luca canonici

IL "GOLPE" DI SANREMO! LUCA CANONICI, CHE NEL 2010 COMPOSE IL TRIO CON PUPO E EMANUELE FILIBERTO CHE ARRIVO’ SECONDO  AL FESTIVAL, RICORDA IL CONTROVERSO EPILOGO (PER CUI PUPO TIRO’ IN BALLO ADDIRITTURA IL “GOMBLOTTO” DEL QUIRINALE, A GUIDA NAPOLITANO, IN FUNZIONE ANTI-SAVOIA) – “PER TUTTA LA PRIMA PARTE DELLA SERATA FINALE FUMMO IN TESTA, POI LA SITUAZIONE MUTÒ DOPO LE 23, SUCCESSE TUTTO A MIA INSAPUTA. NON CI FU UN BEL CLIMA. ERANO ATTACCHI POLITICI, O RIFERITI ALLA VOCALITÀ DI CHI MI STAVA ACCANTO. MA FILIBERTO STUDIÒ TANTISSIMO" – CHI SCRISSE IL BRANO? “A ME RISULTA CHE PUPO FECE LA MUSICA. RIGUARDO AL TESTO, SE NON RICORDO MALE, QUESTO FU FRUTTO DI UNA RIFLESSIONE DI…” – VIDEO

 

Massimo falcioni per tvblog.it - Estratti

 

luca canonici

Di quel trio, creato a tavolino per il sessantesimo Festival di Sanremo e dissoltosi subito dopo, è sempre stato il componente più defilato. Taciturno, estraneo e disinteressato alle polemiche, Luca Canonici assorbì le feroci critiche senza mai sentirsele davvero addosso. D’altronde, i veri obiettivi di quell’assedio mediatico erano Pupo ed Emanuele Filiberto, che lo accompagnarono all’Ariston, dove gareggiarono con ‘Italia amore mio’.

 

 

Tenore di fama internazionale, Canonici in realtà non si innamorò immediatamente della musica lirica. “Da giovanissimo ogni volta che guardavo la tv e mi ci imbattevo cambiavo canale”, racconta a TvBlog. “Il mio interesse è sempre stato per la musica leggera. Da piccolo cantavo nei cori della Chiesa e coltivavo la mia voce grazie ad un maestro che era anche un tenore. Pian piano il mio tono si irrobustì e cominciai a esibirmi in alcune romanze. Notai che i risultati erano positivi e mi avvicinai a questo settore”.

 

(…)

Parliamo di Sanremo 2010. Come ci arrivò?

pupo emanuele filiberto luca canonici

A contattarmi fu il mio agente che mi informò che c’era da registrare una canzone. L’idea era quella di un disco. Non si poteva sapere altro, tutto veniva tenuto nascosto e non si poteva raccontare. C’era un riserbo incredibile. Siccome mi era già successo in Francia di registrare un duetto con un artista di musica leggera, non rimasi troppo sorpreso.

 

Questo significa che non la informarono subito che avrebbe collaborato con Pupo ed Emanuele Filiberto.

No, sapevo solo che c’era questa canzone da cantare e che dovevo incidere due pezzetti. Li registrai e li mandai al mio agente, che li spedì all’agenzia. Un giorno mi contattarono da Roma per comunicarmi che avrei dovuta registrarla sul serio. Pupo e il Principe li incrociai per la prima volta in sala di registrazione. Enzo lo conoscevo di vista, essendo io di Montevarchi e lui di Ponticino, mentre Emanuele non lo avevo mai incontrato prima. Ci salutammo e solo successivamente mi spiegarono la situazione. Caddi dalle nuvole, non avrei mai immaginato quel tipo di soluzione.

 

Rimase sorpreso?

luca canonici

Certo, soprattutto quando mi annunciarono l’ipotesi di Sanremo. In quel momento non sapevamo se il brano sarebbe stato preso o no.

 

Il contesto sanremese non era esattamente quello a cui era abituato.

Nella mia carriera ho cantato di fronte al Papa, a Re e Regine. Il Festival era uno scenario nuovo per me, ma sempre di canto si trattava. Mi chiamarono ad esprimere la mia vocalità e lo feci.

 

 

 

Pupo confidò a Repubblica di aver scritto sia la musica che le parole di ‘Italia amore mio’, mentre recentemente Filiberto ha dichiarato che Ghinazzi compose la melodia e lui buttò giù il testo. Dov’è la verità?

A me risulta che Pupo scrisse la musica. Riguardo al testo, se non ricordo male, questo fu frutto di una riflessione di Emanuele. Durante un viaggio aveva espresso un sentimento simile a quello riportato nella canzone e ad Enzo venne in mente di musicarla. Io la storia la so così.

 

Gli attacchi furono spietati e dei tre lei fu l’unico a non finire nell’occhio del ciclone. Fu più la felicità per essere stato ‘graziato’ o l’amarezza per non essere stato considerato?

