiva di video dalla durata di pochi secondi che non permettono agli utenti — soprattutto i più giovani — di mollare la presa e che è stato additato come causa che ha portato alla crisi della soglia dell’attenzione.

 

Oggi è quasi impossibile pensare a un ecosistema digitale senza TikTok. Certo, dal punto di vista dei freddi numeri l’Europa può sopravvivere anche senza i cugini d’oltreoceano. Su oltre un miliardo e mezzo di utenti in tutto il mondo — ma non in Cina, dove rimane attiva soltanto l’app sorella Douyin — sarebbero 200 milioni, infatti, gli utenti che si collegano dal Vecchio Continente.

 

Larry Ellison

Negli Stati Uniti sarebbero di meno, appena 135 milioni. Ma il volume dei contenuti prodotti dagli americani è travolgente, le mode (occidentali) sembrano arrivare tutte da lì. Si ripete il modello di americanizzazione della cultura — questa volta digitale — che abbiamo conosciuto nel secolo scorso. Ma oggi la sua sopravvivenza dipende anche dai sì di Pechino.

scott bessent e donald trumpxi jinping

 

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...