anna - la serie di niccolo ammaniti

LE SERIE DEI GIUSTI – “ANNA” NON È MAGARI QUELLO CHE IL PUBBLICO DEI FAN DI AMMANITI VOLEVANO, MA È UNA PAGINA SU CUI POTER SCRIVERE UN NUOVO RACCONTO. IL FATTO CURIOSO È CHE LEGGENDO IL LIBRO, ORMAI SETTE ANNI FA, LO TROVAVO UN PO’ DERIVATIVO DA MOLTO CINEMA POST-APOCALITTICO. INSOMMA, SEMBRAVA GIÀ UNA SCENEGGIATURA – IDEATO POCO PRIMA DELL’ARRIVO DELLA VERA PANDEMIA, CHE NE È DIVENTATA UNA SPECIE DI DOPPIO IMBARAZZANTE, NON È PIÙ SOLO IL RACCONTO O LA SERIE IDEATA DA AMMANITI E DALLA SUA TROUPE, MA QUALCOSA DI MODIFICATO DA UN ELEMENTO IMPREVEDIBILE - VIDEO

 

 

 

 

Anna di Niccolò Ammaniti

Marco Giusti per Dagospia

 

anna la serie di niccolo ammaniti 2

A un certo punto, Anna e il fratellino Astor incontrano un grande elefante che vaga sulla spiaggia, di fronte al mare che divide la Sicilia dalla terraferma. Credo sia l’immagine che più mi è rimasta delle sei puntate di “Anna”, miniserie targata Sky Atlantic ideata e diretta da Niccolò Ammaniti, sofisticato on the road post-apocalittico, tratto dal suo romanzo del 2015, sceneggiato assieme a Francesca Manieri e prodotto da Sky, Wildside, Freemantle, Arte France.

 

anna la serie di niccolo ammaniti 3

Ideato, quindi, ma anche iniziato a girare, come leggiamo nelle didascalie iniziali, poco prima dell’arrivo della vera pandemia, che ne è diventata una specie di doppio imbarazzante, di compagnia non richiesta, di ombra sia per chi ha lavorato alla serie sia per chi la sta guardando adesso. Qualcosa, insomma, che, nel bene e nel male, ci impone uno sguardo diverso su quel che stiamo raccontando o vedendo.

 

niccolo ammaniti sul set di anna

Ovvio quindi che “Anna” non sia più solo il racconto o la serie ideata da Ammaniti e dalla sua troupe, ma qualcosa di modificato da un elemento imprevedibile. Ora. I fan di Ammaniti e quelli, soprattutto, di “Anna”, aspettavano con ansia questa serie. Che, e lo dico subito, non è così fedele al romanzo. Come era prevedibile e, probabilmente, giusto.

anna la serie di niccolo ammaniti 9

 

Il fatto curioso è che leggendo il libro, ormai sette anni fa, anche se l’ambientazione siciliana, anzi palermitana, era molto affascinante, e l’idea del “quaderno delle cose importanti” che la mamma scrive per i figli prima di morire era una grande idea, lo trovavo un po’ derivativo, non solo da “La strada” di Cormac McCarthy, ma anche da molto cinema post-apocalittico di questi ultimi vent’anni. Insomma, sembrava già una sceneggiatura.

 

anna la serie di niccolo ammaniti 5

Pensavo quindi che la serie fosse in qualche modo più facile da realizzare, perché così cinematografica. Come era, in fondo, “Io non ho paura”, suo romanzo del 2001, realizzato poi da Gabriele Salvatores, ma pensato proprio come sceneggiatura. E, invece, scopro che dovendo realizzare una serie, Ammaniti e Manieri, sono stati obbligati a confrontarsi non con la scrittura cinematografica, o non solo con quella, ma anche con la scrittura seriale, soprattutto quella attuale, che impone delle sue regole e regolette che finiscono per mettere da parte, per nascondere la scrittura più propria di Ammaniti.

 

il miracolo

Dopo la coraggiosa, magari scombinata, ma estremamente affascinate operazione del 2018, “Il miracolo”, otto episodi ideati da Ammaniti, scritti da lui assieme a Manieri, Stefano Bises e Francesca Marciano, diretti non solo da lui, ma anche dai più esperti Francesco Munzi e Lucio Pellegrini, con il suo carico di personaggi strepitosi e fuori dalle regole, come il padre Marcello di Tommaso Ragno, prete strafatto e sessuomane ("Prendimelo.. non mi guardare o ti ammazzo"), il Presidente del Consiglio simil Renzi di Guido Caprino con moglie, Elena Lietti, decisamente troia ("Avevo capito subito che eri una troia", le dice l’ambasciatore Jean-Marc Barr prima di farsela) e, soprattutto, con una Madonna che piange sangue a nove litri all’ora, questo “Anna” ci pare già in partenza un tornare indietro su un territorio più facile.

 

anna la serie di niccolo ammaniti 4

Ma che facile proprio non è. Perché Ammaniti, senza il carico di realismo pulp anni ’90 con cui descriveva politici, preti, banditi calabresi, mignotte attraversati dal miracolo, un realismo mediato da diversi registi e tanti sceneggiatori, senza i tanti non detti e non spiegati messi in scena ne “Il miracolo”, è costretto qui a confrontarsi sul serio e da solo con la serialità, col proprio testo, per noi già digerito, e infine con il ruolo d’autore.

