canfora

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – "DA-DA-UN-PA", IL "GEGHEGE’", "IL BALLO DEL MATTONE": SE NE E’ ANDATO PURE IL MAESTRO BRUNO CANFORA, AUTORE DEI MAGGIORI SUCCESSI DELL’ITALIA DEL BOOM – PER CHI E’ CRESCIUTO NEGLI ANNI ’60 NON SAREBBE STATO IL SABATO SERA DI RAI UNO SE ACCANTO A MINA O ALLE KESSLER NON AVESSIMO VISTO IL SUO BAFFO SERIOSO MA NON SEVERO… - VIDEO

 

 

Marco Giusti per Dagospia

 

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Ci lascia pure il Maestro Bruno Canfora, 92 anni, autore dei maggiori successi dell’Italia del boom e della Golden Age della Rai. “Da-da-un-pa”, “Brava”, “Pollo e champagne”, “Il geghegé”, “Il ballo del mattone”, “Stasera mi butto”, “Vorrei che fosse amore”, “Zum Zum Zum”, “La notte è piccola”, “Conversazione”. E non scordiamo “La vita”, che nella sua edizione anglofona, “This Is My Life”, eseguita da Shirley Bassey, divenne negli anni il suo maggior successo internazionale.

 

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Ma per chi è cresciuto negli anni ’60, non sarebbe stato il sabato sera di Rai Uno se accanto a Mina o alle Kessler non avessimo visto il baffo serioso ma non severo del Maestro Canfora pronto a dirigere l’orchestra della Rai. Altro che X-Factor…

 

Per Mina scrive canzoni meravigliose che solo lei avrebbe potuto eseguire, come “Brava” e “Fortissimo”, ma è grande anche il suo lavoro per le gemelle Kessler, che ritroverà a teatro nella commedia musicale “Viola, violino e viola d’amore” di Garinei e Giovannini con Enrico Maria Salerno. O per Ornella Vanoni nella commedia musicali di Iaia Fiastri “Amori miei”, che venne poi portata al cinema da Steno con Monica Vitti senza le sue musiche. Al cinema ha avuto apparizioni sporadiche, una piccola carriera dopo la guerra, ricordiamo Un angelo è sceso a Brooklyn e a Il mostro di Magendorf di Ladislao Vajda, Vite perdute, Lupi nell’abisso.

 

Più curioso La Regina dei tartari di Sergio Grieco con Chelo Alonso, che gli permette di fare un po’ di musical. Ma era certamente più adatto ai ritmi e ai modi della radio e della tv. Lo ritroviamo in altri film degli anni ’60, I soldi, Le sedicenni, La fabbrica dei soldi, James Tont operazione DUE, Il vostro super agente Flit. Sono per lo più apparizioni sporadiche, che seguiteranno anche nei successivi Nel giorno del giudizio di Bruno Corbucci e nei pur fondamentali Il trucido e lo sbirro e La banda del trucido con Tomas Milian.

 

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Più delle sue colonne sonore fecero però le sue canzoni, che troviamo già in molti film dell’epoca, “Vorrei che fosse amore” in Tony Arzenta, “Due notti” in La voglia matta, “Stasera mi butto” in Certo, certissimo, anzi probabile. E che vennero puntualmente riprese anche in anni più recenti, in Italia e all’estero, “Coversazione” in Nine, ad esempio. Canfora fece anche piccole apparizioni nei panni più o meno di se stesso, come in Zum Zum Zum di Bruno Corbucci e in un episodio della grandiosa serie di parodie televisive La Biblioteca di Studio Uno col Quartetto Cetra.

 

Milanese, figlio di un dirigente di banca, aveva studiato oboe in gioventù per entrare alla Scala, come fece il fratello. Con la guerra, finito in marina, abbandonò la sua passione per l’oboe, ma non quella per la musica, visto che già da militare suonò jazz alla radio. Da lì, finita la guerra, lo troviamo già a suonare in un suo trio a Venezia, all’Eiar, a Trieste. E già a comporre le prime canzoni.

 

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Sono i suoi anni di formazione musicale. Dalla fine degli anni ’50 è già una celebrità e le sue apparizioni a Studio Uno e a Canzonissima ne fanno una star e una presenza indiscutibile di quella televisione. La sua ultima apparizione è con Pippo Baudo un Papaveri e papere con la regia di Michele Guardì nel 1995. Quello che ci rimane di Canfora, al di là della musica e delle canzoni meravigliose, è l’immagine di una grande tv accogliente dove Mina o Rita Pavone potevano sperimentare e immaginare di cantare qualsiasi cosa grazie alla sua magica bacchetta di direttore. 

BRUNO CANFORABRUNO CANFORA

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