correnti del partito democratico

MA ELLY NON AVEVA PROMESSO DI ABOLIRE LE CORRENTI DEM? – OGGI NEL PD CE NE SONO 10, MA LA VERA INSIDIA PER SCHLEIN È DARIO FRANCESCHINI, SUO EX MENTORE POI MESSO DA PARTE, CHE LAVORA A UN “CORRENTONE” CON DARIO NARDELLA E GLI EX ARTICOLO UNO ROBERTO SPERANZA E NICO STUMPO - È GUERRA APERTA NELLA GALASSIA DEL PD ROMANO, DOVE È SEMPRE PIÙ PROFONDA LA FRATTURA TRA L’EX LEADER NICOLA ZINGARETTI E IL GRUPPO GUIDATO DA GOFFREDO BETTINI - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO? COME DAGO DIXIT, IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON ROMANO PRODI E… DAGOREPORT

DAGOREPORT

https://www.dagospia.com/politica/come-andra-finire-psicodramma-masochistico-centro-sinistra-in-vista-voto-423133

 

 

Claudio Bozza per il “Corriere della Sera” - Estratti

CORRENTI DEL PARTITO DEMOCRATICO

 

Quando fu eletta (a sorpresa) segretaria, Elly Schlein aveva promesso l’abolizione delle correnti, quel male che aveva iniziato a dilaniare quasi subito il Partito democratico. Ma oggi, dopo due anni di «cura Schlein», qual è lo stato di salute del Pd? Innanzitutto, di correnti se ne contano almeno una decina. Soltanto che non hanno più il potere di prima. Il motivo? La segretaria le ha di fatto «sterilizzate».

 

Schlein, da quando è sbarcata al Nazareno, non tratta più con la sfilza di capicorrente — in stile Zingaretti, che alla fine rimase stritolato —, ma solo con il leader della minoranza del partito: il riformista Stefano Bonaccini, il grande sconfitto alle primarie, oggi presidente del Pd, non proprio il capo dell’opposizione interna.

 

Il 26 febbraio saranno trascorsi due anni dalla vittoria, tanto che la leader dem ironizza: «Dicono che sono terza segretaria più longeva? Puntiamo ad andare avanti, a lungo». La gestione Schlein ha avuto luci e ombre, ma un merito le viene riconosciuto anche dai suoi avversari interni più accesi: «Elly è riuscita a tenere unito il partito, non era scontato» .

DARIO FRANCESCHINI - ELLY SCHLEIN

 

Il Pd rimane, però, l’unico partito italiano scalabile.

 

E così, anche se tra i dem non stanno volando botte da orbi come in passato, nella geografia del potere del Nazareno sono partite le grandi manovre in vista delle prossime Politiche. La segretaria, intanto, continua nella sua precisa strategia: rifugge lo scontro interno e dribbla le riunioni degli organi decisionali, dove potrebbero volare colpi proibiti. Ad esempio, fanno notare i riformisti, Schlein ha portato avanti d’imperio la dura posizione contro il Jobs act, senza discuterne prima nella direzione nazionale del partito.

 

Nel frattempo, le correnti si stanno riassestando. Tanto che i fedelissimi della leader ne starebbero architettando una grossa «di maggioranza», che aggreghi agli ultra-schleiniani come Marta Bonafoni, Cecilia Strada e Igor Taruffi anche i Giovani turchi di Matteo Orfini, i Dems di Andrea Orlando (che non è tornato in Parlamento dopo la bruciante sconfitta in Liguria) e, perché no, anche Gianni Cuperlo.

franceschini schlein

 

La vera insidia per Schlein, adesso, ha un nome e cognome: Dario Franceschini. Il grande alchimista di lungo corso, che alle primarie sostenne «Elly», ha capito che la segretaria tirerà dritto per la sua strada. E così sta prendendo sempre più forma un «correntone», non esplicitamente ostile, che però ha l’obiettivo di provare a condizionare le scelte di Schlein, di cui non condivide la convinzione di candidarsi a premier. È partito così una campagna acquisti per inglobare in AreaDem, storica corrente franceschiniana, big del partito come Dario Nardella e anche un’anima di sinistra come gli ex Articolo uno: Roberto Speranza e Nico Stumpo.

 

C’è poi il capitolo Energia popolare, la corrente che ha appena eletto come leader Alessandro Alfieri, ma che dopo le mosse (non guerresche) di Bonaccini ha perso spinta propulsiva. I riformisti sono la corrente più numerosa e con voti sul territorio. Un esempio: su 21 eletti alle Europee, solo 8 sono attribuibili ufficialmente alla segretaria. Anche qui c’è però fermento, con Graziano Delrio che ha lanciato Comunità democratica, catalizzatore dei cattolici dem (e non solo).

DARIO FRANCESCHINI ELLY SCHLEIN GATTOPARDO MEME BY SARX88

 

È invece guerra aperta nella galassia del Pd romano, dove è sempre più profonda la frattura tra l’ex leader Nicola Zingaretti e il gruppo guidato da Goffredo Bettini e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, con il fedelissimo Claudio Mancini. Sempre a Roma, appena rientrato dal governo di Bruxelles, non se starà certo con le mani in mano il «saggio» Paolo Gentiloni, che già ha fatto pesare il suo pensiero, rimettendo al centro del dibattito temi chiave come Sicurezza e Difesa

 

le correnti del pd - la repubblicagianni letta goffredo bettinizingaretti valerio caroccibettini ricciCARICATURA DI ELLY SCHLEIN DISEGNATA DA FRANCESCO FEDERIGHI PER IL FATTO QUOTIDIANO

(...)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!