sciopero dipendenti volkswagen

IN GERMANIA È SCOPPIATA LA LOTTA OPERAIA – I 120 MILA DIPENDENTI DI VOLKSWAGEN HANNO INIZIATO LO SCIOPERO A OLTRANZA PER CHIEDERE DI RIVEDERE I PESANTI TAGLI OCCUPAZIONALI E LA CHIUSURA DI TRE FABBRICHE. MA IL GRUPPO HA UN BISOGNO DISPERATO DI TAGLIARE I COSTI DI PRODUZIONE – I SINDACATI: “I VERTICI DELL’AZIENDA PUNTANO ALL’ESCALATION. HANNO DORMITO MENTRE IN CINA SI SVILUPPAVA L’ELETTRICO. CHE PAGHINO I MILIONARI DEL CDA CHE L’HANNO CAUSATA” – IL CANCELLIERE, OLAF SCHOLZ, TACE…

1. GRUPPO VOLKSWAGEN, SCIOPERO A OLTRANZA DEI 120MILA LAVORATORI

Estratto dell’articolo di Isabella Bufacchi per “Il Sole 24 Ore”

 

SCIOPERO DIPENDENTI VOLKSWAGEN

Quello iniziato ieri in Germania non è uno sciopero come tanti. IG Metall, il potente sindacato dei metalmeccanici, ha indetto uno “sciopero di avvertimento” con due ore di lavoro interrotto in nove stabilimenti su dieci della Volkswagen, quanto basta per danneggiare la produzione di oltre 1000 auto.

 

Dopo il fallimento di tre round di contrattazione collettiva in un confronto avviato ai primi di settembre, i rappresentanti sindacali hanno deciso di «mostrare i denti» e di minacciare «un’escalation senza precedenti», nelle parole della battagliera Daniela Cavallo, a capo di IG Metall in VW.

 

SCIOPERO DIPENDENTI VOLKSWAGEN

[…]  da una parte la volontà del consiglio di amministrazione di ridurre drasticamente e velocemente i costi di produzione, con tagli alla forza lavoro che potrebbero contarsi in tagli da decine di migliaia di dipendenti abbinati alla chiusura di alcuni stabilimenti in Germania, dall’altra parte la disponibilità del consiglio di fabbrica a ridurre i salari, a rinviare gli aumenti per il recupero dell’inflazione pur di garantire per il futuro posti di lavoro e sedi. Volkswagen ha circa 127.000 dipendenti in dieci stabilimenti in Germania […]

 

Lo “scintillio delle sciabole” di IG Metall è emblematico di una questione più ampia, la sopravvivenza stessa dell’industria dell’auto tedesca in transito dal motore a combustione a quello elettrico. «Per anni, il mercato cinese si è rivelato una miniera d’oro per le case automobilistiche tedesche, consentendo di trascurare gli svantaggi competitivi nel mercato interno tedesco. Ma i tempi sono cambiati. Il mercato cinese è diventato molto più difficile», scriveva ieri F.A.Z. […]

 

volkswagen

Lo scontro tra IG Metall e i vertici di VW è dunque un’altra pagina nera della crisi congiunturale e strutturale che ha investito l’economia tedesca dalla pandemia. In Germania l’indice Pmi manifatturiero definitivo di novembre si è stabilizzato ieri a 43 punti, lo stesso livello di ottobre, ben al di sotto della soglia di 50 che è il limite tra crescita e contrazione […]

 

Per Moritz Schularick, presidente del Ifw Kiel Institut per l’economia globale, «la situazione economica è davvero grave in Germania. Dal 2019 si registra una mancanza di crescita, l’industria è rimasta indietro dal punto di vista tecnologico, Cina e Stati Uniti non aderiscono più all’economia globale basata sulle regole».

tagli alla volkswagen

 

Per l’economista, molto critico nei confronti della lentezza con la quale la coalizione semaforo ha gestito crisi multiple senza allentare il freno sul debito, la Germania sta «attraversando una grave crisi strutturale interna, le industrie principali stanno perdendo potere competitivo, abbiamo problemi demografici e deficit tecnologici, e su tutto le fondamenta della politica commerciale estera e della sicurezza sono scosse da due shocks: Trump e guerra in Ucraina».

 

2. IL MURO DEI LAVORATORI CONTRO VOLKSWAGEN “VOGLIONO L’ESCALATION”

Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubbica”

 

SCIOPERO DIPENDENTI VOLKSWAGEN

Alle nove e mezza gli operai soffiano già a pieni polmoni nei fischietti rossi, la loro lenta marcia dal cancello tre della fabbrica di Stöcken, nei sobborghi operai di Hannover, è scandita da colpi di tamburi e cori. In Germania le manifestazioni cominciano di buon mattino, e alle dieci sono previsti già i discorsi dei capi di IgMetall nella piazza del mercato.

