pierluigi cappello

GIU’ IL CAPPELLO – “FRA L’ULTIMA PAROLA DETTA E LA PRIMA NUOVA DA DIRE: E’ LI’ CHE ABITIAMO”, ADDIO AL POETA PIERLUIGI CAPPELLO, SCOMPARSO DOPO UNA LUNGA MALATTIA – ERA IN SEDIA A ROTELLE DALL’ETA’ DI 16 ANNI DOPO UN INCIDENTE CON LA MOTO: “COL TEMPO IL LETTO, SI E’ TRASFORMATO IN UN TAPPETO VOLANTE…” – L’AMICIZIA CON JOVANOTTI, I VERSI MEMORABILI: “FUORI IL SOLE/ È FIORITO SUI RAMI, SORRIDENTE/ FRA ME CHE SCRIVO E LA PAROLA NIENTE” 

CAPPELLO

Roberto Galaverni per il Corriere della Sera

 

«La parte soleggiata di noi stessi», così Pierluigi Cappello diceva in un suo verso. A cosa stava pensando? A qualcosa, credo, che riposa dentro di noi, una specie di anima comune, profonda, gentile, delicata, eppure, ferma, sicura, inalienabile.

 

Qualcosa come una possibilità prima e ultima di accordarsi con se stessi e col mondo creato; qualcosa capace ancora di felicità e di giustizia, malgrado tutto, contro tutto. Se si guarda di scorcio la vicenda poetica di Cappello - morto ieri nella sua casa di Cassacco, Udine, dopo una lunga malattia - non si potrà non riconoscere come proprio la ricerca e la preservazione di questo luogo interiore - che non è, che non vuole essere del poeta soltanto, ma appunto di tutti - abbia costituito la sua motivazione fondamentale e, insieme, il fine stesso delle sue parole.

 

Come tanti che avevano cominciato a scrivere tra la fine degli anni Settanta e l' inizio dei Novanta, anche Cappello aveva esordito pubblicando i suoi versi quasi alla macchia, tra il calore, l' intensità, la fedeltà di ristrette, quasi sacre amicizie poetiche, e il gelo di una specie d' impossibilità o d' invisibilità pubblica e civile della poesia. Una situazione che in quegli anni si può ritrovare pressoché identica un po' dappertutto in Italia, ma con un' evidenza tutta particolare proprio nel suo Nordest, tra l' alto Veneto e il Friuli.

cappello

 

Era nato infatti l' 8 agosto 1967 a Gemona del Friuli, anche se era cresciuto nella minuscola Chiusaforte, poco lontano dai confini con la Slovenia e la Carinzia («Il nord e l' est, le pietre rotte dall' inverno/ l' ombra delle nuvole sul fondo della valle/ sono i miei punti cardinali»).

 

Quando nel 1994 esce il suo primo libro di poesie, Le nebbie (Campanotto Editore), già da qualche anno aveva subito l' evento che avrebbe segnato per sempre la sua esistenza: un incidente stradale, la recisione del midollo spinale, le operazioni, quindi la condizione d' immobilità e, insomma, di minorità fisica da cui non sarebbe più uscito (più ancora che nelle poesie, Cappello ne racconta in Questa libertà , uscito l' anno scorso per Rizzoli). La visibilità arriverà per lui solo alcuni anni più tardi, con due volumi pubblicati da Crocetti nel 2006 e nel 2010: Assetto di volo e Mandate a dire all' Imperatore . Tutte le sue poesie si possono ora trovare raccolte in due volumi, Azzurro elementare e Stato di quiete , usciti entrambi per Rizzoli.

 

«Col tempo, il letto si è trasformato in un tappeto volante», scrive Cappello in Questa libertà . E in effetti tutta la sua poesia sembra muoversi in una sorta di territorio franco che il giovane poeta strada facendo ha avuto la forza (l' istinto, il cuore, la felicità mentale) di ricavarsi tra la stanza e l' aperto, tra ciò che sta dentro e ciò che sta fuori, tra l' immobilità e la libertà. Un luogo anche un poco magico dove una cosa è sempre il riverbero dell' altra. Il tratto più caratteristico della sua parola poetica, infatti, sta nella coesistenza tra una grandissima lucidità e consapevolezza, e la calma, il silenzio o appunto la «quiete» da cui la sua voce muove.

PIERLUIGI CAPPELLO

 

Come se davvero la sua poesia avesse deciso una volta per sempre di essere inclinata alla comprensione, alla benevolenza, con una parola che torna tante volte, all' amore. Sempre memore delle ferite, del «dolore», della «fatica», il verso di Cappello è però inteso in ogni caso a ricucire, a rimarginare, a comprendere, a lenire, perfino a gioire. Il grande Seamus Heaney parlava non di un illusorio rimedio, bensì della umanissima «riparazione» operata dalla poesia. E in fondo tutto quello che il nostro poeta friulano ha scritto sembra dargli ragione. In una sua poesia dice ad esempio della «parola aggiustata», di una parola, dunque, che aggiusta solo in quanto si sforza di essere il più possibile giusta.

jovanotti-cappello

 

Sia nelle poesie in lingua sia in quelle in dialetto Cappello ha cercato una sintonia con gli elementi primi della vita, con i sentimenti e le parole basiche, con la costellazione dell' azzurro. Azzurro elementare, appunto. Luce, vento, cielo, sole, raggio, nuvola, prato, erba, foglie, stelle, primavera, inverno, neve, notte, luna: queste e poche altre sono le parole-cose a cui sempre fa riferimento.

 

In particolare, tra le sue poesie più belle ci sono alcune sequenze in dialetto, fresche e forti, di felice memoria pasoliniana. Oppure i componimenti dedicati alla sua Chiusaforte, ai monti, alla gente friulana, ai familiari, ai ricordi d' infanzia.

 

Eppure il Cappello migliore, il più toccante, almeno, è forse quello dei primi libri, lì dove il giovane ragazzo sta cercando con tutto se stesso una ragione, una strada, una vita diversa e migliore rispetto a quella che il destino sembrava avergli assegnato.

 

C' è riuscito, così adesso tutto davvero appare compiuto: «Allontaneremo le nostre spalle/ dalla città abbagliata e splenderanno amate dal caso/ e dal vento le nostre impronte quando qualcuno chiuderà/ il cancello dietro a noi, e ci guarderà partire» .

jovanotti-cappelloPIERLUIGI CAPPELLO

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...