Penso che quel brano si reggesse sul ritornello e il ritornello lo cantavo io. Se domandate a qualcuno cosa ricorda di ‘Italia amore mio’, la risposta sarà sicuramente il ritornello.

 

pupo emanuele filiberto luca canonici

Del resto mi interrogai poco, non era il mio principale interesse, così come Sanremo non rappresentava il mio punto di arrivo. Ho fatto tante cose nella mia vita e continuerò a farle senza l’affanno di arrivare per forza primo. Ho sempre preso certi impegni col dovuto distacco e sono uno che tiene i piedi ben saldi a terra. Non ho amarezze, quando sono stato al Festival ho preso tutto quello che è arrivato con assoluto piacere. Mi sono divertito.

 

 

 

Non posso credere che le contestazioni non l’abbiano minimamente toccata.

Di sicuro non era semplice andare in scena con quel clima, c’era sempre tensione. Ma io mi sono esibito tantissime volte in mondovisione. Non dico che ci avessi fatto il callo, perché quella kermesse è davvero importante, però sono sempre stato tranquillo. In fondo, le critiche non erano contro di me. Erano attacchi politici, o riferiti alla vocalità di chi mi stava accanto. Tuttavia, devo riconoscere che Filiberto studiò tantissimo. Il risultato non piacque, ma lui prese seriamente quell’impegno e dalla prima volta che lo ascoltai all’approdo al festival il miglioramento fu evidente.

 

Ancora Pupo dichiarò: “Sono trent’anni che vengo a Sanremo e non ho mai visto una contestazione preventiva come questa”. Lei percepì questo pregiudizio?

pupo emanuele filiberto canonici

I pregiudizi non sono mai giusti. Quando uno arriva con un’idea preconfezionata, tutto il resto viene falsato e non è corretto. Ma siamo delle persone, abbiamo dei sentimenti che a volte sono difficili da mettere da parte. Da un certo punto di vista comprendo che ci possano essere state delle remore e che ci siano ancora. La verità è che io ero un cantante lirico, Enzo era un cantante e il Principe no. Su questo si poteva discutere, in effetti stare a Sanremo senza essere un cantante di professione era strano.

 

Nella serata dei duetti portaste all’Ariston l’allora ct Marcello Lippi. Chi lo contattò?

Credo che lo chiamò Pupo, non vorrei sbagliare. Sapevo poco, il mio compito era arrivare in teatro, fare le prove, esibirmi e andare a letto. Mi ripetevano sempre: ‘Siamo nelle tue mani’. Le discussioni non mi riguardavano, ho sempre fatto il bravo ragazzo (ride, ndr).

 

Le radio ignorarono il brano, sia durante che dopo il Festival.

Non sono stato toccato da queste cose. Ricordo che intervenni diverse volte in radio, per conversare o per ridere. Andai dal Trio Medusa perché la performance venne rivista in chiave macchiettistica. Vennero fuori imitazioni e parodie. Non penso fosse un dramma, si può sorridere di tutto se non si arriva alle offese.

 

Il trio non ebbe lunga durata. Come mai?

Andammo tutti insieme in Canada e ci riesibimmo. Fu l’unica volta, poi non cantai più con loro. Subito dopo Sanremo uscii con un mio disco e mi dedicai ad altri progetti.

 

Non vi siete più incrociati?

luca canonici

Ci siamo persi di vista. Per qualche tempo ci siamo scambiati dei messaggi, ma è da parecchio che non li sento.

 

Si scrisse che i veri vincitori del Festival eravate stati voi.

Seppi di queste voci molto dopo. Ero partito per la Cina e quando rientrai in Italia cominciarono a telefonarmi tutti. Non capivo di cosa si stesse parlando. Poi scoprii che Enzo aveva rilasciato alcune dichiarazioni. Da quello che so, per tutta la prima parte della serata finale fummo in testa, poi la situazione mutò dopo le 23. Altro non so dirti, successe tutto a mia insaputa. A mio avviso, tutto quello che accadde in quella settimana ebbe una sua funzione. Non solo gli applausi, ma anche i fischi furono decisivi. Le innumerevoli discussioni ci aiutarono, si parlava di noi e questo contribuì a mantenere alta l’attenzione.

 

 

 

Adesso può dirlo: secondo lei chi avrebbe dovuto vincere quell’edizione?

Mengoni, Malika Ayane e Noemi avevano certamente i brani più belli. E’ inutile che dica io chi avrebbe dovuto trionfare. Penso che a contare davvero furono le vendite dei dischi. Il mio, uscito dopo il Festival, vendette pochissimo, anche se mi spiegarono che per una prima uscita non era andata così male. Di certo, la giustizia non viene a nostro sostegno. Ma forse il più penalizzato da tutte quelle critiche fu Valerio Scanu. Ne parlo senza cattiveria. La sua canzone non fu accolta benissimo da critica e pubblico.

 

(...)

pupo emanuele filiberto canonici sanremo

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…