1. “MARCO! MARCO! MARCO!” LUI, IL MENGONI VINCITORE DELL’ULTIMO FESTIVAL DI SANREMO, CIRCONDATO DI PICCOLE FAN IN CALORE FA PIU’ SMORFIE DI BELEN E BIGNARDI MESSI INSIEME MENTRE TUTTI I PRESENTI ONDEGGIANO IN UNA GIGANTESCA “OLA” 2. HANNO IN MEDIA DICIASSETTE ANNI D’ETÀ E ASPETTANO DA ORE IL LORO BENIAMINO CANORO CON IN MANO IL CD DELLA SUA ULTIMA FATICA IN ATTESA DELLA PREZIOSA FIRMA 3. PER IL PRESUNTO ETERO C’È PURE UNA MAMMA ENTUSIASTA CON LA BIMBA IN BRACCIO: ORMAI IL MASSIMO DELLA TRASGRESSIONE E’ COMPRARSI I SUCCESSI DI CLAUDIO VILLA

Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

1. MENGONI, STAR IN LIBRERIA SULL'APPIA
Lucilla Quaglia per "Il Messaggero"

Hanno in media diciassette anni d'età e aspettano da ore il loro beniamino canoro con in mano il cd della sua ultima fatica - "Pronto a correre" - in attesa della preziosa firma. Sono cinquecento accaniti fan che per vedere da vicino il loro cantante preferito si sono alzati alle sei del mattino da tante località del Lazio - molti da Ronciglione, paese natale della star, - e dalla Campania. Tra due ali di folla scatenata si fa largo Marco Mengoni che prende finalmente possesso del palco di una nota libreria di via Appia.

«Marco! Marco! Marco!», grida un coro di piccole fan mentre tutti i presenti ondeggiano le braccia dando vita ad una gigantesca "ola". C'è perfino una mamma entusiasta con la sua bimba in braccio. Lui, il Marco vincitore dell'ultimo Festival di Sanremo con il brano "L'essenziale", è avvolto in lungo cappottone antracite, pantaloni larghi, t-shirt nera, sgargianti scarpe da ginnastica verdi e il solito ciuffo ribelle. «Marco sei grande», gli grida un ragazzo.

I giovanissimi Debora Ferrara e Salvatore Esposito arrivano direttamente da Napoli e sono i primi due ad essere chiamati sul palco per l'autografo di rito. «Mi sento morire, mi sembra impossibile», dice lei tra il tifo da stadio che la circonda. In breve la libreria è letteralmente invasa e trabocca di giovani, la fila arriva fin sul marciapiede all'esterno. «Uno dei momenti più emozionanti di Sanremo? Quando ho cantato Tenco - dice Mengoni - La sua famiglia mi ha ringraziato».


2. IL VIAGGIO DI MENGONI: DA SANREMO ALL'EUROFESTIVAL, VADO DI FRETTA
Andrea Laffranchi per il "Corriere della Sera"

Se la partenza è quella di Sanremo, la corsa di Marco Mengoni promette bene. «L'essenziale» è in testa alla classifica download dal Festival e da qualche settimana anche la più trasmessa dalle radio. «Sanremo è stata un'esperienza eccezionale, fantastica. Non solo per vittoria, ma per il riscontro positivo del pubblico - dice -. Mi ha lasciato positività, e la responsabilità di viaggiare alla velocità di questo progetto che è partito bene», racconta alla presentazione del suo album #prontoacorrere (esce oggi), con tanto di hashtag iniziale anche nei titoli di ogni canzone.

«Siamo nel 2013, io sono nato nell'88, nel pieno del boom della tecnologia. E poi ho un pubblico molto attento al web - dice -. Le parole riassumono bene il concetto: continuare una staffetta in cui ogni disco è un passaggio di testimone». Da Marco a Marco, ma con qualche differenza rispetto al passato. Soprattutto nella voce, la cui versatilità è sfruttata con più eleganza e non in maniera ostentata. «Il Marco di prima c'è ancora, ma quello di oggi dà più importanza alla parola, a quello che scrive. Raggiungo le tonalità alte con facilità, arrivo dalla musica black e quindi ho una mobilità vocale naturale, ma ho cercato di portare queste caratteristiche nella tradizioni italiana. Sono felice di essere semplice», racconta.

Oltre a Gianna Nannini e Pacifico per «#Bellissimo», l'altro brano sanremese, e al produttore Michele Canova (Jovanotti, Ferro...) ci sono altre firma a spingerlo in questo scatto. Ivano Fossati gli ha scritto «#sparineldeserto»: «Ti parlano dei cantautori dell'Olimpo come personaggi intoccabili e diffidenti - spiega Marco -. Invece lui è stato un signore, mi ha invitato al suo ultimo show, mi ha offerto un pezzo e mi ha anche permesso di modificarlo». Cesare Cremonini per «#Lavalledeire»:

«Lo invidio, con una frase descrive una storia. Immediato, diretto, arriva allo stomaco. In questo pezzo è più onirico». Alcuni brani arrivano da autori stranieri che hanno scritto per star come Rihanna e Beyoncé. E c'è pure Mark Owen dei Take That (#prontoacorrere): «Era l'autore più forte della band».

L'8 maggio al via una prima parte del tour, quindi la partecipazione all'Eurovision Song Contest che si terrà a Malmö (Svezia) il 18 maggio. Per questa gara non ha scelto uno dei pezzi scritti dalle mani anglosassoni, ma «L'essenziale». «Vado a rappresentare l'Italia e ho scelto un pezzo con la nostra lingua, scritto da me e altri due autori italiani. Mi piaceva l'idea, mi sento patriottico. Certo, poi mi piacerebbe che un giorno ci fosse una versione in inglese o spagnolo». Nulla di ufficiale, ma la sua casa discografica ci crede. La corsa di Marco potrebbe anche avere delle tappe all'estero.

 

 

Mengoni saluta i Fans Mengoni autografa Un messaggio per Marco Mengoni Mengoni autografa

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…