 

anna la serie di niccolo ammaniti 6

Perché è vero, che Ammaniti non è propriamente un regista-autore nel senso di un De Palma, Nolan, Anderson, non ha forse neanche il tempo visto che deve portare a casa sei ore di racconto, e non ha ovviamente la stessa esperienza dei registi citati, ma è vero, eccome, che è un autore, visto che stiamo vedendo “Anna” di Ammaniti.

 

anna la serie di niccolo ammaniti 1

Inoltre, la serialità, ripeto, gli impone un racconto diverso rispetto a quello cinematografico. In qualche modo, però, “Anna” sembra funzionare meglio quando si affida alla costruzione di un singolo episodio, come quello di Angelica e dell’ermafrodito, che sembrano momenti più solidi di narrazione seriale, ma al tempo stesso sembra così perdere anche di interesse rispetto alle scoperte di Ammaniti regista che cerca di prendere le distanze dal suo romanzo visto che non può ripeterne la scrittura, di modificare il suo racconto anche sul set, in mezzo a ambientazioni particolari, e bellissime, e con un cast di bambini quanto mai pieno di vita, opera di Lorenza Indovina, che ha fatto da coach ai piccoli attori, tutti perfetti ma pure veri.

anna la serie di niccolo ammaniti 7

 

 Quello che ha ancora di sorprendente e di innovativo “Anna”, insomma, non viene né dalla regia d’autore, che non c’è ancora, perché c’è l’autore ma non la regia, né dalla costruzione della storia da show-runner, ma dal suo desiderio continuo di esplorare e di modificare personaggi e situazioni. Dall’andare un po’ contro se stesso e le regole del seriale, cercando uno scontro continuo alla ricerca di un nuovo mondo. Arrivando anche a momenti estremamente sgradevoli, come certe morti improvvise dei bambini.

anna la serie di niccolo ammaniti 16

 

O a momenti più assurdi, come quello del guardiano dell’Etna, vera scoperta. Ma in questo modo anche la negatività dell’ombra non richiesta della pandemia vera che sfida la “rossa”, la pandemia letteraria che uccide gli adulti e i bambini quando diventano fertili, diventa un elemento di fascino e di sperimentazione. “Anna” non è magari quello che il pubblico dei suoi fan volevano, ma diventa così una pagina su cui poter scrivere un nuovo racconto.  

il miracolo di ammanitiil miracolo anna la serie di niccolo ammaniti 22il miracoloanna la serie di niccolo ammaniti 15il miracolo anna la serie di niccolo ammaniti 19anna la serie di niccolo ammaniti 26anna la serie di niccolo ammaniti 18anna la serie di niccolo ammaniti 20anna la serie di niccolo ammaniti 27anna la serie di niccolo ammaniti 21anna la serie di niccolo ammaniti 8anna la serie di niccolo ammaniti 32anna la serie di niccolo ammaniti 25anna la serie di niccolo ammaniti 24anna la serie di niccolo ammaniti 30anna la serie di niccolo ammaniti 28anna la serie di niccolo ammaniti 10anna la serie di niccolo ammaniti 13anna la serie di niccolo ammaniti 31anna la serie di niccolo ammaniti 11anna la serie di niccolo ammaniti 12anna la serie di niccolo ammaniti 29anna la serie di niccolo ammaniti 14anna la serie di niccolo ammaniti 17

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nicola fratoianni giuseppe conte elly schlein matteo ricci

DAGOREPORT – BUONE NOTIZIE! IL PRIMO SONDAGGIO SULLO STATO DI SALUTE DEI PARTITI, EFFETTUATO DOPO LA SETTIMANA DI FERRAGOSTO, REGISTRA UN CALO DI 6 PUNTI PER FRATELLI D'ITALIA RISPETTO ALLE EUROPEE 2024 (IL PARTITO DELLA MELONI, DAL 29% PASSEREBBE AL 23) - A PESARE È LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE, DALLA PRODUTTIVITÀ CALANTE DELLE IMPRESE A UN POTERE D’ACQUISTO AZZERATO DAI SALARI DA FAME - IL TEST DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, CHE CHIAMA ALLE URNE 17 MILIONI DI CITTADINI,   POTREBBE DIVENTARE UN SEGNALE D'ALLARME, SE NON LA PRIMA SCONFITTA DELL’ARMATA BRANCAMELONI - A PARTIRE DALLE PERDITA DELLE MARCHE: IL GOVERNATORE RICANDIDATO DI FDI, FRANCESCO ACQUAROLI, È SOTTO DI DUE PUNTI RISPETTO AL CANDIDATO DEL CAMPOLARGO, IL PIDDINO MATTEO RICCI - LA POSSIBILITÀ DI UN 4-1 PER IL CENTROSINISTRA ALLE REGIONALI, MESSO INSIEME ALLA PERDITA DI CONSENSI ALL'INTERNO DELL'ELETTORATO DI FDI, MANDEREBBE IN ORBITA GLI OTOLITI DELLA DUCETTA. NEL CONTEMPO, DAREBBE UN GROSSO SUSSULTO AI PARTITI DI OPPOSIZIONE, SPINGENDOLI AD ALLEARSI PER LE POLITICHE 2027. E MAGARI FRA DUE ANNI LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SARÀ RICORDATA SOLO COME UN INCUBO...

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)