1- SENZA ADRIANO CIARLATANO IL “PESTIVAL” CALA A 9 MILIONI (39%). MEJO IL MILAN SU RAI2 (12%) 2- ECCO IL PUNTO: CELENTANO MARTEDÌ LEGGEVA SUL “GOBBO” IL SUO TESTO. DOMANDA DI GARIMBERTI E LEI: IL DIRETTORE DI RAIUNO MAZZA SAPEVA? E SE SAPEVA, PERCHÉ NON HA ESERCITATO IL SUO POTERE DI RESPONSABILE EDITORIALE? MAZZA NON SI DIMETTE 3- IL FESTIVAL 2013 SARÀ SOTTRATTO A RAIUNO E AFFIDATO NELLE MANI DI GIANCARLO LEONE 5- A FINE APRILE SCADRÀ IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE RAI. SARÀ STAGIONE DI NOMINE. NOMINE FORTI. CAPACI DI GOVERNARE L'AZIENDA. NON SOLO UN FESTIVAL ALLO SBANDO 5- IL MOLLE AGIATO IN PREDA AL SUO DELIRIO EGORIFERITO FA SAPERE: “NON DEVO GIUSTIFICARMI. HO FATTO QUEL CHE VOLEVO, HO AVUTO LE REAZIONI CHE MI ASPETTAVO”

1 - SECONDA SERATA DI SANREMO: 39,2% DI SHARE
DAGOREPORT -
La seconda serata del Festival di Sanremo è stata vista da poco più di 9 milioni di telespettatori (39,2% di share), un risultato deludente se confrontato con la scorsa edizione. Ma ieri sera c'era Milan-Arsenal su Rai2, che ha conquistato uno share del 12% e ha rosicchiato una bella fetta di pubblico a Gianni Morandi.

ASCOLTI IN CALO, 11 MLN PER SECONDA SERATA
(ANSA) -
Sono stati 11 milioni 55 mila, pari al 37.29% di share, gli spettatori che hanno seguito la prima parte della seconda serata di Sanremo: il dato segna un calo rispetto al 2011 (12 milioni 56 mila con il 39.28%). La seconda parte ha avuto invece 6 milioni 13 mila spettatori con il 47.20% (nel 2011 8 milioni 65 mila con il 49.64%).

L'ANNO SCORSO: SECONDA SERATA DI SANREMO 2011
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/a-sanremo-sar-pure-il-calo-fisiologico-della-seconda-serata-426-ma-lanno-scorso-22853.htm
Ornella Petrucci per "Il Velino"


In 10 milioni 145 mila telespettatori, con il 42,67 per cento di share, hanno visto ieri in prima serata su RaiUno la seconda serata del Festival di Sanremo di "capitan" Gianni Morandi. In particolare la prima parte, in onda dalle 21.17, è stata seguita da 12 milioni 56 mila telespettatori con oltre il 39 per cento di share; mentre la seconda, in onda dalle 23.05, da 8 milioni 65 mila telespettatori, con oltre il 49 per cento di share. Il picco di audience si è registrato alle 21.57 con 14 milioni 431 mila telespettatori, mentre quello di share alle 24.39 con il 60,39 per cento. L'anno scorso Antonella Clerici raccolse 10 milioni 164 mila telespettatori e il 43,88 per cento di share.

 

2 - MONOLOGO E CAOS, LA RAI VOLEVA LE DIMISSIONI DI MAZZA
Paolo Conti per il "Corriere della Sera"

Viale Mazzini, ieri mattina ore 9. Sia il presidente Paolo Garimberti che il direttore generale Lorenza Lei si aspettano le dimissioni di Mauro Mazza, direttore di Raiuno, dopo le due catastrofi: il monologo antitutto di Celentano e il caos tecnico della macchina del Festival. Ma le dimissioni non arrivano.

E così, miracolosamente, Garimberti e Lei ritrovano un'intesa perduta da tempo. Convocano una riunione informale con i consiglieri presenti a viale Mazzini (Antonio Verro, Alessio Gorla, Giorgio van Straten, Guglielmo Rositani) e, mettendo da parte ogni spaccatura politica, si decide all'unanimità per il commissariamento del Festival di Sanremo, da parte della direzione di Raiuno.

Il vicedirettore generale Antonio Marano parte, un po' controvoglia. Ma parte.
Garimberti, martedì a notte alta, aveva già fatto sapere (si parla di sms di fuoco) a Mazza di averlo visto ridere in diretta durante il monologo di Celentano e di non trovare nulla di comico ma, anzi, tutto gravissimo.