 

Anna Lotte Scheuermann precede la testa del corteo, si aggiusta la sciarpa rossa, scatta qualche foto. «La sensazione – ci racconta l’esponente del consiglio di fabbrica – è che stavolta i vertici dell’azienda puntino all’escalation».

 

crisi Volkswagen

Le fabbriche tedesche della macchina del popolo da ieri sono permanentemente in lotta: in tutta la Germania la IgMetall incrocia le braccia per due ore e scende in piazza per scongiurare le decine di migliaia di esuberi, le sforbiciate agli stipendi, la chiusura annunciata di tre stabilimenti. […]

 

Il corteo si snoda lento verso la piazza del mercato, una famiglia si affaccia dalle case-dormitorio e srotola uno striscione: “La Volkswagen siamo noi”. Dagli operai parte un boato e un lungo applauso. La piazza del mercato è delimitata dai tendoni che distribuiscono caffè e tè bollenti, gentile omaggio del più grande sindacato metalmeccanico d’Europa. Per questa vertenza bisogna “vestirsi caldi”, per citare un famoso detto tedesco. Sarà lunga.

 

SCIOPERO DIPENDENTI VOLKSWAGEN

Dal palco è uno dei leader di Ig-Metall, Sascha Duzik, a farlo capire: «L’azienda fa muro – grida – i vertici di Volkswagen hanno rovinato la nostra reputazione con il Dieselgate. E adesso siamo in crisi perché hanno dormito mentre in Cina si sviluppava l’elettrico. Nessuno di noi operai ha causato questa crisi: che paghino i milionari del cda che l’hanno causata».

 

Per quasi un secolo, Volkswagen è stato molto più di un marchio, è stato anche il destino di decine di migliaia di immigrati, arrivati dagli anni ’50 dalla Grecia, dall’Italia o dalla Turchia. Tanti di loro hanno scalato i vertici del sindacato, come la leader del consiglio di fabbrica di Wolfsburg, Daniela Cavallo, figlia di emigrati calabresi. E come Stavros Christidis, figlio di un operaio emigrato nel 1970 da Igoumenitsa, in Grecia.

 

Volkswagen crisi

[…]  la crisi sembra la più grave di sempre, qui nel capoluogo della Bassa Sassonia hanno già annunciato 900 esuberi a giugno. E Christidis, come tanti colleghi, teme che lo stabilimento, dai 15mila operai di oggi, sia finito nella lotteria delle famose tre fabbriche che Vw vuole chiudere. «In famiglia siamo attaccatissimi all’azienda. Mio padre è pensionato ma abita ancora qua dietro. È preoccupato, come i miei figli. Come mio fratello e i suoi figli. Speravamo tutti di avere un futuro qui».

 

A un centinaio di chilometri, nell’assemblea a porte chiuse con le tute blu nel quartier generale di Wolfsburg, la pasionaria Cavallo leva la pelle al consiglio di amministrazione: «Anche loro devono fare dei sacrifici. E anche gli azionisti». Per guadagnare la somma dei dividendi distribuiti negli ultimi dieci anni alle due storiche famiglie proprietarie, Porsche e Piëch, «un operaio dovrebbe lavorare 100 mila anni», scandisce.

 

SCIOPERO DIPENDENTI VOLKSWAGEN

Volkswagen è stata «una gigantesca macchina da soldi. E ora che il motore si è inceppato, anche le famiglie che la posseggono devono stringere la cinghia». Per ora dai vertici e dagli azionisti tutto tace, a parte qualche retorica disponibilità al «dialogo».

 

Il contro-piano da 1,5 miliardi di tagli proposto da IgMetall è stato respinto. L’unico a farsi sentire è stato il governatore della Bassa Sassonia, Stephan Weil: il land è secondo azionista di Vw con il 20%. «Il dividendo, per il land, non è una priorità », ha detto alla Sueddeutsche Zeitung . […]

 

Ma tutti si chiedono, in piena campagna elettorale per le elezioni politiche, quando si muoverà Olaf Scholz. Il cancelliere, il suo segretario generale Matthias Miersch e il leader della Spd, Lars Klingbeil, sono tutti cresciuti qui, nella Bassa Sassonia, dove si concentra la stragrande maggioranza dei lavoratori tedeschi della più grande casa automobilistica d’Europa: quasi centomila. E il silenzio di Berlino comincia a essere assordante.

Volkswagen Thomas Schaefer - ceo Volkswagen

 

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO