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GAZA, IL VIETNAM DI ISRAELE – L’OCCUPAZIONE TOTALE DI GAZA, ANNUNCIATA DA NETANYAHU, RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN "BUCO NERO" PER I SOLDATI DELLO STATO EBRAICO. AUMENTANO LE PROTESTE DELLE FAMIGLIE DEGLI OSTAGGI, E I MILITARI SONO CONTRARI – STEFANO STEFANINI: “NETANYAHU HA VINTO MOLTE GUERRE MA NON HA ANCORA SCONFITTO HAMAS. CHE HA INIZIATO TUTTO, ATTACCANDO PER PRIMO” – “A FRONTE DELLA SITUAZIONE UMANITARIA IN CUI I DUE MILIONI DI ABITANTI DELLA STRISCIA SI TROVANO ADESSO L'OCCUPAZIONE È FORSE IL MALE MINORE. ISRAELE ADOTTERÀ MISURE DRACONIANE DI CONTROLLO DEL TERRITORIO, MA NON PUÒ PIÙ ADDOSSARE AD HAMAS LA COLPA DI AIUTI ALIMENTARI CHE NON ARRIVANO E OSPEDALI CHE FANNO DA RIFUGIO AI TERRORISTI…”

1. REALTÀ E ILLUSIONI SUL DOPO HAMAS

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

 

BENJAMIN NETANYAHU E ISRAEL KATZ VISITANO LA STRISCIA DI GAZA

Per la prima volta dall’inizio dell’operazione “Spade di ferro”, la prima fase dell’offensiva contro Hamas iniziata subito dopo l’attacco del 7 ottobre, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accennato un piano per il dopoguerra. […]

 

[...] Mentre ieri il governo decideva, le famiglie dei cinquanta ostaggi rimasti nella Striscia protestavano accompagnate da un largo numero di cittadini. Fischiavano e urlavano sotto i palazzi delle istituzioni, anche sotto la sede del Likud, il partito del premier, chiedendo di non condannare a morte chi è stato rapito.

 

bombardamenti israeliani su gaza

Hamas ha minacciato di uccidere gli ostaggi se i soldati israeliani si avvicinano ai luoghi della prigionia, in passato lo ha già fatto e non ci sono dubbi che lo ripeterà.

 

L’operazione di occupazione totale durerà mesi, ci vorranno soldati, ci vorranno mezzi.

Il primo a non essere convinto della nuova offensiva è il capo di stato maggiore Eyal Zamir, i suoi dubbi riguardano soprattutto la resistenza di un esercito sfiancato da più di un anno e mezzo di combattimenti e la possibilità effettiva di portare Hamas al collasso.

 

bombardamenti israeliani a khan younis 3

La frattura tra l’esercito e il governo è pericolosa, per la società israeliana un generale merita più fiducia di un politico e con le manifestazioni sta dimostrando di considerare la prosecuzione della guerra a Gaza pericolosa per la vita degli ostaggi e della popolazione civile nella Striscia e per l’identità futura dello stato di Israele. Tra gli analisti militari si è diffuso un paragone: la Striscia rischia di diventare per gli israeliani quello che il Vietnam è stato per gli americani.

 

2. HAMAS NON È STATA ANCORA SCONFITTA I MILITARI FRENANO, TEMONO IL MASSACRO

Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”

 

bombardamenti israeliani a gaza - 1

[…] A fronte della situazione umanitaria in cui i due milioni di abitanti della Striscia si trovano adesso l'occupazione è forse il male minore. La potenza occupante assume tutte la responsabilità dell'amministrazione civile e del territorio o Paese occupato, quindi anche delle condizioni di vita - o di sopravvivenza della popolazione.

 

Dal momento in cui Israele occupa Gaza adotterà misure draconiane di controllo del territorio, ma non può più addossare ad Hamas la colpa di aiuti alimentari che non arrivano a destinazione, di medicinali che non arrivano a destinazione, di ospedali che fanno da rifugio ai terroristi.

 

STEFANO STEFANINI

Come disse Colin Powell a George Bush, prima di un'altra guerra seguita da occupazione, si applica la regola di Pottery Barn: "se lo rompi, è roba tua".

 

Decidendo di occupare Gaza, Netanyahu si fa carico della sopravvivenza di due milioni di palestinesi. Finora vittime (tante) e danni (enormi) nella Striscia erano conseguenze collaterali della guerra contro Hamas, scatenata dall'aggressione terrorista di Hamas del 7 ottobre. In regime di occupazione israeliana di Gaza non più. Poi passerà la mano a un'imprecisata amministrazione araba - che è una buona notizia. Ma "poi".

 

bombardamenti israeliani su gaza

Prima di arrivare al regime di occupazione c'è però il passaggio obbligato della guerra per eliminare completamente il regime precedente. […] Ed è proprio la guerra che, a detta dei generali israeliani, rappresenta la pesante incognita del "piano" annunciato ieri da Netanyahu.

 

Il Capo di Stato Maggiore Eyal Zamir non ha lesinato le parole sui rischi dell'operazione che Israele si appresta ad intraprendere avvertendo che «la conquista della Striscia trascinerà Israele in un buco nero». Basta questo per percepire con che spirito l'Idf affronta questa nuova sfida. Che è essenzialmente una decisione politica sconsigliata dai militari. I quali dissentono ma garibaldinamente obbediscono.

 

miliziani di hamas in tiro per la cerimonia di rilascio degli ostaggi

In questi due ultimi anni, dopo la strage del 7 ottobre, l'Idf non ha battuto ciglio quando è stata impegnata su due fronti, contro Hamas a Gaza e contro Hezbollah in Libano. Quando, all'equazione bellica, si è aggiunto l'Iran, sia pure solo dal cielo. Eppure, per quest'ultima fase dello scontro con i miliziani, l'Idf mette in conto l'accerchiamento di Gaza City, l'evacuazione degli abitanti, e poi «fuoco massiccio e ingressi di truppe mirati».

 

E, soprattutto, la preoccupazione di «evitare trappole». I militari israeliani non dubitano di poter vincere anche questa guerra ma temono le perdite - in una forza fatta largamente di riservisti - che finora hanno minimizzato.

 

bombardamenti israeliani a khan younis 2

Può darsi che, per innata prudenza, i militari e i servizi di sicurezza sopravvalutino le residue capacità di resistenza di Hamas. Nessuno sa quante forze e quante armi si annidino ancora nei tunnel di Gaza. Quando ne ha avuto modo, ad esempio nella coreografia della restituzione di ostaggi, il gruppo ha fatto sfoggio di uniformi e addestramento.

 

Forse dietro c'è poco altro ma se non altro quanto basta a tener ancora in cattività una cinquantina di ostaggi, o quanti di loro sopravvissuti, catturati con la barbarie del 7 ottobre. Ma è chiaro che l'Idf ritiene che Hamas possa dare ancora filo da torcere.

PIANO PER L OCCUPAZIONE DELLA STRISCIA DI GAZA

 

Se così è Netanyahu ha vinto molte guerre ma non ha ancora sconfitto Hamas. Che ha iniziato tutto, attaccando per primo, infliggendo a Israele un trauma che non si è ancora cicatrizzato. Ma si può vincere la guerra senza cacciarsi nel buco nero temuto dai militari? Con il rischio di prolungare il disastro umanitario della Striscia. Netanyahu scommette di sì, Donald Trump gli dà il via libera. Altre voci, come quelle europee e arabe, che raccomanderebbero un cessate il fuoco, e la liberazione degli ostaggi, non trovano ascolto.

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