Ecco il punto: Celentano martedì leggeva sul «gobbo» il suo testo. Domanda dei vertici Rai: Mazza sapeva? E se sapeva, perché non ha esercitato il suo potere di responsabile editoriale? Nella dichiarazione di Garimberti, la più dura della sua presidenza, si elenca una serie di «errori intollerabili» che sembra una lista di violazioni del Codice etico, unico vincolo posto al contratto con Celentano. La via per la rescissione? Tutto da decidere.

Il mercoledì mattina di Lorenza Lei (area cattolica-segreteria di Stato) è un susseguirsi di telefonate. Di scuse al direttore di Famiglia Cristiana, don Sciortino. Di contatti con un Vaticano a dir poco offeso. C'è persino una sfuriata telefonica con Marco Simeon, direttore delle Relazioni istituzionali e internazionali della Rai (già pupillo del cardinal Tarcisio Bertone a Genova), ripreso anche lui assai sorridente tra il pubblico dell'Ariston: la Lei gli chiede come e perché non si sia dissociato né abbia messo i vertici in condizioni di sapere cosa sarebbe accaduto.

Insomma, una Rai in cui tutti i consiglieri di amministrazione (Verro: «Vuoto di responsabilità gestionale», Gorla: «Mi dissocio e mi vergogno», van Straten: «La responsabilità etica ed editoriale è dell'azienda») sembrano pronti, oggi in Consiglio, a chiedere ragione dell'accaduto a Mazza, ai responsabili del Festival, primo tra tutti il direttore artistico Gianmarco Mazzi.

Ma la vera notizia è che dal 1 marzo il Festival 2013 sarà sottratto a Raiuno e sottoposto alla piena responsabilità editoriale della nuova Direzione intrattenimento diretta da Giancarlo Leone. Sanremo torna alla Rai. Addio al contratto col direttore artistico Mazzi, che scade nei prossimi giorni. Addio alla caotica «repubblica autonoma» che abbiamo visto. Chi conosce Leone giura che si è già mosso per individuare un direttore e, forse, un conduttore...

Un certo ex presidente Rai (uomo? donna?) ieri faceva circolare questa battuta. Il Festival 2012 è la Concordia della Rai, Mauro Mazza indossa metaforicamente la divisa di Schettino. Ora non più la nave, ma l'intera flotta aspetta il nuovo comandante in capo. Tutti gli sguardi sono rivolti all'inquilino di palazzo Chigi, Mario Monti. A fine aprile scadrà questo consiglio di amministrazione. Sarà stagione di nomine. Nomine forti. Capaci di governare l'azienda. Non solo un Festival allo sbando.


3 - ADRIANO: NON DEVO GIUSTIFICARMI. HO FATTO QUEL CHE VOLEVO, HO AVUTO LE REAZIONI CHE MI ASPETTAVO
Marinella Venegoni per "la Stampa"

Ha fatto tardi l'altra sera, Adriano Celentano. Dopo il discusso exploit nella prima serata del Festival, ha consumato il pasto con la moglie Claudia Mori, e con Mazzi e Morandi e Papaleo nell'albergo a tre stelle dove tutti sono alloggiati: che ha il vantaggio certo di trovarsi a pochi metri dall'Ariston e il piccolo difetto (si sente dire) di una cucina un po' così, cui comunque la famiglia Celentano si adegua di buon grado, vivendo Adriano blindato. Poche ore di sonno, poi con la colazione sono arrivati i soliti tre amici e i giornali, dove si parlava pochissimo dei cantanti e moltissimo di lui. Pare che la lettura non lo abbia sconvolto: ha letto quel che si aspettava, ed era anche abbastanza divertito, dopo aver buttato quelle bombe mediatiche.

Morandi, intanto, ancora ignaro dell'imminente «commissariamento» da parte del dg Rai, mandava un sms di auguri a Lorenza Lei, che ieri è arrivata a 52 anni (risulta che quel messaggino non abbia ricevuto risposta). Ma al tavolo della colazione sono seguite lunghe riflessioni, di Celentano con gli amici e con Claudia. Il Molleggiato appariva molto sereno: si è posto il problema se fosse o no il caso di precisare dei concetti, poi ha optato per il no: «Non debbo giustificarmi - avrebbe detto -. Ho fatto quel che volevo, ho avuto le reazioni che mi aspettavo». Era soddisfatto soprattutto della scenetta con Papaleo, Morandi e Pupo.

Non solo la politica, non solo la Chiesa. I giornali già riportavano, ieri mattina, la dichiarazione di Francesco Renga, «infastidito» dei suoi 50 minuti di diretta: «Finiamo per essere la sua cornice. Direi che non contiamo una beata fava». Si è preoccupato, Celentano, di questa critica: e si è informato sull'orario di chiusura del Festival l'anno scorso, durante la serata di Benigni: quando ha scoperto che più o meno era stata la stessa di martedì, si è un po' sorpreso di tanta reazione; si è informato anche sulle prove che hanno dovuto essere interrotte per far posto alle sue: «Io sono arrivato qui una settimana prima proprio per provare, e ieri ho chiesto solo un'ora e mezza», ha precisato con i suoi.

Legge i giornali anche Claudia, a colazione, e arriva la tentazione di reagire agli attacchi: Adriano frena, non vuole che tutto finisca per apparire una giustificazione. Sul successivo commissariamento di Sanremo con l'invio del vicedirettore Marano, deciso da Lorenza Lei nel giorno del proprio compleanno, il Molleggiato riceverà più tardi solo notizie di seconda mano, e non sembrerà turbato agli astanti: l'idea resta di non muoversi da Sanremo, e di continuare con il piano elaborato con Mazzi, Morandi, Presta, il direttore di Raiuno Mazza prima della kermesse: ieri sera riposo, stasera pure perché c'è la canzone italiana nel mondo e non è il momento adatto; ritorno sul palco già forse venerdì, e poi sabato.

Il vicedirettore Marano per tutta la giornata al suo hotel non s'è visto, i suoi interlocutori restano Mazzi e Morandi, che hanno durante la giornata ribadito che la linea artistica del Festival resta quella concordata: «Adriano - dice una fonte - ritiene che la prossima volta andrà sul palco con la stessa libertà di martedì».

Sono giorni da fine impero, per lo stato maggiore Rai, dopo che il premier Monti ha detto che sarà affrontato il problema della tv di stato. Da Celentano si è dissociato anche il presidente Garimberti, mentre pare che l'artista abbia letto soddisfatto la dichiarazione di Liliana Cavani, ex consigliera d'amministrazione Rai: «Nel Cda di cui ho fatto parte non ci sarebbe proprio venuto in mente di ingerire in aspetti artistici delle manifestazioni».

Oggi, forse, si discuterà in sala stampa di codice etico, e dell'epiteto di «deficiente» affibbiato dal Molleggiato al critico del Corriere della Sera, Aldo Grasso. Con lui, c'è una ruggine abbastanza recente: dopo la prima conferenza stampa da Sanremo, il critico disse che gli faceva tristezza che Celentano andasse a Sanremo per far pubblicità al suo disco. L'altra sera l'artista ha cantato una canzone dall'album, «Facciamo finta che sia vero», e nel suo team ricordano che l'unica promozione è stata una visita di sua moglie, da Fazio.

Nel suo entourage fanno notare che «in questi mesi egli ha beccato insulti di tutti i tipi su varie testate, anche per l'annuncio che avrebbe devoluto in beneficienza il cachet». Su questo, è intervenuta di recente, criticandolo, pure «Famiglia Cristiana»: dunque ieri mattina, davanti ai giornali e alla colazione, Celentano non si è sorpreso degli attacchi della Chiesa, mentre ha apprezzato che alcuni preti, anche alla Vita in Diretta, abbiano mostrato di capire che lui ha scosso le coscienze dei cattolici in modo inaspettato: «E' convinto di aver parlato da cattolico».

 

Mrazova SANREMO SECONDA SERATA jpegRocco Papaleo Belen Mrazova SANREMO SECONDA SERATA jpegMorandi Mravoza SANREMO SECONDA SERATA jpegPRIMO PIANO BELEN FESTIVAL DI SANREMO celentano Belen SANREMO SECONDA SERATA Lorenza Lei - foto AnsaPAOLO GARIMBERTI e ANTONIO MARANO GNAM ANTONIO MARANO GNAM COPERTINA DI TIME CON MARIO MONTICLAUDIA MORIfft79 claudia moriMAURO MAZZA CE ANCHE PUPO!sat27 francesco rengaALDO GRASSO CRITICO TV Lucio Presta

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)